mercoledì 8 gennaio 2014

Della cosmologia degli antichi

È di fondamentale importanza comprendere le visioni del mondo che esistevano quando Paolo iniziò la sua predicazione. Non capire, o rifiutarsi di capire, come la gente pensava in quel momento, e come lo stesso Paolo probabilmente pensava, è uno dei più grandi ostacoli che si devono affrontare per poter apprezzare dovutamente la forza dell'argomento che Gesù di Nazaret non è mai esistito, ma fu una entità mitologica fin dal principio. 

Oggi la maggior parte delle persone hanno un concetto molto "soprannaturale" del cielo: lo immaginano un posto che esiste al di fuori dello spazio e del tempo, che non si può fisicamente trovare nel nostro universo. La maggior parte delle persone oggi ha questa visione del cielo a causa del fatto che l'uomo è andato sulla Luna, possiede potenti telescopiche si affacciano verso le stelle, fotografie della Terra scattate in orbita, ecc.

Sappiamo che il "cielo" non esiste affatto tra le nuvole, ma così non non era durante il tempo di Paolo, tra individui come Paolo e i suoi seguaci. Per gli uomini del I secolo il cielo era un luogo fisico reale che esisteva appena oltre le nuvole e, in teoria, se si potesse scalare una montagna abbastanza alta, probabilmente si sarebbe potuto scagliare un sasso contro il cielo col rischio concreto di poter colpire un angelo e scatenare la sua ira in tutta risposta. Se eri molto fortunato -- o molto sfortunato -- l'angelo in questione avrebbe potuto volare giù per terra sulle sue ali e afferrarti e letteralmente portarti in cielo fin oltre le nuvole, dove potevi passeggiare e spiare vari esseri.

Il Cielo, l'Ade, lo Sheol e il Tartaro erano altrettanto reali per quella società come il fondo del mare e il suolo della luna lo sono per noi oggi. Le persone, che fossero materialisti o filosofi platonici o ancora fanatici religiosi, credevano che le immagini celesti di divinità, angeli e demoni potevano essere proiettate letteralmente su esseri umani della terra. L'idea del "soprannaturale" in realtà non esisteva in quest'epoca come la intendiamo oggi. Per quelli uomini tutto era naturale. Anche i filosofi materialisti greci che avevano ripudiato la religione come superstizione accettavano di buon grado l'idea che le visioni ricevute dalle persone nei sogni, le idee concepite nella pura immaginazione della gente, e i fenomeni inspiegabili di cui certi individui facevano esperienza durante le allucinazioni, derivavano interamente da esseri reali, e che se si sognava un demone con le corna o se qualcuno affermava di aver visto un angelo con le ali, allora quelle cose dovevano essere realmente esistite e le loro immagini dovevano venir giustamente proiettate in termini antropomorfi dalla persona succube del sogno o dell'allucinazione.

Gli spiriti, o le anime, erano molto reali, per questa gente. Alcuni hanno considerato materiale l'anima materiale ed altri l'hanno concepita immateriale, ma sebbene c'erano distinzioni tra mondi "materiali" e mondi "immateriali",  non erano tali da considerare i primi "soprannaturali" e "innaturali". Per gli antichi, questo era semplicemente il modo in cui andava il mondo. Il concetto moderno di "soprannaturale", in realtà, non si era sviluppato fino a quando Newton e altri hanno definito le "leggi naturali" che governano il funzionamento del mondo. Solo dopo Newton l'idea di "soprannaturale" ha compreso tutto ciò che è stato concepito per violare queste leggi, ma prima della definizione di queste leggi non vi era alcuna differenza ontologica significativa tra "naturale'' e "soprannaturale".

L'immagine qui sotto è un diagramma che mostra l'antica cosmologia ebraica. Questa è la cosmologia del libro della Genesi, dove la terra era concepita piatta e coperta da una cupola che proteggeva la terra e il cielo dalle acque al di fuori della terra, dove si originava la pioggia. Il cielo di Dio e gli angeli esistevano fisicamente appena fuori l'oceano del cielo.



Dal 1° secolo EC, tuttavia, la cosmologia degli ebrei era cambiata. Esistevano infatti numerose visioni cosmologiche differenti l'una dall'altra, da quella che prevedeva una terra sferica galleggiante in un universo infinito puramente materiale, a quella che immaginava una terra piatta ancora sorretta da pilastri e coperta da una cupola, ma sappiamo che una visione popolare tra i giudei della Diaspora, a quel tempo, era qualcosa di simile a quella illustrata di seguito:



In alcune storie ebraiche dell'epoca ci viene presentato un cielo con sette strati, in altri un cielo con cinque strati, e da Paolo e altri cristiani sentiamo parlare di un cielo a tre strati. Questo schema rappresenta più probabilmente la visione del cielo alla quale Paolo credeva letteralmente.

Da Paolo sappiamo che le nubi erano il punto a metà strada tra il cielo e la terra. Sempre da Paolo sappiamo che questi cieli erano popolati da molti esseri diversi, angeli e demoni, e i mistici e i santi potevano letteralmente viaggiare attraverso questi cieli, laddove invece, sulla terra, potevano avere letteralmente visioni di eventi che si svolgono in questi cieli.

