lunedì 16 dicembre 2013

Furono gli stessi Padri della Chiesa ad annoverare Cristo tra gli Déi che Muoiono e Risorgono

L'approccio solito dei miticisti fino a qualche anno fa (e alcuni ancora fanno oggi nella blogosfera) è di fare dei paragoni tra la mitologia pagana  e la storia di Gesù. Anche se quei paralleli sono a volte sopravvalutati e accentuati al massimo, anche se sono oramai superate le opere che ne trattavano in profondità, non ci può essere nessun dubbio che ci fu una somiglianza essenziale tra la mitologia pagana e la storia di Gesù. La dimostrazione migliore di tutto questo viene dalla penna di un apologeta cristiano, Giustino Martire. Costui scrisse una lettera all'imperatore per difendere il cristianesimo:
E anche quando affermiamo che il Logos, che è il primogenito di Dio, fu prodotto senza unione sessuale, e che Lui, Gesù Cristo, nostro Maestro, fu crocifisso e morì, e risorse di nuovo, e ascese al cielo, non proponiamo nulla di diverso da cosa credete riguardo coloro che considerate figli di Giove. Infatti sapete quanti numerosi figli i vostri stimati scrittori attribuirono a Giove: Mercurio, interprete della parola e maestro di tutte le cose; Esculapio che, sebbene fu un grande medico, fu colpito da un fulmine e così ascese al cielo; e anche Bacco, dopo che era stato squartato a pezzi; ed Ercole, quando si scaraventò tra le fiamme per fuggire ai suoi travagli; e i figli di Leda, e i Dioscuri; e Perseo, figlio di Danae; e Bellerofonte, che, nonostante nato tra i mortali, ascese al cielo in groppa al cavallo Pegaso. Cosa dirò poi di Ariadne, e di quelli che, al pari di lei, sono state elevate all'altezza delle stelle? E cosa degli imperatori che morirono in mezzo a voi, da voi ritenuti degni di apoteosi, in onore dei quali immaginate uno che giura di aver visto Cesare mentre bruciava ascendere al cielo dalla pira funeraria? E che genere di atti sono ricordati dei cosiddetti figli di Giove, non c'è bisogno di dirlo a coloro che già lo sanno. [1]

