mercoledì 16 aprile 2014

Dell'inaffidabilità della tradizione orale... ...e della sua necessità

Il desiderio di ogni cristiano, di qualunque chiesa, è sempre stato quello di confidare nella legittimità della cosiddetta Successione Apostolica: non perdere il filo diretto con gli individui storici che appresero le loro dottrine direttamente da Gesù.
Valentino pretese di essere un allievo di Teuda che a sua volta pretese di essere seguace di Paolo.
Dal canto suo, Ireneo pretese di essere seguace di Policarpo il quale a sua volta strinse la mano dell'evangelista Giovanni (o almeno, lo pretese). Eusebio afferma che Papia, contemporaneo di Policarpo, strinse la mano a chi strinse la mano agli stessi apostoli. Sempre Eusebio dice che ''Marco'' era un fedele discepolo e scriba di Pietro.


Sia lo gnostico Valentino che il cattolico Ireneo vissero a metà del secondo secolo.


Policarpo pretende, nel suo ''Martirio di Policarpo'' di essere morto dopo aver servito Gesù la bellezza di 86 anni (strano che da morto ci informi di questo!). E questo intorno al 160 EC. Ne consegue che Policarpo nacque alla fine del I secolo.


Nel 70 EC milioni di ebrei furono sterminati in seguito alla prima guerra giudaica contro Roma, e altri milioni morirono nella rivolta di Bar Kochba.

Così se Gesù avesse avuto discepoli, e neppure sappiamo se erano più vecchi o più giovani di lui, sarebbero vissuti fino al 70, nel caso migliore, tenuto conto che è difficile per gli anziani sopravvivere all'Olocausto del 70 e alla luce del fatto che Gesù in Matteo dice di non raccogliere seguaci tra i gentili (anche se c'è da dubitare che la frase fosse la sua, dato che lo stesso giudeocristiano Matteo fa dire al Gesù risorto di andare a predicare dalle genti, quindi tradendo non solo proselitismo giudeocristiano tra i gentili timorati di Dio, ma anche un punto implicitamente antipaolino nella pretesa ''di Gesù'' di trascurare i gentili per pensare agli ebrei come Pietro e i Pilastri). 

Policarpo avrebbe appreso da qualche discepolo di Gesù al più da quindicenne. Quindi, al fine di meritare una Successione Apostolica degna di questo nome, ciascun cristiano dovrebbe sperare che un vecchio di circa 90 anni fosse abbastanza sano di mente da istruire appositamente un quindicenne Policarpo per permettere a quest'ultimo di istruire a dovere gli Ireneo o i Valentino di turno. E il tutto va mantenuto ricordando che quel novantenne doveva essere tanto robusto da resistere a tutti gli acciacchi della sua azione missionaria per le contrade dell'Impero, vivendo di quel poco che gli davano le comunità che lo ospitavano.

Ha senso tutto questo?

Per nulla.
Ma anche Policarpo non solo fu istruito da apostoli e conversò con molti che avevano visto Cristo, ma fu anche, grazie ad apostoli dell'Asia, costituito vescovo della Chiesa di Smirne, che anch'io vidi nella mia prima giovinezza, infatti egli sostò [sulla terra] un tempo davvero lungo, e, da uomo parecchio anziano, soffrendo gloriosamente e nella maniera più nobile il martirio, si congedò da questa vita, avendo sempre impartito le cose che aveva appreso dagli apostoli, e che la Chiesa ha trasmesso, e che esse sole sono vere.

Quelle cose confermano tutte le chiese dell'Asia, come anche coloro che sono succeduti a Policarpo fino al presente, -- un uomo che era di molto più grande valore, e un più forte testimone della verità, rispetto a Valentino, a Marcione, e al resto degli eretici. Lui era colui che, giungendo da Roma al tempo di Aniceto, indusse molti a volgersi indietro dai suddetti eretici per la Chiesa di Dio, proclamando di aver ricevuto quest'unica e sola verità dagli apostoli - quella verità, precisamente, che è trasmessa ai posteri dalla Chiesa.

(Ireneo, Contro le Eresie 3.3.4)

Tutti i cristiani nel secondo secolo si confortavano a vicenda dicendo questo genere di ''storielle'' per autenticare la loro ambiziosa pretesa di rappresentare legittimamente gli apostoli che ''videro'' il Cristo, per legittimare in definita le loro Chiese. Noi tutti, cristiani o meno, siamo discendenti della Chiesa che vinse.


Questo fatto bruto rende perfino me un ''credente'' nel Gesù tradizionale. Mi trovo mio malgrado paradossalmente nella strana posizione di chi deve ''credere'' nel fatto che altri, gli ''antichi cristiani'', ''credevano'' in un insieme di tradizioni su Gesù. Ma la tradizione non mi permette affatto di distinguere tra la vera realtà e l'irrealtà, la mera illusione. Si tratta di una sfumatura per nient'affatto trascurabile. Perchè si porta seco l'inevitabile conseguenza che qualunque cosa puoi immaginare su Gesù, SE ESISTITO, devi sempre premetterla -- SE SEI INTELLETTUALMENTE ONESTO -- con un doveroso ''secondo la tradizione'' nell'incipit.

È come assistere ad una valanga di neve che precipita addosso dall'alto di una montagna. 
 
Tutto ciò che posso vedere dal basso è solo un enorme ammasso di neve in avvicinamento. Ma non riuscirò mai a distinguere bene tra la neve che rappresenta l'''essenza'' della valanga originaria e quella che nel frattempo viene assorbita, trascinata e attratta a sua volta man mano che la palla scende sempre più nel suo percorso. La traditio è esattamente quello che vede chi sta DI FRONTE alla valanga. Mi trovo io in quella posizione. E anche il lettore. Da quella posizione non si riesce a sapere se è stato Paolo a scatenare la valanga, o i Pilastri prima di lui, o un eventuale Gesù storico prima ancora dei Pilastri. Non c'è nessun modo per essere sicuri. La stessa traditio è impenetrabile come una Sfinge. Perchè, come una Sfinge, nasconde gelosamente i suoi segreti. E le sue più imbarazzanti paure.



È chiaro fin da subito allora che un ipotetico Gesù storico è irraggiungibile, stante questo desolato panorama.  Sarebbe già tanto se potessi dimostrare con qualche grado di certezza la sua storicità, e rassegnarmi a buttare a mare il resto nell'oblìo da dove è venuto, o al più a tenerlo come mero intrattenimento serale, un lusus eruditorum (che a dire il vero, è un gioco che amano fare di più i folli apologeti, e quindi andrebbe meglio chiamato lusus apologetarum).

Esisteva la tradizione che Gesù fu crocifisso. Ma Gesù fu crocifisso veramente? Sulla terra firma, intendo? Chi lo sa? Abbiamo solo quello che dice la tradizione.

Gesù era un predicatore itinerante? Abbiamo una tradizione (i vangeli, vale a dire: l'insieme delle ri-edizioni sempre dello stesso vangelo di Marco) che dice che Gesù era un predicatore itinerante.

Abbiamo un'altra tradizione (Paolo) che non lo dice.