Platone ci racconta qualcosa di simile nel 4° secolo AEC.  La cosmologia di Platone era destinata ad influenzare molti popoli e intere culture. Le sue vedute (o le vedute simili alle sue) sulla vita dopo la morte, in varie forme diverse, si diffusero in tutto il Mediterraneo sia tra ebrei sia tra non ebrei dal 1° secolo.
Questa è, dunque, la disposizione dei fiumi e quando i morti giungono, ciascuno, in quel luogo dove il demone li ha guidati, prima di tutto vengono giudicati e distinti secondo che vissero o meno onestamente e santamente. Quelli che nella vita tennero, invece, una condotta mediocre, giunti all'Acheronte, salgono su delle barche già pronte per loro e arrivano alla palude acherusiade e lì si fermano per purificarsi e scontare le loro pene e liberarsi delle colpe se mai ne hanno commesse, dove però ricevono anche il premio delle buone azioni compiute, ciascuno secondo il suo merito. Ma quelli che sono stati riconosciuti peccatori senza rimedio, per la gravità dei loro delitti, per numerosi sacrilegi, per ingiuste e crudeli uccisioni o altri misfatti del genere, un giusto destino li precipita nel Tartaro, da dove non escono mai più. Quelli poi i cui peccati, sebbene gravi, son giudicati espiabili, per esempio chi nell'impeto dell'ira è stato violento contro il padre e la madre, ma poi ha trascorso in pentimento il resto della sua vita o chi ha commesso qualche omicidio sotto lo stesso impulso, costoro precipitano anch'essi nel Tartaro ma vi restano soltanto un anno, perché l'onda li ricaccia fuori, gli omicidi, nella corrente del Cocito, i violenti contro il padre e la madre, in quella del Periflegetonte; così sospinti, giungono alla palude acherusiade e qui chiamano con alte grida e invocano coloro che uccisero e che oltraggiarono, pregandoli di lasciarli passare nella palude e di accoglierli con loro; se riescono a persuaderli, passano al di là e le loro pene finiscono, altrimenti sono risospinti nuovamente nel Tartaro e ancora nei fiumi a patire il loro destino fino a quando non siano riusciti a piegare quelli che hanno offeso: è questa, infatti, la pena che per costoro han voluto i giudici. Quelli, invece, che si son distinti per santità di vita, e che son poi coloro che si son liberati da questa terra e se ne sono allontanati come da un carcere, giungono in alto, in una pura dimora e abitano la vera terra. E specialmente quelli che si son purificati attraverso la filosofia, vivono sciolti da ogni legame corporeo, per l'eternità, anzi giungono in sedi ancor più belle di queste che non è facile descrivere e del resto ne mancherebbe, ora, anche il tempo.
(Platone, Fedone)
Dal 2° secolo AEC e per tutto il 2° secolo EC troviamo scritti ebraici apocalittici e messianici che trattano visioni del cielo, profezie della fine, salvatori futuri, sacrifici di espiazione, guerre nei cieli, retribuzioni di Dio, e molte altre cose. È importante notare che il termine ''apocalisse'' è comunemente frainteso oggi a significare "fine del mondo", ma il termine apocalisse significa in realtà "rimozione del velo", ''svelamento'', o ''rivelazione'', di solito applicata a pretese visioni letterali, che nella letteratura ebraica durante questo tempo erano spesso visioni della fine del mondo. Il libro del Nuovo Testamento chiamato Rivelazione o Apocalisse di Giovanni, è uno di questi scritti e riguarda in particolare Gesù Cristo, ma c'erano pure molti scritti simili su altre figure, e questi scritti ci forniscono la visione del mondo del tempo e del luogo della predicazione di Paolo.

Importanti scritti di questo periodo, sia ebraici sia cristiani, comprendono Il Libro di Daniele, l'Ascensione di Isaia, Il Libro di Enoc, l'Apocalisse di Sofonia, l'Apocalisse di Elia, l'Assunzione di Mosè, il Testamento di Isacco, l'Apocalisse di Adamo, l'Apocalisse di Giovanni (L'Apocalisse), l'Apocalisse di Esdra, e altri ancora.

