domenica 12 ottobre 2014

John Allegro aveva ragione: Il Gesù Dei Più Antichi Cristiani Era Solo Frutto Di Allucinazione.


E lo sai. Quando guardi un film, sai benissimo che spesso ti viene da piangere, anche se davanti a te hai solo uno schermo. Ti dimentichi completamente di essere solo un osservatore e ti identifichi con un personaggio al punto che, se lui soffre, tu cominci a piangere. Questo è ciò che fanno le tue cosiddette persone religiose! Sono così coinvolte nelle loro fantasie, immaginano dei e dee di tutti i tipi a tal punto che hanno completamente dimenticato se stesse. Adorano qualcosa che non esiste, ma con tale e tanta intensità che diventano vittime di allucinazioni.
Un cristiano può vedere Gesù a occhi aperti, mentre un hindu puà vedere Krishna a occhi aperti. Viceversa, è difficilissimo che Gesù appaia a un hindu; a un hindu Gesù non appare mai, neppure per sbaglio, così come a un cristiano non appare mai Krishna. Una volta ogni tanto non sarebbe un gran male, ma né Gesù né Krishna hanno mai commesso questo errore; il cristiano non permetterà che accada: la sua allucinazione è Gesù, non può vedere Krishna; sullo schermo appare solo ciò che proietti.Se stai proiettando un film, sullo schermo appare solo quel film; se ne proietti un altro, sullo schermo appare quell'altro; non è possibile proiettare un film e vederne uno diverso sullo schermo. Ecco perchè non è possibile che Krishna appaia a un cristiano, a un musulmano o a un ebreo. Gesù non può apparire ad altri che ai cristiani.
Tuttavia, noi continuiamo a sostenere e a rafforzare le nostre fantasie e allucinazioni. E cosa ne hai ricavato? Cosa ti hanno dato migliaia di anni di allucinazioni? Questa umanità che vedi in tutto il mondo, questo caos? Questo è il risultato di migliaia di anni di pratiche e di discipline religiose, di riti e di preghiere? Milioni di chiese, di sinagoghe e di templi diffusi su tutta la Terra hanno dato questo risultato? L'essere umano che conosci, le persone in carne e ossa, questa umanità: è tutto qui il risultato di questi sforzi?
Era inevitabile, perchè abbiamo sprecato tutti questi anni coltivando cose senza senso, chiamandole religione. Abbiamo sprecato un'enorme quantità di tempo durante il quale potevamo ascendere a picchi ignoti e a profondità insondabili, tempo in cui potevamo raggiungere la libertà dello spirito, la compassione dell'anima, l'integrità, l'individualità. Se queste migliaia di anni non fossero state sprecate nell'inseguimento di un finto Dio, di un imbroglio che non vale un centesimo... E tu mi chiedi: «Davvero non credi?».
Non si tratta di credere o di non credere: non c'è nessuno in cui credere o non credere! Non esiste alcun Dio.
Quindi, per favore, ricorda: non iniziare a dire che io sono un miscredente. Io non sono né un credente né un miscredente; sto semplicemente dicendo che tutto ciò è una proiezione della mente umana e che è tempo di fermare questo gioco contro noi stessi. È tempo di dire addio a Dio, una volta per tutte.

(liberamente estratto da Osho, Liberi di Essere)


L'accademico John M. Allegro ebbe la carriera rovinata, e l'esistenza stessa, a causa di una pubblicazione sconvolgente che a sentirla per la prima volta desta effettivamente scandalo misto a incredulità. Oltre che la solita caccia all'eretico blasfema di turno. Tutto molto scontato.

Infatti John Allegro negli anni Settanta avanzò l'ipotesi che l'antico cristianesimo fosse un culto basato sullo stato alterato di coscienza, creato da un certo tipo di fungo allucinogeno. In tale contesto, ''Gesù'' era soltanto una definizione in codice del fenomeno. Da divinità incarnata a fungo commestibile: un bel declassamento, non c'è che dire. Anche se si tratta, in effetti, di un fungo con effetti collaterali molto interessanti...

Era scandaloso e anticonformista veramente John M. Allegro?