 In questo punto Giustino riconosce le somiglianze nella nascita da una vergine, nella resurrezione, e nell'ascesa al cielo. Non ci può essere nessun dubbio sul fatto che quei miti erano molto conosciuti all'epoca e non tenuti segreti dai culti misterici. Erano addirittura ricordati da ''stimati scrittori''. Giustino sapeva ciò di cui stava parlando. E continua:
Inoltre, il Figlio di Dio chiamato Gesù, anche se solo un uomo tramite ordinaria generazione, tuttavia, a testimonianza della Sua sapienza, è degno di esser chiamato il Figlio di Dio; infatti tutti gli scrittori chiamano Dio il Padre di uomini e déi. E se asseriamo che il Logos di Dio fu generato da Dio in una maniera particolare, diversa dalla generazione ordinaria, questo non sia, come già detto prima, affatto straordinario per voi, voi che affermate che Mercurio è l'angelico Logos di Dio. Ma se qualcuno obietta che Lui fu crocifisso, anche in questo Lui è in compagnia dei vostri cosiddetti figli di Giove, i quali soffrirono come abbiamo appena detto. Infatti le loro sofferenze in punto di morte sono ricordate per esser state non del tutto simili, ma diverse; al punto che neppure per la particolarità delle Sue sofferenze Lui sembra inferiore in confronto a loro; ma al contrario, come promesso nella parte precedente di questo discorso, noi proveremo Lui superiore -- o piuttosto Lo abbiamo già provato essere tale -- perchè è rivelato dalle Sue azioni. E se anche affermiamo che Lui nacque da una vergine, accetta questo fatto in comune con cosa accetti di Perseo. E quando diciamo che Lui guarì lo storpio, il paralitico, e i ciechi dalla nascita, ci sembra di dire qualcosa di davvero simile alle gesta che si dice furono compiute da Esculapio. [2]
Ora Giustino si spinge a confrontare i miracoli di guarigione operati da Gesù con i miracoli del dio della medicina, Esculapio. Giustino attribuisce queste somiglianze all'opera di demoni, rei di attingere dall'Antico Testamento e dalle sue profezie di Cristo.
Curiosamente, anche nel vangelo di Marco i demoni sapevano decifrare l'identità di Gesù in anticipo rispetto agli ebrei. Ancor più curioso il fatto che per Giustino anche l'eretico Simon Mago aveva il vizio di allegorizzare le antiche Scritture a suo vantaggio.
Ma coloro che trasmisero i miti creati dai poeti, non accampano nessuna prova ai giovani che li apprendono; e procedemmo a dimostrare che sono stati impartiti mediante l'influenza di malvagi demoni, per ingannare e deviare la razza umana. Per averlo udito proclamato tramite i profeti che il Cristo doveva giungere, e che gli infedeli tra gli uomini dovevano essere puniti col fuoco, presentarono molti cosiddetti figli di Giove, sotto l'impressione di esser in grado di produrre negli uomini l'idea che le cose che furono dette riguardo Cristo fossero meri racconti meravigliosi, come le cose che furono dette dai poeti. E quelle cose furono raccontate sia tra i greci sia tra tutte le nazioni dove [i demoni] udirono i profeti predire che Cristo sarebbe stato riverito in modo particolare; ma chiariremo che, nell'ascoltare cosa fu detto dai profeti, non lo compresero con precisione, ma imitarono cosa fu detto del nostro Cristo, come gente che è nell'errore. Il profeta Mosè, allora, era, come già detto, più antico di tutti gli scrittori; e tramite lui, come si è detto prima, fu dunque predetto: ''Non verrà meno un principe da Giuda, e nè un legislatore tra i suoi piedi, fino a che Lui viene per cosa è destinato; ed Egli sarà agognato dai gentili, legando il Suo puledro alla vite, bagnando la Sua veste nel sangue dell'uva''. I demoni, di conseguenza, quando udirono quelle parole profetiche, dissero che Bacco fu il figlio di Giove, e  che lui fu lo scopritore della vite, e contarono il vino [o l'asino] tra i suoi misteri; e insegnarono che, una volta fatto a pezzi, ascese al cielo. E poichè nella profezia di Mosè non fu dichiarato espressamente se fu il Figlio di Dio Colui che doveva venire, e se Egli, in groppa al puledro, doveva rimanere sulla terra o ascendere in cielo, e poichè il nome di ''puledro'' può significare o il puledro di un asino o il puledro di un cavallo, loro, non sapendo se Lui che fu predetto cavalcherebbe il puledro di un asino o di un cavallo come segno della Sua venuta, e neppure se Lui fu il Figlio di Dio, come detto prima, o di un uomo, annunciarono che Bellerofonte, un uomo nato da donna, ascese egli stesso al cielo in groppa al suo cavallo Pegaso. E quando udirono da parte dell'altro profeta Isaia, che Lui sarebbe nato da una vergine, e mediante le Sue sole forze ascendere al cielo, pretesero che si parlasse di Perseo. E quando seppero che fu detto, come sopra citato, nelle profezie scritte anzitempo, ''Forte come un gigante nel correre la sua corsa'',  dissero che Ercole era forte, e aveva viaggiato per tutta la terra. E quando, di nuovo, appresero che era stato predetto che Egli dovesse sanare ogni male, e resuscitare i morti, inventarono Esculapio. [3]
Quindi, stando alle parole di Giustino, sia la mitologia pagana sia il cristianesimo sono il prodotto delle scritture ebraiche, corrotte opportunamente, nel caso del paganesimo, dai demoni. Nel suo dialogo fittizio con l'ebreo Trifone, Giustino, come al solito, incolpa l'interesse del diavolo all'Antico Testamento per quelle evidenti somiglianze:
''Sii ben certo, allora, o Trifone'', continuai, ''che io mi guardo bene, nella conoscenza delle Scritture e nella fede delle stesse, da quelle falsificazioni che colui che è chiamato il diavolo si dice abbia operato tra i greci; proprio come alcuni furono ingannati dai Magi in Egitto, e altri dai falsi profeti nei giorni di Elia. Infatti quando dicono che Bacco, figlio di Giove, fu generato dalla relazione di Giove con Semele, e che fu lo scopritore della vite, e quando riferiscono che, essendo fatto a pezzi, una volta morto, risorse di nuovo, e ascese al cielo; e quando introducono il vino nei suoi misteri, non mi accorgo io che [il diavolo] ha imitato la profezia annunciata dal patriarca Giacobbe, e ricordata da Mosè? E quando raccontano che Ercole era forte, e viaggiò per tutto il mondo, e fu generato da Giove e Alcmena, e ascese al cielo quando morì, non mi accorgo io che la Scrittura che parla di Cristo, ''forte come un gigante nel correre la sua corsa'', era stata parimenti plagiata? E quando[il diavolo] presenta Esculapio come colui che resuscita i morti e che guarisce tutti i mali, potrei negare che in questa materia parimenti ha imitato le profezie circa Cristo?'' [4]
Quei paralleli, derivati da un autore che visse all'epoca per antonomasia della mitologia, deve aver toccato una corda sensibile nell'animo a lui contemporaneo. Non sono il prodotto dei miticisti moderni. Costituiscono il vero cuore del culto di Cristo, come espressi mirabilmente dalla recita del Credo:
...e per opera dello Spirito Santo
fu incarnato nel seno della vergine Maria e fu fatto uomo,
fu crocifisso sotto Ponzio Pilato,
morì e fu sepolto,
il terzo giorno è resuscitato secondo le Scritture 
ed è salito al cielo,
siede alla destra del Padre
e di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti
e il suo regno non avrà fine 
I miticisti hanno spesso pensato che il cristianesimo fu basato sui culti misterici pagani e che Gesù fu un dio salvatore sincretico. James Frazer nel suo ben noto libro Il Ramo d'Oro difese la tesi che gli déi salvatori che muoiono e risorgono  erano basati sul ciclo della vegetazione. Nei culti misterici, è previsto che l'adepto partecipi dell'immortalità del dio tramite cerimonie di battesimo e di comunione. Il Consensus dei teologi travestiti da storici nega questa somiglianza effettiva, basandosi per giunta su un solo libro di un solo studioso [5] : ennesimo caso di ignoranza pluralistica [6].