Esaminiamone alcuni brani. Innanzitutto Il libro di Daniele, che è l'unica scrittura apocalittica ad esser parte dell'Antico Testamento. È stato anche incluso nella Septuaginta.
Nel primo anno di Baldassàr, re di Babilonia, Daniele, mentre era a letto, ebbe un sogno e visioni nella sua mente. Egli scrisse il sogno e ne fece la seguente relazione. Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna, ed ecco, i quattro venti del cielo si abbattevano impetuosamente sul Mare Grande e quattro grandi bestie, differenti l’una dall’altra, salivano dal mare. La prima era simile a un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le furono strappate le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi come un uomo e le fu dato un cuore d’uomo. Poi ecco una seconda bestia, simile a un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: «Su, divora molta carne». Dopo di questa, mentre stavo guardando, eccone un’altra simile a un leopardo, la quale aveva quattro ali d’uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il potere. Dopo di questa, stavo ancora guardando nelle visioni notturne, ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d’una forza straordinaria, con grandi denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna. Stavo osservando queste corna, quand’ecco spuntare in mezzo a quelle un altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che proferiva parole arroganti. Io continuavo a guardare, quand’ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. Continuai a guardare a causa delle parole arroganti che quel corno proferiva, e vidi che la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato a bruciare nel fuoco. Alle altre bestie fu tolto il potere e la durata della loro vita fu fissata fino a un termine stabilito. Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.
(Daniele 7:1-14)
Mentre io, Daniele, consideravo la visione e cercavo di comprenderla, ecco davanti a me uno in piedi, dall’aspetto d’uomo; intesi la voce di un uomo, in mezzo all’Ulài, che gridava e diceva: «Gabriele, spiega a lui la visione».
Egli venne dove io ero e quando giunse io ebbi paura e caddi con la faccia a terra. Egli mi disse: «Figlio dell’uomo, comprendi bene, questa visione riguarda il tempo della fine».
(Daniele 8:15-17)
Mentre io stavo ancora parlando e pregavo e confessavo il mio peccato e quello del mio popolo Israele e presentavo la supplica al Signore, mio Dio, per il monte santo del mio Dio, mentre dunque parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me: era l’ora dell’offerta della sera. Egli, giunto presso di me, mi rivolse la parola e mi disse: «Daniele, sono venuto per istruirti e farti comprendere. Fin dall’inizio delle tue suppliche è uscita una parola e io sono venuto per annunciartela, poiché tu sei un uomo prediletto. Ora sta’ attento alla parola e comprendi la visione: Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità, stabilire una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei Santi. Sappi e intendi bene: da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme fino a un principe consacrato, vi saranno sette settimane. Durante sessantadue settimane saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi. Dopo sessantadue settimane, un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui. Il popolo di un principe che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua fine sarà un’inondazione e guerra e desolazioni sono decretate fino all’ultimo. Egli stringerà una solida alleanza con molti per una settimana e, nello spazio di metà settimana, farà cessare il sacrificio e l’offerta; sull’ala del tempio porrà l’abominio devastante, finché un decreto di rovina non si riversi sul devastatore».
(Daniele 9:20-27)
In quel tempo io, Daniele, feci penitenza per tre settimane, non mangiai cibo prelibato, non mi entrò in bocca né carne né vino e non mi unsi d’unguento, finché non furono compiute tre settimane. Il giorno ventiquattro del primo mese, mentre stavo sulla sponda del grande fiume, cioè il Tigri, alzai gli occhi e guardai, ed ecco un uomo vestito di lino, con ai fianchi una cintura d’oro di Ufaz; il suo corpo somigliava a topazio, la sua faccia aveva l’aspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme di fuoco, le sue braccia e le sue gambe somigliavano a bronzo lucente e il suono delle sue parole pareva il clamore di una moltitudine. Soltanto io, Daniele, vidi la visione, mentre gli uomini che erano con me non la videro, ma un grande terrore si impadronì di loro e fuggirono a nascondersi. Io rimasi solo a contemplare quella grande visione, mentre mi sentivo senza forze; il mio colorito si fece smorto e mi vennero meno le forze.
(Daniele 10:2-8)
Mentre egli parlava con me in questa maniera, chinai la faccia a terra e ammutolii. Ed ecco, uno con sembianze di uomo mi toccò le labbra: io aprii la bocca e parlai e dissi a colui che era in piedi davanti a me: ''Signore mio, nella visione i miei dolori sono tornati su di me e ho perduto tutte le energie.''
(Daniele 10:15-16)
Ora, in quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre. Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza sarà accresciuta». Io, Daniele, stavo guardando, ed ecco altri due che stavano in piedi, uno di qua sulla sponda del fiume, l’altro di là sull’altra sponda. Uno disse all’uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume: «Quando si compiranno queste cose meravigliose?». Udii l’uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume, il quale, alzate la destra e la sinistra al cielo, giurò per colui che vive in eterno che tutte queste cose si sarebbero realizzate fra un tempo, tempi e metà di un tempo, quando fosse giunta a compimento la distruzione della potenza del popolo santo. Io udii bene, ma non compresi, e dissi: «Signore mio, quale sarà la fine di queste cose?». Egli mi rispose: «Va’, Daniele, queste parole sono nascoste e sigillate fino al tempo della fine. Molti saranno purificati, resi candidi, integri, ma gli empi agiranno empiamente: nessuno degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le intenderanno. Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l’abominio devastante, passeranno milleduecentonovanta giorni. Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni. Tu, va’ pure alla tua fine e riposa: ti alzerai per la tua sorte alla fine dei giorni».
(Daniele 12:1-13)
Nelle citazioni di cui sopra ho raccolto più o meno gli elementi della storia che si riferiscono più agli scritti di Paolo e alla storia di Gesù, anche se ci sono anche molti elementi della storia che non mi interessano perchè non hanno importanza per la storia di Gesù. La vicenda del Libro di Daniele è collocata nel 6° secolo AEC, ma in realtà è stato composto nel 2° secolo AEC e non è stato scritto, in realtà, da qualcuno di nome Daniele, proprio come Il Libro di Enoc non è stato scritto da Enoc. A differenza delle idee successive di Paolo, Il libro di Daniele è un lavoro altamente nazionalista, destinato esclusivamente ad un pubblico ebraico.

Il libro nel suo complesso è solitamente descritto come un'apocalisse, un genere in cui la rivelazione è veicolata in un contesto narrativo a un destinatario umano attraverso degli esseri ultraterreni e volta a svelare un mondo celeste e un giudizio a venire. Apocalissi del genere spesso utilizzano convenzioni di pseudonimia e utilizzano una varietà di forme letterarie.

