domenica 22 marzo 2015

Quot Evangelii, tot Christi: ovvero sulla Proliferazione di Cristi & Vangeli Rivali (e di cosa significa)

ONEST'UOMO:  È impossibile esserlo, se non si è intimamente convinti che la Chiesa è infallibile, che i suoi preti non possono né mentire né prendere abbagli. È chiaro che un uomo che non teme di non essere dannato nell'altro mondo non sentirà mai la necessità di essere rispettabile in questo e non temerà mai i castighi e il disprezzo della società.
(Il Libero Pensatore Paul Heinrich Dietrich, barone d'Holbach, La théologie portative, 1768)
Mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!
(Galati 1:6-9)

 
Ecco una sintesi più analitica di ciò che ho voluto dire nel mio post precedente.
Mi aiuterò con le immagini, per supplire alle deficienze della parola (ed, essendo ateo, della Parola per antonomasia).

Il paradigma storicista, com'è noto, è grossomodo il seguente (per amor di sintesi, ometto l'intermezzo giudeocristiano dei Pilastri dietro il vangelo di Paolo).


Il paradigma miticista del duo Carrier-Doherty è invece il seguente:

Si noti che entrambi questi paradigmi prevedono un proliferare di vangeli e cristologie diverse già a ridosso del punto di origine, che sia questo un ''Gesù storico'' oppure la prima visione dell'arcangelo celeste Gesù da parte di ''Pietro'' o chi per lui e/o prima di lui. Dopo quel caos e quell'anarchia iniziali di vangeli tra loro rivali (ma nondimeno a conoscenza reciproca gli uni degli altri perchè disputantesi il medesimo oggetto di contesa) subentra la fase di riflusso e di Reductio ad Unum perseguita sistematicamente (e, in termini spirituali, aridamente) dalla nascente protocattolica ''Grande Chiesa''.

Dov'è l'errore di Richard Carrier in tutto questo, nonostante l'aver validamente dimostrato le maggiori probabilità del suo paradigma miticista rispetto a quello storicista tradizionale?

Nel fatto che lui trascura la concreta possibilità che, in entrambi i paradigmi, altre figure storiche sarebbero finite per essere confuse con ''Gesù''.

Qui di seguito ripresento i medesimi paradigmi di cui sopra però modificati con l'introduzione della possibilità appena espressa. 
Paradigma Storicista raffinato con l'aggiunta di altri vangeli.
Paradigma Miticista raffinato con l'aggiunta di altri vangeli.
In grigio ho messo quei vangeli rivali (che Paolo conferma esistevano già al suo tempo) di altri ''Gesù'' che furono originati da altri (ipotetici) messianisti ebrei che non avevano nulla a che fare nè con l'ipotetico Gesù storico nè con il Gesù celeste mai sceso sulla Terra di Paolo: questi altri Gesù erano i simili di ''Teuda'', dell'''Egiziano'', di ''Giuda il Galileo'', di ''Giovanni il Battista'', ecc., ciascuno di loro essendo di pari diritto potenziale candidato al ruolo di ''Gesù storico'' - in mancanza di ognuno degli altri - alla sola condizione però che i loro (ipotetici) seguaci, sopravvissuti appena in tempo al I secolo per divenire cristiani nel II secolo, si fossero lasciati convincere (e non è detto che ciò accadde o meno) dai predicatori cristiani propriamente detti che il Messia da loro rispettato fino ad allora avesse avuto nome ''Gesù'' (e non più, magari, ''Giovanni il Battista'' piuttosto che ''Giuda il Galileo'' piuttosto che ''bar Kochba'', e così via.).

Questa contaminazione ''storicista'' complica ancor di più il quadro, perchè rende virtualmente impossibile a priori sapere con certezza se ci fosse stato anche solo uno di questi ''falsi'' messia equivocati per ''Gesù'' dai loro stessi ipotetici seguaci una volta fattosi costoro eventualmente assorbire e cooptare dalla nascente Grande Chiesa.

Se io fossi ad esempio un ebreo del II secolo e venerassi ancora come Vero Messia Giuda il Galileo oppure Giovanni il Battista (vedi i mandei), diverrei a mia volta ''cristiano'' qualora cominciassi a credere, opportunamente persuaso, che il messia storico da me stesso rispettato costituisca solo il vago ricordo di quello che era ''realmente'' lo stesso ''Cristo Gesù'' dei cristiani: in tal caso il mio messia storico da me prima adorato col suo vero nome, in base alla definizione data da Richard Carrier del paradigma storicista minimale, sarebbe il vero ''Gesù storico''. In fondo fanno così gli stessi folli apologeti cristiani, i quali prima si inventano un Gesù storico ad hoc (con tanto di interessata garanzia tra gli atei che un tale robot esisteva ''veramente''), e poi pretendono di vedere in lui il loro necessario ''Cristo della Fede'': perfino per i folli apologeti prima viene il loro Cristo immaginario e poi il suo robot o avatar ''storico'' di quando in quando ricostruito.