Ma non è solo nel motivo della morte e della resurrezione del dio che la storia di Gesù parallela il Mito più che la realtà storica. Di seguito ho evidenziato in corsivo, dei 22 aspetti ricorrenti dell'Archetipo dell'Eroe Mitico, quelli che perfino un bambino potrebbe assegnare, senza esitazione, allo stesso Gesù dei vangeli [7]:
1. sua madre è una vergine di sangue reale. 
2. suo padre è un re.
3. suo padre si unisce a sua madre.
4. insolito concepimento.

5. eroe considerato figlio di dio. 
6. tentativo di uccidere l'eroe.
7. eroe fatto sparire.
8. allevato da genitori adottivi in un paese lontano.
9. nessun dettaglio dell'infanzia.
10. parte alla volta del futuro regno.
11. è vittorioso su re.
12. sposa una principessa (spesso figlia del precedessore).
13. diventa re.
14. per un periodo regna in tranquillità.
15. prescrive leggi.
16. più tardi perde il favore degli déi o dei suoi soggetti.
17. cacciato dal trono e dalla città.
18. va incontro ad una morte misteriosa.
10. spesso in cima ad una collina.
20. i suoi figli, se presenti, non gli succedono [cioè, non fonda una dinastia].
21. il suo corpo non è sepolto.
22. nondimeno ha uno più santi sepolcri.

Tertulliano intorno al 200 EC, racconta del culto di Mitra che esso ''anche celebra l'offerta del pane, e introduce un'immagine di resurrezione''. Il cristianesimo fece appello alla stessa popolazione e offrì le stesse promesse di perfezione spirituale al pari delle sue controparti pagane, con l'unica differenza di un nuovo e migliorato prodotto. La verità è che il cristianesimo si diffuse perchè vendeva bene nel supermercato del mito. Non fu un maestro sapienziale galileo, un saggio cinico, un profeta apocalittico, o chi altro preferisci, che ispirò la conversione al cristianesimo, tantomeno il (fantomatico) martirio di lui o dei suoi seguaci. Non fu qualche ipotetico Gesù della Storia, ma il Cristo della Fede, che guadagnò l'impero romano al cristianesimo. E' tutta un'altra questione se questo significa che non ci fu nessun Gesù storico, ma solo un mitico Cristo [8]. Inoltre, l'argomento che i vangeli riflettono una potente personalità non è affatto convincente. Non abbiamo nessuna prova di una potente personalità alla base di un movimento di massa nel mondo antico. Il principale avversario del cristianesimo (a sua volta suddiviso in vari cristianesimi) fu il Mitraismo e nessuno pensa che Mitra fosse un personaggio storico, tantomeno una potente personalità.

[1] Giustino Martire, Prima Apologia 21.

[2] Giustino Martire, Prima Apologia 22.

[3] Giustino Martire, Prima Apologia 54.

[4] Dialogo con Trifone 69.

[5] Trattasi del libro di Jonathan Z. Smith,Drudgery Divine: On the Comparison of Early Christianities and the Religions of Late Antiquity (Chicago; University of Chicago Press, 1990). Per una critica, si veda Robert M. Price, Jesus is Dead (Cranford, NJ: American Atheist Press, 2007), pag.135-145.