Ora possiamo guardare al Libro di Enoc, scritto poco dopo il libro di Daniele, e non incluso nella Septuaginta e neppure nell'Antico Testamento:
Parola di benedizione di Enoc, come egli benedisse gli eletti ed i giusti che, nel giorno della afflizione, han da essere per scacciare tutti i malvagi e gli empi.
Ed Enoc, uomo giusto i cui occhi sono stati aperti dal Signore e vedeva una visione santa nei cieli, parlò e disse: ''Questo è quel che gli Angeli mi hanno mostrato; io ascoltai tutto da essi e tutto io conobbi, io che vedo non per questa generazione, ma per quella che verrà, per le generazioni lontane.
Io parlai a proposito degli eletti e parlai, per loro, col Santo e Grande che uscirà dalla sua sede ed è dominatore del mondo. Di colà Egli andrà sul Monte Sinai ed apparirà nel Suo tabernacolo, nella possanza della Sua forza, dal cielo. E tutti temeranno, e tremeranno gli angeli vigilanti, e li prenderà spavento e grande terrore, fino ai confini della terra. E le alte montagne si spaventeranno, si abbasseranno le alte colline e si liquefaranno come cera al fuoco. E la terra sarà sommersa, tutto quel che è in essa perirà e sarà giustizia su tutto e su tutti i giusti.
Ma per i giusti, Egli farà la pace e proteggerà gli eletti; su di loro sarà la benevolenza e tutti saranno del Signore, prospereranno, saranno benedetti e la luce di Dio splenderà per loro.
....
Ed accadde, da che aumentarono i figli degli uomini, che in quei tempi nacquero, ad essi, ragazze belle di aspetto. E gli angeli, figli del cielo, le videro, se ne innamorarono, e dissero fra loro: ''Venite, scegliamoci delle donne fra i figli degli uomini e generiamoci dei figli''.
E disse loro Semeyaza, che era il loro capo: ''Io tempo che può darsi che voi non vogliate che ciò sia fatto e che io solo pagherò il fio di questo grande peccato''. E tutti gli risposero e gli dissero: ''Giuriamo, tutti noi, e ci  impegniamo che non recederemo da questo proposito e che lo porremo in essere''. Allora tutti insieme giurarono e tutti quanti si impegnarono vicendevolmente ed erano, in tutto, duecento. E scesero in Ardis, cioè sulla terra del monte Armon e lo chiamarono Monte Armon poichè su di esso avevano giurato e si erano scambiati promessa impegnativa.
E questi sono i nomi dei loro capi: Semeyaza, che era il loro capo, Urakibaramel, Akibeel, Tamiel, Ramuel, Danel, Ezeqeel, Suraquyal, Asael, Armers, Batraal, Anani, Zaqebe, Samsaweel, Sartael, Turel, Yomyael, Arazeyal. Questi sono i più importanti dei duecento angeli e, con loro, vi erano tutti gli altri.
E si presero, per loro, le mogli ed ognuno se ne scelse una e cominciarono a recarsi da loro. E si unirono con loro ed insegnarono ad esse incantesimi e magie e mostraron loro il taglio di piante e radici. Ed esse rimasero incinte e generarono giganti la cui statura, per ognuno, era di tremila cubiti.
Costoro mangiarono tutto il frutto della fatica degli uomini fino a non potergli, gli uomini, più sostentare. E i giganti si voltarono contro di loro per mangiare gli uomini. E cominciarono a peccare contro gli uccelli, gli animali, i rettili, i pesci e a mangiarsene, fra loro, la loro carne e a berne il sangue. La terra, allora, accusò gli iniqui.
...
Allora Michele, Gabriele, Suriele e Uriele guardarono dal cielo e videro il molto sangue che scorreva sulla terra e tutta l'iniquità che si faceva sulla terra.
E si dissero fra loro: ''la terra, nuda, ha gridato la voce dei loro clamori fino alla porta del cielo''. Ed ora, dunque, o Santi del cielo, le anime degli uomini vi implorano dicendo: ''Portate il nostro caso dinanzi all'Altissimo''.
E dissero al loro Signore, al Re. ''Poichè sei Signore dei signori, re dei re, Dio degli Dei; poichè il trono della Tua gloria è eterno ed il Tuo nome è santo e glorioso in eterno; poichè Tu sei benedetto e glorioso...''
...
E il Signore, poi, disse a Raffaele: ''Lega Azael mani e piedi e ponilo nella tenebra, spalanca il deserto che è in Dudael e ponilo colà. E ponigli sopra pietre tonde ed aguzze e coprilo di tenebra! E stia colà in eterno e coprigli il viso a che non veda la luce! E nel grande giorno del giudizio, sia mandato al fuoco! E fa' vivere la terra che gli angeli hanno corrotto e quanto alla vita della terra, annunzia che io farò vivere la terra e che non tutti i figli dell'uomo periranno a causa del segreto di tutto quel che gli angeli vigilanti hanno distrutto ed insegnato ai loro figli.
E tutta la terra si è corrotta per aver appreso le opere di Azazel ed ascrivi a lui tutto il peccato!''.
E il Signore disse a Gabriele: ''Va contro i bastardi e i reprobi e contro i figli di meretrice e i figli degli angeli vigilanti! Falli uscire e mandali l'uno con l'altro! Essi stessi, poichè non hanno lunghezza di tempo, periranno per scambievole uccisione. E tutti loro ti pregheranno e non riuscirà ai loro padri -- poichè, per loro, i padri sperano la vita eterna -- che ognuno di loro viva cinquecento stagioni di pioggi''.
E il Signore disse a Michele: ''Annunzia a Semeyaza ed agli altri che, insieme con lui, si unirono con le donne per corrompersi, con esse, in tutta la loro impurità: quando tutti i loro figli si trafiggeranno a vicenda, e quando vedranno la morte dei loro cari, legali per settanta generazioni sotto le colline della terra fino al giorno del loro giudizio e della loro fine, fin quando si compirà l'eterna condanna. E, allora, li porteranno nell'inferno di fuoco e saranno chiusi, per l'eternità, in tormenti e in carcere. E quando Semeyaza brucerà e si estinguerà, da allora, insieme con loro, essi saranno legati fino alla fine delle generazioni. E distrutti tutte le anime del piacere e i figli degli angeli vigilanti perchè hanno fatto violenza agli uomini! Disperdi, dalla faccia della terra, tutta la violenza e finisca ogni cattiva azione ed appaia la pianta della giustizia e della rettitudine, e le azioni saranno rivolte al bene. Giustizia e rettitudine saranno, per l'eternità, piantate in letizia.