Che meriti scandalo e incredulità la sua ipotesi è fuor di dubbio. Ma siamo onesti: quanta altrettanta scandalosa incredulità meritano intere carriere accademiche di dementi folli apologeti contemporanei di John Allegro, tutti devotamente intenti, l'uno dopo l'altro e l'uno di gomito all'altro, come in un'enorme catena di montaggio, a ''ricostruire'' su scala industriale senza posa e senza un attimo di tregua una miriade infinita di Gesù ''storici'' ciascuno diverso dall'altro, anzi ciascuno la nichilistica negazione in marcia di TUTTI gli altri?

Era sicuramente di moda allora senza mai provare imbarazzo presentare come fondatore del cristianesimo qualcosa di concreto, che si possa tastare e toccare con godimento e sacra devozione. Ed ecco allora qualcuno che nello stesso periodo si stava inventando un Gesù hasid, qualcun altro un Gesù zelota, qualcun altro un Gesù cinico, qualcun altro un Gesù apocalittico fallito, qualcun altro un Gesù filosofo, qualcun altro un Gesù mago, qualcun altro un Gesù rabbino, ecc. ecc.

Si era in piena, febbrile Third Quest.

In fondo John Allegro voleva essere uguale agli altri nella cerca senza tregua del Gesù ''storico'', considerando la premura con la quale cercò affannosamente di assomigliare agli altri suoi colleghi. Infatti anche lui portò qualcosa di concreto, al pari di ogni altro ''serio'' esponente della Third Quest. E non avendo suo malgrado nulla (letteralmente!) da portare di concreto in vece del Gesù ''storico'', a differenza degli altri, tutto quello che riuscì a portare di concreto fu un FUNGO.

 


Il succo doveva essere "strofinato su" o "unto" (Khristos), e le sue proprietà erano così utili da venir chiamato Chreston (dal greco khrëstos, "buono, onesto, salutare", ecc.).  Viene a mente la forma del nome con il quale i non cristiani parlavano dell'oggetto di adorazione della setta, Cresto. Così Svetonio parla dell'imperatore Claudio che dovette espellere gli ebrei da Roma perché stavano facendo un disturbo "su istigazione di Cresto" . Ciò che Plinio sta descrivendo allora è il fungo "Gesù Cristo", il cui consumo recò sui cristiani del I secolo la denigrazione e il disprezzo degli storici romani.
(estratto e libera traduzione da The Sacred Mushroom and the Cross - A study of the nature and origins  of Christianity within the fertility cults of the ancient Near East di John M. Allegro)

(Ovviamente quel Cresto non aveva nulla a che fare con Cristo, ma era il leader dei famigerati, sediziosi Crestiani citati da Tacito in Annali 15:44).
 

Ma la ricerca più recente ha fatto giustizia della miglior conclusione del vituperato prof. Allegro.

Gesù non è mai esistito come figura storica. E i primi cristiani, i più antichi cristiani, soffrivano chiaramente di allucinazioni. E per soffrire di allucinazioni, non bisognavano di alcun fungo come di nessun Gesù storico come di nessuna droga, ma solo e soltanto della loro innata e riverita predisposizione all'allucinazione e al comportamento schizotipo, se non addirittura schizofrenico.

 
...che è perchè solo gli apostoli ''videro il Signore'', in quanto quello è quel che era essere un apostolo: essere uno che il Signore sceglie per rivelare sé stesso... (OHJ, pag. 125)


Lo storico Richard Carrier spiega perfettamente il fenomeno, forte dei più recenti risultati scientifici sulla materia:


Il Cristianesimo iniziò come un culto carismatico nel quale parecchi dei suoi leader e membri mostravano evidenza di personalità schizotipe. Essi naturalmente e regolarmente soffrivano di allucinazioni (avendo visioni e ascoltando voci), spesso credevano che i loro sogni fossero comunicazioni divine, entravano in stato di trance, praticavano glossolalia, ed erano (o così ci vien detto) altamente suscettibili alle malattie psicosomatiche (come ''possessione'' e isterica cecità, mutismo e paralisi). Quei fenomeni sono stati estesamente documentati nei moderni culti carismatici di numerose tradizioni religiose, e la loro sottostante sociologia, antropologia e psicologia sono ragionevolmente ben comprese (in aggiunta a quel che segue, si veda anche l'Elemento 29).  
Ad esempio, sappiamo che i primi cristiani regolarmente praticavano la glossolalia. Atti 2 miticizza questo fenomeno, dipingendo i primi cristiani che ''parlano in lingue'' nel mezzo di Gerusalemme come se questo realmente significasse parlare fluentemente e miracolosamente in lingue straniere mai apprese quando in realtà noi sappiamo che ''parlare in lingue'' significò in realtà (come significa tutt'ora) emettere sillabe a caso, in modo che nessuno possa realmente comprendere tranne speciali interpreti che fossero ''ispirati'' dallo spirito santo per comprendere miracolosamente e tradurre per la loro congregazione. Questo lo sappiamo perchè Paolo ce ne informa (in 1 Corinzi 14; in realtà il fenomeno è indirizzato per tutto 1 Corinzi 12-14). Quindi Atti ha preso questo fenomeno reale e lo ha esagerato in un potere leggendario. Ma noi sappiamo da Paolo che esso funzionava in modo diverso. E in realtà, il fenomeno che Paolo descrive è conosciuto in tutto il mondo, in innumerevoli culture e tradizioni religiose, ed è stato estesamente studiato. Quando vediamo nell'antichità un fenomeno che abbiamo documentato scientificamente poichè capita comunemente in varie culture, è di gran lunga più probabile che si tratta dello stesso fenomeno che non di qualcosa interamente nuovo tuttavia per coincidenza identico. Noi dobbiamo perciò concludere che i primi cristiani avevano qualche somiglianza sociale e antropologica ad altri culti che praticano glossolalia.