Price denuncia la chiara agenda apologetica dietro il rifiuto di vedere paralleli tra Cristo e gli Déi che Muoiono e Risorgono: 
''Prima impieghiamo l'ebraismo per esorcizzare le suggestioni dell'influenza ellenistica, poi ci volgiamo all'ebraismo e insistiamo sulla sua inferiorità e totale incapacità di aver prodotto l'immaginaria originalità del vangelo rivelato. L'ebraismo serve a minimizzare le somiglianze cristiane con le religioni misteriche, e una volta che è quindi servito al suo scopo, l'apologeta minimizza le somiglianze tra ebraismo e cristianesimo.''
(Jesus is Dead, pag. 138).
E ancora: 
Smith sembra riluttante ad ammettere la vitalità di un tipo ideale del mitema del dio che-muore-e-risorge. Se i vari miti di Osiride, Attis, Adone, e altri non si conformano tutti al tipo esattamente, allora non sono simili abbastanza da adattarsi nella stessa scatola, così che escano pure fuori dalla scatola. Senza ogni cosa in comune, lui non vede niente in comune. 
Qui mi sembra propendere verso la strategia apologetica di, diciamo, Raymond E. Brown in The Virginal Conception and Bodily  Resurrection of Jesus (1972), dove Brown rifiuta il confronto ... con la nascita miracolosa di Gesù. Questo non è strettamente parlando una nascita verginale, poichè un dio generò il figlioletto divino unendosi con una donna. Il che comportava un intercorso fisico con la deità, non l'avvolgimento dello Spirito Santo. Ma, dobbiamo chiederci, quanto vicino deve essere un parallelo per contare come un parallelo? La madre divina deve per forza chiamarsi Maria? Il figlioletto divino deve per forza chiamarsi Gesù? Qui c'è la vecchia fallacia della ''differenza senza una reale distinzione''. Ed è strano vedere Smith commetterla. Lui diventa un improbabile ma reale alleato degli apologeti che critica.
(Jesus is Dead, pag. 141-142)
...[Smith] sembra di star difendendo la vecchia linea apologetica che non ci fu nessun prototipo pagano per il mito cristiano della resurrezione (con l'implicazione che non si trattava di un mito). E sembra di star facendo questo, non tanto per amore del cristianesimo tradizionale, ma piuttosto per escludere una volta per tutte il vecchio uso opportunistico delle religioni misteriche come uno strumento polemico contro il cristianesimo. Egli vuole rendere quel gioco impossibile, così che da qui in avanti le religioni misteriche possano venir discusse nei loro propri termini, libere da polemiche teologiche o anti-teologiche. Ma agendo così, si fa in quattro a tal punto che finisce per giocare allo stesso gioco, scendendo in campo come  battitore per gli apologeti cristiani.
(Jesus is Dead, pag. 144)

[6] la situazione nota come ''pluralistica ignoranza'' è quella dove ''nessuno crede, ma ognuno pensa che ciascuno crede''. Così wikipedia.

[7] Robert M. Price, Does the Christ Myth Theory Require an Early Date for the Pauline Epistles? in 'Is This Not the Carpenter?' The Question of the Historicity of the Figure of Jesus,  edito da Thomas L. Thompson and Thomas Verenna, Copenhagen International Seminar (Sheffield: Equinox Publishing, 2012), pag.109. 

[8] i parallelismi con le religioni pagane servono a spiegare la diffusione del cristianesimo tra i gentili, e a smontare il mito delle cosiddette visioni post-pasquali come una sorta di Big Bang del movimento, originatesi in un punto spazio-temporale preciso, ma non a rendere improbabile un ipotetico Gesù storico. Nelle parole di Price:
''E tuttavia Bultmann fu inconsistente: cercare di avere la sua focaccia per la regina dei cieli e pure mangiarla [in Italia diremmo: avere la botte piena e la moglie ubriaca]. Capite, i primi discepoli realmente ebbero visioni di qualche tipo, che li persuasero della risurrezione di Gesù, e poi adottarono i paralleli con le religioni misteriche? Troppe, parecchie spiegazioni. Non c'è più ragione di ipotizzare un'esperienza centrale di quanta ce ne sia nel caso di Attis. E tuttavia, per tutto questo, ancora ci potrebbe essere stato un Gesù storico, anche se non ci fu nessuna storica esperienza al mattino di Pasqua. Questo è perchè il resto della storia di Gesù è vitale.''
(Robert M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems, Cranford, NJ: American Atheist Press, 2011, pag.45-46)