Ed allora tutti i giusti lauderanno il Signore e saranno vivi fino a che genereranno per mille generazioni e compiranno in pace tutto il tempo della loro giovinezza ed i loro sabati. E in quei tempi tutta la terra sarà lavorata nella giustizia e sarà tutta quanta piantata di alberi e si riempirà di benedizione. E pianteranno su di essa tutti gli alberi di letizia e i pianteranno sopra le viti e la vite piantatavi sopra darà frutti in abbondanza. E di tutto il seme che vi sarà seminato, una misura ne darà mille ed una misura di olive farà dieci torchi di olio.
E tu monda la terra da ogni violenza, da ogni iniquità, da ogni peccato, da ogni turpitudine che si fa su di essa! Falla finire da sopra la terra! E tutti i figli degli uomini siano giusti e tutte le genti mi adorino e mi venerino, e tutti mi si prostreranno. E la terra sarà monda da ogni impurità, peccato, flagello, tormento e non si ripeterà che io debba mandare su di essa un diluvio, nei secoli.
Ed allora io aprirò gli scrigni di benedizioni che sono nei cieli per farle scendere sulla terra, sulle opere e sulle fatiche dei figli dell'uomo. Pace e rettitudine saranno, riunite in tutti i giorni del mondo e per tutte le generazioni del mondo.
...
E il Signore ai re, ai potenti, agli elevati di grado e a coloro che abitano la terra così ordinò e disse: ''Aprite i vostri occhi, elevate i vostri corni se siete capaci di conoscere l'Eletto''. E il Signore degli spiriti stava sul trono della sua Gloria e lo spirito di giustizia scorreva su di lui e la parola della Sua bocca uccideva tutti i peccatori e tutti i perversi, ed essi scomparivano dal Suo cospetto.
E in quel giorno tutti i re, i potenti, gli eccelsi e quelli che posseggono la terra staranno in piedi, lo guarderanno e Lo conosceranno così come sarà assiso sul trono della Sua gloria e i giusti, innanzi a Lui, saranno giudicati con giustizia e non vi sarà parola inutile che al Suo cospetto sarà pronunciata. Verrà, su di loro, afflizione come di donna che sia nei dolori del parto e le sia difficile partorire, allorchè suo figlio sia sulla bocca dell'utero ed ella soffra nel partorire.
Una metà di loro guarderà l'altra metà, si spaventeranno ed abbasseranno le loro teste e li prenderà pena nel vedere questo Figlio di donna assiso sul trono della Sua gloria. E i re, i potenti e tutti coloro che posseggono la terra loderanno, benediranno ed esalteranno Colui che domina tutto quel che è segreto poichè, fin da prima, il Figlio della Madre dei viventi era stato nascosto e l'Altissimo Lo aveva custodito al cospetto del Suo esercito e Lo aveva manifestato agli eletti.
E la società dei santi e degli eletti si diffonderà e, innanzi a Lui, staranno, in quel giorno, tutti gli eletti.
Tutti i re potenti ed eccelsi e coloro che dominano la terra cadranno, al Suo cospetto, sulle loro facce, adoreranno e spereranno in questo Figlio della Madre dei viventi e impetreranno e chiederanno misericordia da Lui.
E allora, il Signore degli spiriti li sospingerà ad affrettarsi ad uscire da davanti alla Sua faccia e i loro volti saranno pieni di vergogna e saranno scuri.
Gli angeli del castigo li riceveranno per vendicarsi di loro che avranno oppresso i figli e i Suoi eletti. Ed essi saranno spettacolo per i giusti e per  suoi eletti (i quali) si rallegreranno a causa loro, poichè l'ira del Signore degli spiriti si sarà fermata su di loro ed il coltello del Signore degli spiriti sarà ubriaco del loro sangue. E i giusti e gli eletti, in quel giorno, si salveranno e, da quel giorno, non vedranno più la faccia dei peccatori e dei
perversi. E il Signore degli spiriti dimorerà su di loro ed essi dimoreranno, mangeranno, dormiranno e risorgeranno, nell'eternità, con questo Figlio della Madre dei viventi.
...
Ed avvenne, dopo di ciò, che il mio spirito si nascondesse e salisse nei cieli.
Vidi i figli degli angeli camminare su fiamme di fuoco e i loro vestiti, ed anche le loro tuniche, erano bianche e la luce del loro volto era come grandine. E vidi due fiumi di fuoco e la luce di questo fuoco splendeva come giacinto ed io caddi sul mio volto, innanzi al Signore degli spiriti.
L'Angelo Michele, uno degli arcangeli, mi prese per la mano destra, mi fece alzare e mi condusse a tutti i segreti della misericordia e della giustizia. E mi mostrò tutti i segreti dei confini del cielo e tutti i serbatoi delle stelle e delle luci, da dove tutte loro uscivano al cospetto dei Santi.
E lo spirito nascose Enoc nel cielo dei cieli. E vidi colà, in mezzo a quella luce che vi era, in essa, una casa costruita di cristallo e, fra quei cristalli vi erano lingue di fuoco vivo. Ed il mio spirito vide un cerchio che circondava quella casa: fuoco dai quattro suoi lati, fiumi pieni di fuoco vivo che circondavano quella casa. E, intorno, Serafini, Cherubini e Ofanin, cioè quelli che non dormono e custodiscono il trono della Sua gloria. E vidi angeli innumerevoli: migliaia e migliaia e decine di decine di migliaia circondavano quella casa e Michele, Raffaele, Gabriele e Fanuele e gli angeli santi che sono nell'alto dei cieli entravano ed uscivano da quella casa. E da quella casa uscirono Michele, Gabriele, Raffaele e Fanuele e molti, innumerevoli, angeli santi.
E, con essi, vi era il Capo dei Giorni e la Sua testa era come lana bianca e pura ed il suo abito era tale che non si può descrivere. E caddi sulla mia faccia e tutto il mio corpo si disciolse, il mio spirito si modificò e chiamai a gran voce, con spirito di forza, e benedissi, magnificai ed esaltai. E quelle benedizioni che uscivano dalla mia boca eran gradite al cospetto di questo Capo dei Giorni. E questo Capo dei Giorni venne con Michele, Gabriele, Raffaele e Fanuele e con migliaia e decine di migliaia di angeli, innumerevoli.
E venne presso me quell'angelo, mi salutò con la sua voce e mi disse ''Tu sei il figlio dell'uomo nato per la giustizia e la giustizia ha dimorato in te e la giustizia del Capo dei Giorni non ti abbandonerà''. E mi disse: ''Egli invoca per te pace nel Suo nome eterno poichè di là è uscita la pace, fin dalla creazione del mondo e così sarà per te, nei secoli dei secoli. E tutto quel che sarà e andrà sulla tua strada accadrà mentre la giustizia non ti abbandonerà, nei secoli. Con te sarà la loro residenza, con te sarà la loro parte ed essi non si separeranno da te, nei secoli. E così, sarà lungo il tempo con quel Figlio dell'Uomo e la pace sarà per i giusti e la via sarà retta per i giusti, nel nome del Signore degli spiriti, nei secoli''.
(dal Libro di Enoch)