Atti rappresenta questo come se fosse una pratica ricorrente nella chiesa: Atti 10.46; 19.6 (confermato in Marco 16.17); e in 1 Corinzi 14.18, Paolo stesso dice di aver parlato in lingue più di ogni altro, e per tutto quel capitolo chiarisce che era una pratica così comune ad altri nelle sue chiese che doveva impostare regole per governarla. E come per la glossolalia, così per gli altri fenomeni che Paolo riporta in quanto regolarmente praticati dai primi cristiani. Il più importante dei quali per i nostri scopi era l'allucinazione (visuale e uditiva). Gli esseri umani sono realmente biologicamente predisposti a soffrire di allucinazioni. La neurofisiologia dell'allucinazione è incorporata e quindi deve essersi evoluta per qualche utile funzione (o come un effetto collaterale di qualcos'altro che si è evoluto per qualche utile funzione). Studi dello sciamanesimo e il ruolo culturale di santi e profeti  hanno trovato una prova che chi soffriva di allucinazioni erano spesso onorati di posizioni di autorità religiosa in tutto il mondo, eventualmente anche tanto indietro nel tempo fino ai tempi preistorici. La propensione a soffrire di allucinazioni è modellata dal contesto culturale (le persone soffrono di allucinazioni frequentemente in culture che la promuovono e l'accettano, ma sopprimono la loro capacità di aver allucinazioni in culture che la denigrano e la rifiutano), ma esiste anche su uno spettro biologico, da quasi nessuna capacità ad una paralizzante capacità - e ogni cosa tra quei due estremi. 
La schizofrenia risulta quando la tua propensione biologica ad avere allucinazioni infuria a tale estremo da interferire con la tua abilità di operare. Questo è come si originano la maggior parte dei disordini mentali. Per esempio, una funzione del cervello naturale e necessaria che ci induce a ricordare se abbiamo completato un'attività necessaria (e a chiarire e organizzare le cose, e a costruire liste mentali di quel che dobbiamo fare o abbiamo già fatto, e così via), quando overattiva, conduce ad una disabilità chiamata OCD (disordine ossessivo-compulsivo). La depressione è parimenti un'attivazione rapida ed estrema di emozioni altrimenti normali. Quindi parecchie funzioni compaiono in popolazioni lungo uno spettro. Nel caso di comportamenti come organizzare, chiarire, controllare due volte, alcune persone hanno deboli motivazioni (persone che quotidianamnte dimenticano cose e non si preocupano sull'essere disorganizzate); la maggior parte ha motivazioni normali di vario grado (dall'indifferenza al fastidio), e alcune hanno forti motivazioni (e quelle persone noi diciamo che hanno OCD). Parimenti con l'allucinazione: alcune persone non hanno nessuna capacità per essa, alcune hanno una normale capacità per essa in vari gradi (per di più modellati dalla loro cultura), e alcuni hanno una esagerata capacità per essa (e diventano disabilitati dalla schizofrenia). Quelli nel mezzo sono chiamati ''normali'' o ''neurotipici''. 
I normali possono soffrire di allucinazioni quando esposti ad inneschi. Il più comune dei quali è paralisi del sonno (quando i normali hanno allucinazioni alla soglia tra il sonno e il risveglio); ma i più familiari sono farmaceutici (parecchie droghe inducono all'allucinazione, comprese parecchie che erano non solo disponibili nell'antichità ma conosciute nell'antichità), mentre i più culturalmente trasmessi sono comportamenti di trance. Estrema fatica, calore, malattia, digiuno, dolore e sonno o privazione sensoriale ('incubazione') possono tutte indurre allucinazioni nei normali. E al tempo del Cristianesimo, erano state da lungo tempo sviluppate pratiche culturali per innescare intenzionalmente l'allucinazione, compresi il digiuno e la privazione sensoriale o del sonno, ma più tipicamente preghiera o salmodia ritmica oppure l'uso di musica o danza per provocare uno stato estatico (Paolo allude al canto e alla preghiera come probabili comportamenti trance-stimolanti nelle sue congregazioni in 1 Corinzi 14.12-15; si veda anche Atti 16.25; Efesini 5.19; e Colossesi 3.16; il che potrebbe suggerire anche danza, in quanto in altre culture girarsi vorticosamente o a trottola sono noti inneschi). Digiuno (ad esempio, inedia) è anch'esso attestato nella chiesa. 
Ma con crescente esperienza, un normale può avere allucinazioni più facilmente, con un minimo uso di stimoli, dipendendo dalla loro propensione biologica. Tali comportamenti trance-stimolanti erano già diventati un aspetto standard della religione ebraica al tempo in cui iniziò il Cristianesimo. 
In realtà, normali con un'alta propensione all'allucinazione sono stati identificati come schizotipi, a significare che essi hanno allucinazioni quasi altrettanto facilmente degli schizofrenici ma non sono altrettanto proni ad essa al punto da venirne disabilitati. Uno schizotipo è una ''persona relativamente ben-adattata che è operativa a dispetto, e in alcuni casi perfino a causa di, i suoi o le sue anomali esperienze percettive''. L'allucinazione negli schizotipi in realtà è stata mostrata ridurre la loro ansietà e quindi ha una positiva funzione personale. Nelle culture moderne un'attitudine prevalentemente ostile verso il comportamento allucinatorio stesso allora  conduce gli schizotipi a diventare lupi solitari (perchè sono stigmatizzati come strani o pazzi e non c'è nessun posto riconosciuto per loro), ma nelle culture che abbracciano chi ha allucinazioni noi vediamo l'opposto. Per esempio, dove troviamo culti che integrano socialmente gli schizotipi o addirittura li elevano a posizioni di leadership, troviamo che gli schizotipi iniziano ad aggregarsi e a socializzare. In realtà, la cultura determina quanto facilmente e frequentemente perfino normali soffriranno di allucinazioni, come pure quanto accettati e riveriti saranno gli schizotipi. Le culture moderne del 'primo mondo'  sono attualmente profondamente atipiche tra le culture del mondo nello stigmatizzare e sopprimere tendenze allucinatorie. Come hanno concluso gli osservatori scientifici, 'la teoria popolare di visioni e voci adottate da una cultura potrebbero essere importanti nel determinare se un'allucinazione è vista come veridica o come prova di pazzia', il che a sua volta influenza grandemente la partecipazione e l'accettazione dell'allucinazione all'interno di una popolazione. 
Coerentemente, nell'antichità, dove gli schizotipi erano quotidianamente considerati santi e profeti (e non visti come pazzi, come lo sono nelle culture moderne), possiamo aspettarci che gli schizotipi davvero graviteranno in culti religiosi che li integrano socialmente oppure concedono loro perfino influenza e status. La disponibilità di nicchie di forte supporto sociale per gli schizotipi spiegherebbe perchè nell'antichità c'erano pochi casi riportati di psicosi (e perchè l'allucinazione non era considerata un maggior indice di pazzia tranne quando paralizzante del tutto o congiunta alla febbre), e perchè miracoli e visioni (non solo cristiani ed ebrei, ma pure pagani) erano così di frequente riportati e ampiamente creduti genuini. Ovviamente gli schizotipi preferirebbero la compagnia di gente che li prende seriamente. Come risultato, essi tenderanno a trovarsi in movimenti religiosi che non si originavano all'interno dell'elitè al potere (dove gli ideali greci di razionalismo scientifico prevalevano largamente). In realtà, noi dovremmo aspettarci che i leader e gli originatori di movimenti rivelatori come il Cristianesimo devono essere stati comunemente schizotipi. Dopotutto, dove altrimenti troveremmo loro?

