domenica 8 giugno 2014

Del perchè «Gesù non è esistito», per Eugenio Scalfari

Ancora stento a crederci. Il giornalista Eugenio Scalfari ha dichiarato a chiare lettere che Gesù "non è esistito'' e non solo, ne fa l'opinione di tutti coloro che si dicono atei:
''Per i non credenti è un personaggio storicamente inesistente, inventato da una setta ebraica''
Eugenio Scalfari

Lo stupore deriva dal fatto che avevo sospettato fino all'altro ieri che Eugenio Scalfari la pensasse in materia di Gesù in maniera del tutto simile ad un altro giornalista ateo, Corrado Augias, appiattito quest'ultimo sulla medesima visione desolatamente apologetica del criptocristiano Mauro Pesce, il quale quanto a totale incompetenza (e assenza di spirito critico) non lascia più adito ad alcun dubbio, come constato personalmente nella mia critica al suo ridicolo libro sulla morte del (suo) Gesù.
Fa davvero piacere invece vedere che Eugenio Scalfari sia capace della stessa audacia, indipendenza e onestà intellettuale che riconosco a Piergiorgio Odifreddi: pur parlando da non-esperti, comunque sono stati capaci di sospettare, per trarre le loro conclusioni,  del profondo alone (o dovrei dire puzzo?) apologetico-dogmatico che inquina da cima a fondo chiunque asserisce che ''Gesù è esistito al di là di ogni ragionevole dubbio'' e apologia simile. Ma laddove Piergiorgio Odifreddi si mantiene ancora agnostico sulla storicità di Gesù (a volte suona storicista minimalista, altre volte agnostico, altre volte ancora miticista) Eugenio Scalfari è molto più chiaro e cristallino. Onestà che è ancor più tale dal momento che il privilegio di parlare col pontefice non si è affatto mutato per lui in un onere clericale su cosa dire e non dire per non dispiacere, a differenza di tanti altri.

Leggere per credere le sue medesime parole:


Eros è al centro di quella nuova mitologia evocata da Gohete e da Hegel e con lui Atena, Dioniso, Apollo, Ermes, Afrodite. Ma non soltanto queste divinità al tempo stesso olimpiche e mitologiche. Anche il Brahma ne fa parte, e Mosè, e Buddha. Ne fa parte anche Gesù di Nazaret e su quest'ultimo nome vorrei soffermarmi come ho già fatto nei libri sopra citati.
Gesù per i credenti è il Figlio di Dio che si è incarnato assumendo su di sé le debolezze degli uomini, le loro gioie, i loro peccati, il loro dolore e insieme la fatica del vivere e la paura della morte.
Per i non credenti è un personaggio storicamente inesistente, inventato da una setta ebraica guidata da persone assai creative e capaci di dar vita ad una religione che dopo duemila anni di storia conta ormai tra le sue varie comunità, poco meno di due miliardi di fedeli.


Per me che non credo in nessun tipo di divinità personalizzata e personalizzabile, Gesù è un personaggio mitologico e come tale eterno e moderno. Eros è il signore dei desideri, Afrodite del piacere, Ermes è il messaggero del futuro, Atena personifica l'intelligenza e la ''polis'', Dioniso le metamorfosi, Apollo la forma che emerge nitida dal caos primigenio, Buddha la saggezza.
Gesù di Nazaret è il mito dell'amore per gli altri, la ''caritas'', l'identificazione con i poveri, con gli esclusi, con i diversi, insomma con l'umanità intera. Figlio di Dio e al tempo stesso Figlio dell'Uomo che è Dio perchè è lui ad averlo inventato e quindi creato. Gesù incarna una specie che è la sola a poter pensare se stessa e a creare Dio con la sua sconfinata immaginazione. Noi pensiamo Dio e Gesù è il genio mitico che rappresenta la specie. Di tutte le altre figure mitologiche è quella che riassume e le contiene perchè tutte le figure mitologiche altro non sono che figurazioni parziali della specie e Gesù che la specie personifica contiene dunque dentro di sè tutti gli altri miti.
Questo penso ed in questo credo.

(Eugenio Scalfari, tratto da Perchè Gesù è il mito universale, in L'Espresso, 12 giugno 2014, mia enfasi)

Non avrei saputo scrivere di meglio. L'accademico miticista (nonchè prete cattolico) Thomas Brodie non dice forse la stessa cosa, quando anche lui sottolinea che ''Gesù incarna una specie che è la sola a poter pensare se stessa e a creare Dio con la sua sconfinata immaginazione'' ? L'autorevole biblista Thomas L. Thompson non aveva anche lui a più riprese puntato il dito, con un enorme arsenale di evidenza, che ''tutte le figure mitologiche altro non sono che figurazioni parziali della specie e Gesù che la specie personifica contiene dunque dentro di sè tutti gli altri miti'' ? Il serio studioso Richard Carrier non ritiene anche lui più probabile che è stata ''una setta ebraica guidata da persone assai creative'', più precisamente una religione misterica ebraica, prima ad adorare e poi, dopo il 70, ad antropomorfizzare l'angelo Gesù sulla terra firma?

Gesù di Nazaret è solo un'invenzione, consolatoria e vagamente autoingannevole, di quelli ebrei umiliati dai Romani di Tito che nel giro di pochi anni, in reazione alla distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 EC, hanno cercato, attraverso di lui, di elaborare il lutto della sconfitta e della minacciata estinzione di un'intera civiltà. 



Ha ragione Eugenio Scalfari, nonostante i toni forse un pò eccessivamente melensi che lo caratterizzano quando enfatizza troppo il mito dell'amore cristiano (più propagandato che realizzato, a dire il vero), a dire che il mitologico Gesù è da identificarsi ''con i poveri, con gli esclusi, con i diversi, insomma con l'umanità intera'': con l'umanità sofferente, aggiungerei io, dal momento che la crocifissione e la risurrezione sono gli unici due aspetti inconfondibili del Gesù mitologico di Paolo in seguito finiti anche nella vita sulla terra che iniziò a prendere l'arcangelo Gesù col primo vangelo, facendone per sempre l'icona incontrastata del dio che muore e risorge.

E ''come tale eterno e moderno''.