Ci sono diversi punti importanti qui da sottolineare quando parlerò delle lettere di Paolo. 

Ora si può guardare all'Apocalisse di Sofonia, scritta o nel 1° secolo AEC o nel 1° secolo EC:
E uno spirito mi prese e mi portò fino al quinto cielo. E vidi gli angeli che sono chiamati "signori". E il diadema fu posto su di loro nello Spirito Santo, e il trono di ciascuno di essi fu sette volte più brillante della luce del sole che sorge. Ed essi dimoravano nei templi di salvezza, cantando inni a Dio ineffabile.
...
Vidi un'anima che cinquemila angeli punivano e sorvegliavano. La presero ad Oriente e la portarono in Occidente . Percossero il suo ... dettero un centinaio di ... frustate a ognuno quotidianamente. Avevo paura e caddi sulla mia faccia in modo che il mio corpo si disciolse. L'angelo mi aiutò. Lui mi disse : "Sii forte , o tu trionferai, e prevali in modo da trionfare sull'accusatore e salire dagli Inferi". E dopo che mi alzai dissi: "Chi è costui che stanno punendo?" Lui mi disse : "Questa è un'anima che è stata trovata ribelle alla legge". E prima di arrivare a pentirsi è stata visitata e strappata al suo corpo. In verità, io, Sofonia, vidi queste cose nella mia visione.
...
Ma andai con l'angelo del Signore, e guardai davanti a me e vidi delle porte. Poi quando mi avvicinai scoprii che erano porte di bronzo. L'angelo le toccò e si aprirono davanti a lui. Entrai con lui e trovai la sua intera piazza come una bella città, e camminai al suo centro. Allora l'angelo del Signore si trasformò insieme a me in quel luogo.

Ora guardai a loro, e scoprii che erano porte di bronzo con bulloni in bronzo e spranghe di ferro. Ora la mia bocca era chiusa al riguardo.
Guardai le porte di bronzo di fronte a me come il fuoco veniva gettato via per circa cinquanta stadi.
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Poi mi alzai e rimasi ritto, e vidi un grande angelo in piedi davanti a me con la sua faccia splendente come i raggi del sole nella sua gloria, per il suo volto simile a colui che è perfetto nella sua gloria. E si era cinto come se una cintura d'oro fosse sul suo petto. I suoi piedi erano come di bronzo che è fuso nel fuoco. E quando lo vidi, gioii, perché pensai che il Signore Onnipotente era venuto a farmi visita. Caddi sulla mia faccia, e io lo adorai. Ed egli mi disse: " Bada di non adorarmi. Io non sono il Signore Onnipotente, ma sono il grande angelo, Eremiele, che è sopra l'abisso e gli Inferi, quello in cui tutte le anime sono imprigionate dalla fine del Diluvio, che si abbattè sulla terra, fino a questo giorno".
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Poi il grande angelo venne da me con la tromba d'oro in mano, e il suo soffio risuonò fino al cielo. Il cielo si aprì dal luogo dove sorge il sole a dove tramonta, da nord a sud. Vidi il mare che avevo visto al fondo degli Inferi.