E tuttavia perfino i non-schizotipi possono diventare regolari vittime di allucinazioni e trance all'interno di culti e culture che incoraggiano e sviluppano le loro capacità a questo riguardo. Anche nelle culture ostili (come le nostre), i normali si ritrovano ad aver allucinazioni con considerevole frequenza, in particolare all'interno del contesto di assunzioni ed attese religiose (i cristiani hanno come oggetto di allucinazioni Cristo; i Buddhisti hanno come oggetto di allucinazioni Buddha), e di stimolo psicologico (gli entusiasti degli UFO hanno come oggetto di allucinazioni incontri con gli alieni; gli orfani di persone care hanno come oggetto di allucinazioni incontri con i deceduti di recente).  Nelle culture che hanno incoraggiato, ricompensato e facilitato questo fenomeno, i normali sarebbero perfino più propensi ad aver allucinazioni, e le loro allucinazioni perfino più strettamente si conformerebbero allo stimolo, alla concentrazione, alla suggestione e alla cornice culturale.  Io ho in altra sede discusso l'antropologia dei profeti e di come i loro più profondi,  più riveriti piani o desideri si manifesteranno nelle loro visioni, come pure si manifesteranno soluzioni alla dissonanza cognitiva. In realtà, là io discuto anche di come la stima in cui erano tenuti chi aveva allucinazioni poteva facilmente ispirare motivati leader a
PRETENDERE di essere schizotipi. Questo è ironico, in quanto nella nostra cultura noi dovremmo aspettarci che le persone pretendano di NON essere schizotipe, in quanto l'esser tali è stigmatizzato invece che stimato. Ma questo illustra solamente quando davvero diversa fosse la cultura antica dalla nostra, un fatto di cui dobbiamo tener conto quando si spiegano le origini del Cristianesimo. Ad ogni misura, questo fatto antropologico implica che i primi apostoli potrebbero aver solamente PRETESO di aver visioni e comunicazioni spirituali, nonostante siamo privi del genere di dati di cui c'è bisogno per distinguere la pretesa dalla realtà nel loro caso. 
Tra i modi che le pressioni e i costrutti sociali possono modellare l'allucinazione collettiva e limitare il contenuto allucinatorio, la gerarchia sacra e la ricompensa sociale è un principale fattore rilevante per culti come il Cristianesimo. Se l'accettazione in un gruppo richiede una condivisa esperienza e l'affermazione di credi e percezioni condivise, la gente sarà incline ad aver allucinazioni di quel che il gruppo si aspetta (o perfino PRETENDERÀ di aver avuto allucinazioni, quando in realtà non le ha avute). Quindi un'''allucinazione di massa'' capita in vari culti non nel senso che ognuno oggettivamente vede in allucinazione la stessa cosa, ma nel senso che ognuno soggettivamente vede in allucinazione quel che loro CREDONO sia la stessa cosa. E ciò può capitare quando un'intera congregazione simultaneamente utilizza inneschi trance-stimolanti e una comune esperienza viene ricercata - forse a beneficio di un leader carismatico che concentra ognuno sulla stessa esperienza attraverso il potere della suggestione. Loro non controllano ogni dettaglio, perchè se loro riportano le stesse cose in prospettiva approssimata, allora le differenze (se alcune fossero mai riportate) saranno trascurate (come risultato della nostra innata tendenza verso conferme di verifica) oppure addirittura adottate da altri mediante contaminazione della memoria, a tal punto che le esperienze sono ricordate come perfino più simili più esse sono discusse.  Questa contaminazione può capitare perfino durante il processo di allucinazione, in quanto quel che dice un membro, specialmente un membro ancorante, poi influenza altri ad aver la stessa esperienza. Quelli effetti si manifesteranno quando i soggetti allucinati sono costretti o socializzano allo scopo di conformarsi al gruppo (o desiderano di così conformarsi) e quando quel che uno ''sperimenta'' in stati di trance è considerato un test principale di tale appartenenza, com'era il caso nel più antico Cristianesimo. 
Questo ruolo della pressione sociale può anche porre vincoli basati su una gerarchia sociale. Nei culti moderni degli Shaker, per esempio, se nelle tue visioni e allucinazioni di esseri celesti tu dichiari che Gesù Cristo è apparso a te, questo è interpretato come una richiesta di elezione apostolica - tu stai affermando che Dio sta scegliendo te per uno status di leadership all'interno della chiesa. Se l'esistente gerarchia di leadership o anche i membri della congregazione non sono d'accordo con questa designazione, non importa se a causa di disapprovazione o di invidia (o semplice pragmatismo: non può trovarsi ognuno al posto di comando) essi accuserebbero la persona di mentire o di essere stata mal indotta da uno spirito falso o ingannevole (una tattica che noi sappiamo impiegarono i più antichi cristiani). Se abbastanza membri e leader recitavano questo gioco, la persona dovrebbe o rinunciare, o essere esorcizzata oppure essere espulsa.