Portando fino al più grottesco paradosso questa possibilità, come mero esempio didattico, nell'ipotesi che un ebreo si lasciasse convincere da Flavio Giuseppe che Tito Flavio Vespasiano sia il vero Messia, allora se poi quell'ebreo medesimo si lasciasse successivamente convincere dai cristiani che il Messia celeste deve aver per forza nome ''Gesù'', allora Vespasiano sarebbe stato di diritto, per quell'ebreo e in virtù della definizione di storicità minimale, il vero ''Gesù storico''.

Il punto è che non sappiamo se ci furono movimenti non cristiani fondati o originati da Messia non cristiani che poi finirono per essere scambiati dai loro seguaci come lo stesso Messia Gesù dei cristiani allorchè pure loro si autoproclamarono tali più tardi.

So che non è azzardato prospettare una simile possibilità perchè le lettere di Paolo parlano della predicazione evidentemente rivale di un ''altro vangelo'' e di un ''altro Cristo'' e nulla si sa di cosa originò questo ''altro vangelo'' e il culto di questo ''altro Cristo''. In altre parole, mentre è pacifico il riconoscimento dell'esistenza di tanti vangeli rivali già nel 50 E.C. (in base ai paradigmi tradizionali di cui sopra), io, andando contro il consensus, non credo affatto che l'origine di tutti quei vangeli fosse alla fin fine riconducibile al SOLO ipotetico Gesù storico oppure alla SOLA prima visione/allucinazione del Gesù arcangelo celeste. Le Odi di Salomone, un testo che il prof Stevan Davies con Earl Doherty ritiene non cristiano eppure scambiato tale dai suoi stessi lettori una volta fagocitati dalla Grande Chiesa, sta lì lì a dimostrarlo.

Ad esempio, Giovanni il Battista non era un cristiano (questo lo ammettono pure a denti stretti i dementi folli apologeti) eppure i suoi stessi seguaci si convinsero più tardi che Giovanni fosse o Gesù Cristo (abbisognando in tal caso di un'ortodossa, ulteriore correzione) oppure pur sempre un araldo di Gesù Cristo: chiamasi cooptazione.

Ma se un Messia storicamente esistito finisce identificato con Gesù dai suoi stessi seguaci cooptati nel cristianesimo, allora, non importa qui se non accada per tutti i cristiani ma importa che questo accada ALMENO per loro (allorchè divenuti tali una volta fagocitati nella tradizione cristiana), quel Messia storicamente esistito andrebbe chiamato ''Gesù storico'' in piena coerenza alla definizione di storicità minimale introdotta da Richard Carrier.

In altri termini, per essere ancor più precisi su quanto voglio dire, SE è vero che ogni ''altro vangelo'' oppure ogni ''altro cristo'' indipendente da quello di Paolo trovava la sua origine rispettivamente in altrettanti ma ipotetici ''Gesù'' storici e/o ''Gesù'' mitologici, ALLORA ne consegue con matematica necessità che, nella totale assenza di un unico punto d'origine, la questione della storicità di Gesù rimane al di fuori di ogni seria possibilità di investigazione: si ridurrebbe infatti alla questione insolubile della storicità o meno di ciascun ''altro Cristo'' rivale al Cristo di Paolo.

L'unico paradigma in quel caso sarebbe questo:
Un primo, radicale scenario.

Si noti che in questa situazione, perfino se il Gesù di Paolo fosse sempre stato pensato celeste e mai terrestre, l'intero paradigma risultante è da definirsi nell'intero *storicista* nella misura in cui ALMENO un solo ''altro Cristo'' fosse stato visto e pensato di carne e ossa da più testimoni oculari. Il problema è che non sappiamo nulla di questi ''altri Cristi'' e ''altri vangeli'' se non il loro essere nominati polemicamente e di passaggio da ''Paolo''.

Può darsi che non siano semplicemente mai esistiti se non nella testa dell'inventore della lettera ai Galati (più verosimilmente, Marcione in persona oppure qualcun altro in precedenza della sua stessa Scuola): forse, com'è mio credo in definitiva, l'''altro vangelo'' nominato in Galati può essere un velato riferimento allo stesso vangelo di Matteo, notoriamente antimarcionita e cattolicamente giudaizzante (esattamente il bersaglio polemico dell'originaria lettera ai Galati). Ma ciò non toglie la possibilità che il vero autore di Galati (non il Paulus Historicus) avesse voluto proiettare in ipotetiche, vaghe tenzoni del passato (I E.C.) le reali diatribe del suo presente (II E.C.).  Il lettore attento noterà la differenza.

Un secondo, radicale scenario.
Se questo fosse il caso, allora cosa ci fu veramente nel I secolo? Nessuna evidenza, e lo ribadisco a chiare lettere, NESSUNA EVIDENZA DEL GIUDEOCRISTIANESIMO NEL PRIMO SECOLO.

Nel prossimo post avrò più cose da dire su cosa questo significhi.

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