Le sue onde arrivavano fino alle nuvole. Vidi tutte le anime affondare in esso. Vidi alcuni le cui mani erano legati al loro collo, con le mani e i piedi incatenati. Io chiesi: "Chi sono questi ?" Egli mi rispose: "Questi sono quelli che furono corrotti e sono stati provvisti di oro e argento fino a quando le anime degli uomini si sono smarrite. " E vidi gli altri coperti di mantelli di fuoco. Io chiesi: " Chi sono questi?" Egli mi rispose: "Questi sono quelli che danno denaro a interesse, e che ricevono interesse per interesse". E vidi anche alcuni ciechi che gridavano. E rimasi stupito quando vidi tutte queste opere di Dio . Io chiesi: "Chi sono questi?" Egli mi rispose: ''Questi sono i catecumeni che ascoltarono la parola di Dio, ma non furono perfetti nell'opera che ascoltarono". E io gli chiesi: " Allora non si ravvedono qui?" Egli rispose: "Sì". Domandai: "da quanto tempo?" Egli mi rispose: "Fino al giorno in cui il Signore giudicherà.'' E vidi altri in possesso della loro capigliatura.
Chiesi: "Allora ci sono capigliatura e corpo in questo luogo?" Lui rispose: "Sì, il Signore dona loro corpo e capigliatura come Egli desidera.''
...
E ancora una volta il grande angelo venne avanti con la tromba d'oro in mano che soffia sulla terra. La udirono dal luogo del sorgere del sole fino al luogo del tramonto e dalle regioni meridionali fino alle regioni settentrionali. E ancora risuona fino al cielo e il suo suono è udito. Io domandai: "O Signore, perché tu mi lasci fino a quando non li ho visti tutti?" Egli mi disse: "Io non ho autorità per mostrare loro a te fino a quando il Signore onnipotente si erge nella sua ira per distruggere la terra e i cieli. Essi vedranno e saranno sconvolti, e tutti grideranno, dicendo: ''Tutta la carne che viene sacrificata a Te la daremo a Te nel giorno del Signore.'' Chi starà in Sua presenza, quando Egli si leva nella sua ira per distruggere la terra e i cieli? Ogni albero che germoglia sulla terra sarà sradicato dalle sue radici e cadrà giù. Ed ogni alta torre e gli uccelli che volano cadranno...
(dall'Apocalisse di Sofonia)
Come si può facilmente intuire, qui c'è una storia di Sofonia che è portato fino al quinto cielo, che probabilmente è stato visto come il cielo più superiore da parte dell'autore, il cielo dove dice di vedere angeli che sono chiamati "signori", fondamentalmente governanti. L'autore giura anche che quello che sta dicendo è vero e che realmente ha visto tutte quelle cose.
Alla fine compare il monito della prossima, imminente distruzione del mondo da parte del Signore.

Ora posso passare al Martirio di Isaia, un'opera che presenta non solo le varie potenze celesti mentre dirigono gli eventi sulla terra, ma anche il profeta Isaia che predice la propria morte e viene poi ucciso secondo la sua previsione in una scena in cui è deriso e perseguitato.
E avvenne che nel ventiseiesimo anno del regno di Ezechia, re di Giuda, che egli chiamò Manasse, suo figlio. Ora era il suo unico figlio.
Ed egli lo chiamò alla presenza di Isaia figlio di Amoz il profeta , e alla presenza di Josab figlio di Isaia , al fine di consegnare a lui le parole della giustizia che il re stesso aveva visto:
E dei giudizi eterni e dei tormenti della Gehenna , e del principe di questo mondo, i suoi angeli, le sue autorità e i suoi poteri.
E le parole della fede dell'Amato che egli stesso aveva visto nel quindicesimo anno del suo regno durante la sua malattia.
E consegnò a lui le parole scritte che Samnas lo scriba aveva scritto, e anche quelle che Isaia, figlio di Amoz, aveva dato a lui, e anche ai profeti, affinchè potessero scrivere e memorizzare con lui quello che lui stesso aveva visto nella casa del re per quanto riguarda il giudizio degli angeli e la distruzione di questo mondo, e per quanto riguarda le vesti dei santi e del loro manifestarsi, e per quanto riguarda la loro trasformazione e la persecuzione e l'ascensione dell'Amato.
Nel ventesimo anno del regno di Ezechia, Isaia aveva visto le parole di questa profezia e li aveva consegnati a Josab suo figlio. E mentre lui (Ezechia) impartiva istruzioni, Josab il figlio di Isaia rimaneva in piedi.
Isaia disse al re Ezechia re, ma non in presenza di Manasse, ma a lui soltanto: ''Come è vero che il Signore vive, e lo Spirito che parla in me vive, tutte queste istruzioni e queste parole saranno rese vane da Manasse tuo figlio, e per il tramite delle sue mani io morirò durante la tortura del mio corpo.
E Sammael Malchira servirà Manasse, ed eseguirà tutto il suo volere, e diventerà un seguace di Beliar piuttosto che di me.
E molti in Gerusalemme e in Giudea lo indurranno ad abbandonare la vera fede, e Beliar dimorerà in Manasse, e mediante le sue mani io sarò fatto a pezzi''.
E quando Ezechia udì queste parole, egli pianse molto amaramente, e si stracciò le vesti, e si versò terra sulla sua testa, e cadde sulla sua faccia.
E Isaia gli disse: ''Il consiglio di Sammael contro Manasse è compiuto:  Nessuno si avvarrà di te."
E in quel giorno Ezechia aveva risolto in cuor suo di uccidere suo figlio Manasse.
E Isaia disse a Ezechia: ''L'Amato ha reso vano il tuo disegno, e lo scopo del tuo cuore non sarà realizzato, per questa chiamata sono stato prescelto e riceverò l'eredità dell'Amato".
(Martirio e Ascensione di Isaia 1:1-13)
E, quando Isaia, figlio di Amoz, vide l'illegalità che veniva perpetrata a Gerusalemme e l'adorazione di Satana e la sua dissolutezza, si ritirò da Gerusalemme e si stabilì a Betlemme di Giuda.
(Martirio e Ascensione di Isaia 2:7)
E Belchira accusò Isaia e i profeti che erano con lui, dicendo : ''Isaia e quelli che sono con lui profetizzano contro Gerusalemme e contro le città di Giuda che saranno devastate e contro i figli di Giuda e di Beniamino che andranno anchè in cattività, e anche contro di te, o re mio signore, che tu finirai legato con ganci e catene di ferro''.
Ma essi profetizzano falsamente contro Israele e Giuda.
E Isaia stesso  aveva detto: ''io vedo più chiaramente di Mosè, il profeta''.
Ma Mosè disse: ''Nessun uomo può vedere Dio e vivere'', e Isaia stesso aveva detto: ''Ho visto Dio ed ecco, io vivo''.
Conosci, dunque, o re, che sta mentendo. E Gerusalemme l'ha anche chiamata Sodoma, e i principi di Giuda e di Gerusalemme li ha dichiarati di essere il popolo di Gomorra. Ed egli portò molte accuse contro Isaia ed i
profeti, al cospetto di Manasse.
Ma Beliar dimorava nel cuore di Manasse e nel cuore dei principi di Giuda e di Beniamino e degli eunuchi e dei consiglieri del re.
(Martirio e Ascensione di Isaia 3:6-11)
E quando Isaia stava per essere fatto a pezzi, Belchira si alzò, accusandolo, e tutti i falsi profeti si alzarono in piedi, deridendolo e compiacendosi per la sua sorte.
E Belchira, con l'aiuto di Mechembechus, si lezò dinanzi ad Isaia, deridendolo e sbeffeggiandolo.
E Belchira disse a Isaia: ''Dì: 'Io ho mentito in tutto ciò che ho detto, e così pure la condotta di Manasse è buona e giusta. E anche la condotta di Belchira e dei suoi collaboratori è buona'."
E questo gli disse quando egli cominciò a venir fatto a pezzi.
Ma Isaia fu assorto in una visione del Signore , e anche se i suoi occhi erano aperti, non badò a loro.
E Belchira parlò così a Isaia : ''Dì quello che ti dico e io cambierò i loro cuori, e indurrò Manasse ed i principi di Giuda e il popolo e tutta Gerusalemme a rispettare te.
E Isaia rispose e disse: ''Finchè io posso parlare, io dico: sii dannato e maledetto tu e tutti i tuoi poteri e tutta la tua casa.
Infatti tu non puoi prendere da me alcunché salvo la pelle del mio corpo".
E presero e fecero a pezzi Isaia, figlio di Amoz, con una sega di legno.
E Manasse e Belchira ed i falsi profeti e i principi e le persone e tutti rimasero in piedi a guardare.
E ai profeti che erano con lui, rivolse queste parole prima di essere fatto a pezzi: "Andate alla regione di Tiro e Sidone, per me solo Dio ha versato la coppa".
E quando Isaia venne fatto a pezzi, egli non gridò né pianse, ma le sue labbra parlarono con lo Spirito Santo fino a quando fu tagliato in due.
(Martirio e Ascensione di Isaia 5:2-14)