La mera conoscenza che questo possa accadere (più la comprensione delle prove e responsabilità che attendono perfino chi diventa con successo un apostolo) quindi sopprime le allucinazioni di Gesù. I membri coerentemente avranno allucinazioni di altri esseri piuttosto (oppure soltanto non riporteranno mai di averle avute), semplicemente allo scopo di evitare conflitto o denuncia (o per evitare un ruolo insieme di missionario o di leadership). Noi dovremmo aspettarci questo stesso fenomeno sociale nella chiesa originale, che è perchè solo gli apostoli ''videro il Signore'', in quanto quello è quel che era
ESSERE un apostolo: essere uno che il Signore sceglie per rivelare sé stesso (1 Corinzi 9.1; 15.5-8; Galati 1.11-12; si noti come Galati 1.8 indica che rivelazioni da divinità più inferiori non poteva rendere uno un apostolo). Questo spiega anche perchè il loro numero era limitato. Il Signore poteva ancora comunicare a membri di rango più inferiore mediante intermediari (angeli e spiriti benevolenti), ma tu non ti preoccupi di affermare di aver ''visto il Signore'' a meno che tu non fossi pronto a combattere (e non fosse per te più probabile vincere) la conseguente battaglia socio-politica per l'accettazione come un apostolo (uno status che Paolo doveva faticare grandemente per ottenere per sè stesso, come rivelato in Galati 1-2). 
Tutto questo fornisce considerevole supporto di background a quel che numerosi studiosi hanno già sostenuto: che l'origine del Cristianesimo può essere attribuito ad allucinazioni (reali o presunte) del Gesù risorto. La probabilità a priori di questa conclusione è già estremamente alta, data l'evidenza di background appena sorvolata; e le probabilità effetto la favoriscono fortemente altrettanto bene, data l'evidenza che noi troviamo nel NT. I fondamentalisti cristiani sono in realtà i soli che non accettano questo come essenzialmente un fatto stabilito per ora. Ma è importante riconoscere pure il punto più esteso, che i leader cristiani, e molti congreganti, erano o schizotipi o normali trance-stimolanti vittime di allucinazioni (o pretesi essere), ed essi quotidianamente erano impegnati ad ascoltare voci e ad avere visioni dal cielo (o pretesi essere), e per di più consideravano ogni cosa il loro pensiero subconscio suggeriva loro durante uno stato estatico come una comunicazione ispirata tramite lo spirito santo. 
Ci sono parecchie ragioni di non credere ad Atti come ad una fedele registrazione di gran parte che capitò nell'antica chiesa (come mostrerò nei Capitoli 7 e 9), ma potrebbe contenere indizi e riflessi di una realtà storica, come nel caso del parlare in lingue: un fenomeno reale ampiamente praticato nella chiesa, ma in Atti così miticizzato che al meglio solo il nucleo scheletrico della storiella può essere creduto, non ognuno dei dettagli. Proprio come in questo caso, noi abbiamo anche conferma in Paolo che i leader e i congreganti cristiani regolarmente avevano allucinazioni di visioni e voci; così quando troviamo aspetti simili in Atti possiamo aspettarci che questo riflette, e quindi conferma, la stessa sottostante realtà, come per esempio che alcuni di quei rapporti potrebbero derivare dal nucleo scheletrico di una vera vicenda, e perfino quelli che non lo fanno (ma sono invece totalmente fabbricati per adattarsi allo scopo dell'autore) ancora probabilmente riflettono un fenomeno IN GENERALE che era familiare all'autore e ai suoi lettori cristiani.

