martedì 29 aprile 2014

Dei vari «Gesù» del Talmud

Bart Ehrman, che pure ridimensiona (giustamente) l'importanza attribuita a Plinio, Svetonio, Tacito e Flavio Giuseppe nella questione della storicità di Gesù, tuttavia, sebbene dica del Talmud che:
...è una collezione di materiali disparati dell'antico Giudaismo: dispute legali, aneddoti, folklore, costumi, e detti. Gran parte del materiale si riferisce direttamente a dottrine e storie circa gli antichi rabbini, cioè, i maestri ebrei. La collezione fu messa insieme parecchio tempo dopo i giorni di Gesù.

...subito dopo arriva a contraddirsi dicendo che il Talmud non serve a granchè nel recuperare un ipotetico Gesù storico.
Ma come? Dalla descrizione che il folle apologeta Bart Errorman ne ha appena dato si direbbe che quantomeno un venerabile maestro ebreo come Gesù meriterebbe piena menzione nel Talmud. Se nella pura zavorra speculativa dei folli apologeti rientra la considerazione che dicerie su Gesù giunsero alle orecchie di Flavio Giuseppe, di Tacito e di Plinio, allora quale documento meglio del Talmud avrebbe ricordato qualcosa di autenticamente genuino riguardo questo ebreo Gesù di Nazaret, a maggior ragione dal momento che quell'ipotetico Gesù si sarebbe rivolto ad un pubblico di soli ebrei? Il Talmud sarebbe il primo posto in cui andare a guardare per vedere se c'è traccia di un Gesù di Nazaret o qualcosa che vi rassomigli anche solo alla lontana. 


Così Ehrman:

Gesù non è mai menzionato nella più antica parte del Talmud, la Mishnah, ma appare solo nei più tardi commentari della Gemara. Uno dei problemi anche con quei riferimenti davvero tardi è che Gesù non è realmente chiamato per nome perfino se è ragionevolmente chiaro che è lui quello che si sta intendendo.

Davvero ridicolo. Da quello che va raccontando il folle apologeta Bart Errorman, tutti nell'Impero stanno facendo passaparola su Gesù il predicatore ebreo tranne il popolo ebraico che si ipotizza essere l'unico destinatario principale della sua presunta predicazione.  Come se tutti nel mondo parlino del pontefice attuale tranne che in Argentina.

Ehrman non si sofferma granchè nel parlare dei vari ''Gesù'' del Talmud, eppure quei ''Gesù'' sono davvero interessanti. Prendo a caso uno di loro:
Alla vigilia della Pasqua [ebraica], Yeschu fu appeso. Per quaranta giorni prima dell’esecuzione, un araldo gridava “Egli sta per essere lapidato perché ha praticato la stregoneria e ha condotto Israele verso l’apostasia. Chiunque sappia qualcosa a sua discolpa venga e difenda il suo operato”. Poiché nessuna testimonianza fu mai portata in suo favore, egli fu appeso alla vigilia della Pasqua. - Replicò Ulla: “Pensi che egli sia stato uno per il quale ci si sarebbe potuta attendere una discolpa? Non era egli un sobillatore, riguardo cui la Scrittura dice: non perdonarlo, non coprire la sua colpa? Con Yeschu comunque fu diverso, perchè stava vicino al regno”.
Talmud Sanhedrin 43a 


Ammettiamo per un attimo gratis che quei racconti fossero veri e preservassero autentica informazione su un certo ebreo Yeschu vissuto 100 anni dopo che i cristiani parlassero di lui.
La conclusione sarebbe allora che è esistito un ''Gesù storico'' ma sfortunatamente non si tratta affatto di quello che gradirebbe recuperare un Bart Errorman o un Maurice Casey, nonostante tutto il loro professato amore per l'''ebraicità'' di Gesù.

Sarebbe di sicuro una coincidenza che uno Yeschu conosciuto dagli ebrei sia vissuto 100 anni dopo Pilato. Un'enorme coincidenza. O più probabilmente l'ennesimo, goffo tentativo di collocare un ''Gesù storico'' nella Storia, senza prima mettersi d'accordo sulle date.
Ad esempio, così Ireneo:
I trenta Eoni non sono classificati dal fatto che Cristo fu battezzato nel Suo trentesimo anno: Lui non patì nel dodicesimo mese dopo il Suo battesimo, ma aveva più di cinquant'anni quando morì.
(Ireneo, Contro le Eresie 2.22, mia enfasi)

Ireneo, il primo cristiano che nomina i vangeli -- il primo cristiano, cioè, che esordisce pomposamente dicendo ''secondo Marco'', ''secondo Giovanni'', ecc. -- afferma che Gesù fu ucciso a 50 anni.


Se il cristianesimo attuale crede sulla parola a Ireneo quando costui ci dice i nomi dei quattro evangelisti, e quanti vangeli si devono considerare canonici, dovrebbe credere sulla parola Ireneo anche quando dice che Gesù aveva 50 anni quando fu crocifisso. Oltre a Marcione, gli altri due autori cristiani che testimoniano di aver letto i vangeli sono che io sappia Giustino Martire e il suo allievo Taziano. Ma loro citano rispettivamente le fantomatiche ''Memorie degli Apostoli'' e il ''Diatessaron'', probabilmente armonizzazioni dei vangeli canonici. Non avrebbero di certo avuto le diverse datazioni della nascita di Gesù trovata in Luca e in Matteo. Luca fa nascere Gesù durante il censimento di Quirino (6 EC) mentre Matteo lo fa nascere sotto Erode il Grande (morto nel 4 AEC).   Il Gesù dei vangeli muore sotto Tiberio.

L'assenza di vangeli con le nostre datazioni attuali prima di Ireneo potrebbe spiegare come faceva quell'apologeta cristiano a far morire Gesù all'età di 50 anni, sotto Claudio.