Di particolare importanza in questo brano è il ''principe di questo mondo, i suoi angeli, le sue autorità e i suoi poteri", un'allusione a "Satana" e alle potenze celesti e terrestri che lo seguono.


Gli studiosi riconoscono all'unanimità che l'Ascensione di Isaia è una finzione, ma i personaggi del Martirio di Isaia, il re Ezechia e suo figlio, ecc., sono storici o pseudo-storici, vale a dire l'autore del Martirio di Isaia era convinto che fossero storici anche ammesso che non lo fossero nel passato reale. Nell'Ascensione di Isaia osserviamo una storia pseudo-storica che coinvolge tutti gli stessi elementi inclusi nella successiva storia di Gesù.

Con tutto questo, si realizza una certa idea della cosmologia che esisteva tra gli ebrei ellenistici durante il 1° secolo. Gli scritti appena citati sono molto rappresentativi delle credenze del tempo e del luogo in cui Paolo predicava e scriveva, e ciò che troviamo nelle lettere di Paolo è lo stesso linguaggio, la stessa atmosfera, le stesse convinzioni apocalittiche e lo stesso genere di affermazioni che troviamo in questi scritti precedenti.

L'unica cosa nuova e diversa negli scritti di Paolo è il nome di Gesù e la sua dichiarazione che Gesù è stato crocifisso, e non invece smembrato o dilaniato o appeso o torturato con vari altri mezzi, come è avvenuto in tante altre storie che hanno preceduto la storia di Gesù.

Poco prima della storia di "Gesù Cristo" abbiamo già storie ebraiche al di fuori dell'Antico Testamento, caratterizzate dai seguenti aspetti:

1) Uso dei titoli di Figlio di Dio, Figlio dell'Uomo, Principe della Pace, Unto, Re dei Re, ecc.

2) Gli Eletti (parecchi individui e/o angeli che saranno giustificati).

3) Potenze celesti che combattono tra loro in cielo e attraverso la manipolazione degli eventi sulla terra.

4) Eroi che predicono la propria morte.

5) Racconti di sofferenze e persecuzioni.

6) Promesse di immortalità.

7) Descrizioni di resurrezioni.

8) L'imminente fine del mondo.

9) L'imminente creazione di un nuovo mondo giusto.

10) Angeli interagenti con gli uomini sulla terra.

11) Individui che hanno visioni (o sostengono di averle avute) a testimonianza della loro verità.

12) Individui che affermano di aver assistito a eventi sorprendenti sulla terra e che testimoniano la loro verità.