Quindi, in Atti 2, vediamo l'intera chiesa che ha allucinazioni di lingue fluttuanti di fuoco e poi balbettare in lingue in un trance estatico di massa. In Atti 7, nel mezzo della corte del Sinedrio, Stefano ha allucinazioni di Gesù che si eleva nel cielo, ma nessun altro là lo vede. In Atti 9, Paolo ha l'allucinazione di una voce rimbombante e di una luce folgorante dal cielo (e soffre cecità isterica come risultato); e Anania ha in allucinazione un'intera conversazione con Dio. In Atti 10, Cornelio ha in allucinazione un'intera cosmica scena di pranzo nel cielo. In Atti 16, Paolo ha in allucinazione una rivelazione di un uomo che dice lui dove viaggiare (questa storiella probabilmente derivante in un modo o nell'altro dalla personale menzione di Paolo di aver ricevuto una tale rivelazione in Galati 2.2). In Atti 27, Paolo ha in allucinazione una conversazione con un angelo. Parecchi cristiani ricevono comunicazioni spirituali (''profezia''), come indicato in Atti 19.6 e 21.9-10 - e Atti 2.17, che cità Gioele 2.28-31 in quanto realizzato nella chiesa: ''Avverrà: negli ultimi giorni – dice Dio – su tutti effonderò il mio Spirito; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno sogni.''

Paolo conferma questo quadro generale di prima mano. In Galati 1.11-12, Paolo dice di aver appreso il vangelo solo da un allucinato incontro con Gesù (una ''rivelazione'') che egli ha sperimentato ''all'interno di'' sè stesso (Galati 1.16). Lo conferma in Romani 16.25-26, dove Paolo dice, ''il mio vangelo e la predicazione di Gesù Cristo è secondo ad una rivelazione''. Pure gli altri apostoli ricevettero la loro informazione da rivelazioni. ''Su di noi'', dice Paolo (a significare gli apostoli), ''Dio ha rivelato [i segreti del vangelo] mediante lo Spirito'' (1 Corinzi 2.10). E in 1 Corinzi 15.1-8 Paolo dice, ''il vangelo che io ho predicato'' (che in Galati e in Romani lui conferma essere venuto solo per rivelazione) è lo stesso vangelo che Pietro e gli altri hanno predicato (questa è l'intera essenza di Galati 1 e 2: si veda discussione nel Capitolo 11), che hanno anche esperito speciali visioni isolate del Cristo proprio come le visioni di Paolo, il che di nuovo era il requisito qualificante per essere un apostolo (1 Corinzi 9.1: ''Non sono io un apostolo? Non ho visto io Gesù nostro Signore?''). In Galati 2.2, Paolo menziona di aver avuto un'altra rivelazione che lo rifornì di istruzioni su dove dover andare e cosa dover fare, come se non ci fosse nulla da sottolineare a proposito di questo, indicando che lui ebbe rivelazioni spesso, e i suoi congreganti accettarono questo fatto come normale. 
Parimenti, in Romani 12.6, Paolo dice che i cristiani in tutte le congregazioni ''hanno doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede'' (e Paolo indica che quei profeti stavano comunicando con spiriti, che erano sotto il controllo del profeta: 1 Corinzi 14.19-32). Quindi, in 1 Corinzi 11.4-5, Paolo istituisce regole per ''ogni uomo che prega o profetizza'' nelle chiese e per ''ogni donna che prega o profetizza'', e in 1 Corinzi 14, Paolo istituisce regole per prevenire un problema insorgente nella chiesa di così tante persone che descrivono le loro allucinazioni e comunicazioni spirituali e parlano in lingue al punto da sovrapporsi a vicenda nella parola (sulle allucinazioni in particolare: 1 Corinzi 14.26, 30).

In 1 Corinzi 12.10, Paolo elabora sui doni che lo spirito santo aveva fornito ai membri della chiesa, ed essi comprendono ''a qualcuno, profezia; ad altri, il discernimento degli spiriti; ad altri il potere di parlare in lingue; e ad altri l'interpretazione di quelle lingue''. In 1 Corinzi 12.28, Paolo elenca i membri della chiesa in ordine di autorità: ''Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa
IN PRIMO LUOGO come apostoli, IN SECONDO LUOGO come profeti, IN TERZO LUOGO come maestri; poi ci sono i miracoli [egli più probabilmente intende esorcisti], quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue'', indicando un'intera gamma di comportamenti nella chiesa che rendono il cristianesimo originale perfino più simile ai moderni culti impegnati nelle stesse cose (si veda anche Efesini 1.17; 3.2-5; 4.11; ed Ebrei 2). L'abilità di ''discernere spiriti'' significava un giudizio intuitivo (loro direbbero ''ispirato'') dell'eventualità che uno spirito comunicante con un membro è da Dio o dal Diavolo, il che ulteriormente conferma la frequenza di allucinazioni uditive (e la prontezza con la quale l'''intuizione'' era interpretata come divinamente ispirata). Noi lo vediamo in 1 Tessalonicesi 5.20, dove Paolo dice loro di non doversi trattenere dal profetizzare nella chiesa ma di TESTARE gli spiriti che comunicano con loro (si veda anche 1 Giovanni 4.1-5.13, ad esempio, ''non credete ad ogni spirito che comunica con voi'').

In 2 Corinzi 12, Paolo dice che lui e gli altri hanno numerose gloriose ''visioni e rivelazioni del Signore'', e tra quelle egli include viaggi allucinati al cielo dove la vittima dell'allucinazione ode e osserva strane cose, proprio come l'intero libro dell'Apocalisse, che è un vero e proprio viaggio acido, un'estesa allucinazione del genere più bizzarro, un esempio del tipo di cose che accadevano tutto il tempo nelle antiche chiese (anche a dispetto del fatto che quel particolare esempio è probabilmente totalmente fabbricato). Paolo poi procede a riferire nello stesso capitolo un'intera conversazione a due che lui ebbe con Dio, dimostrando che lui non solo udì voci ma conversò con loro; lui anche dice di esperire un'''abbondanza di rivelazioni'' (2 Corinzi 12.7). E in 1 Corinzi 14.6, Paolo dice ''In che cosa potrei esservi utile, se non vi comunicassi una rivelazione o una conoscenza [
gnōsis, che significa conoscenza spirituale] o una profezia o un insegnamento?'' il che implica che l'allucinazione era nello stesso tempo rispettata E aspettata da lui; essa fu anche desiderata e ricercata dopo nella chiesa tra tutti i congreganti (1 Corinzi 14.1, ''desiderate intensamente i doni spirituali'', e 1 Corinzi 14.12, ''voi desiderate i doni dello Spirito'').

In modo simile, il fatto che i cristiani consideravano scrittura ispirata tali libri come Daniele, che dipingono informazione autorevole proveniente da Dio mediante sia visioni sia sogni, implica che i cristiani credevano che l'informazione autorevole provenisse da Dio mediante visioni e sogni (altrimenti non riterrebbero tali libri onesti e affidabili, tanto meno sacra scrittura). Loro potevano perciò vedere anche le loro personali visioni e sogni come comunicazioni da Dio.  
Quindi, anche se libri come Apocalisse sono fabbricati, come discorsi simbolici sui tempi, essi ancora rappresentano sé stessi come genuine esperienze allucinatorie. Come dice Apocalisse 1.1-2, l'intero libro descrive:
Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. Ed egli la manifestò, inviandola per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, il quale attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto.
Il che significa che perfino come una fabbricazione questo libro ancora dimostra la stima in cui anche le più selvagge esperienze allucinatorie erano tenute, che erano credute con così fervore esperienze autentiche che un autore poteva ottenere autorità per quel che stava scrivendo mediante l'affermazione di averlo esperito in allucinazione.
Questo è un contesto culturale radicalmente diverso da quello in cui ora noi viviamo.  
Come vedremo nel prossimo capitolo (Elemento 29), il più antico Cristianesimo può essere caratterizzato come un movimento di rivitalizzazione. È quindi notevole che ''comportamento di trance, compresa la regolare allucinazione orientata-alla-missione tra leader e membri, si profila su vasta scala nei dati descrittivi della maggior parte dei movimenti di rivitalizzazione noti dalle testimonianze storiche e etnografiche'', i quali movimenti di frequente praticano anche glossolalia, profezia, ''guarigione di fede'', possessione ed esorcismo. Il più antico Cristianesimo quindi si allinea perfettamente con conosciuti modelli antropologici, e possono solamente essere compresi in quel contesto.
(mia libera traduzione da un estratto di On The Historicity of Jesus, Richard Carrier, pag. 124-137, corsivo originale, mia enfasi)

Si può ben dire che questo è tutto quello che serve per descrivere la vera causa dell'origine del cristianesimo. Tutto il resto sono solo dettagli.