sabato 10 giugno 2017

Circa «Jesus — A Myth» di Georg Brandes (III)

(per il capitolo precedente)


 II
 
Durante i secoli diciottesimo e diciannovesimo, la tendenza denominata con disapprovazione libero pensiero fu rivolta principalmente ai cosiddetti miracoli. Gradualmente l'idea aveva preso forma che ciò che chiamiamo leggi naturali sono manifestazioni autentiche dello spirito divino. Singole persone realizzarono quanto fosse irrazionale e improbabile che una deità oppure un essere umano particolarmente ispirato dovesse rivelare la sua superiore natura violando leggi che erano a loro volta divine. I razionalisti considerarono i miracoli rozzi abbellimenti di eventi storici, oppure interpolazioni deliberate intese ad alimentare una fede nel potere soprannaturale. Le fondamenta storiche non furono affatto messe in dubbio. Se soltanto ci si potesse sbarazzare dei miracoli, l'elemento autentico della religione sarebbe rimasto, immaginavano i liberi pensatori . . . ciò che definivano la “religione della ragione”.
In Inghilterra come in Francia e Germania, per Lord Herbert di Cherbury, John Toland, e Anthony Collins; per Fontenelle, Jean Meslier, e Voltaire; per Reimarus, Moses Mendelssohn, e Lessing (che fu il più grande di tutti loro), sono i miracoli . . . quelli eventi che sono presentati come storici sebbene contrari alla natura . . .  che formano la fortezza da dover attaccare, o il campo di battaglia in cui e per cui deve infuriare la lotta.
Così tardi come il 1863, il solo fine di Renan nella sua “Vie de Jesus” fu estrarre da un mucchio di zavorra mitica quel Cristo sottile figura d'avorio da lui creata mediante un miscuglio di critica, psicologia razziale, e genio sentimentalmente poetico, usando sé stesso come modello della gentilezza e trascendente ironia di quella figura, mentre come modello della sua rigidità e attitudine minacciosa verso l'ipocrisia clericale egli utilizzò Lamennais come apparve dopo la sua rottura con Roma.
Ad oggi nessun'importanza è attaccata ad un problema che preoccupò gente religiosamente interessata cinquant'anni fa. La questione se i miracoli siano possibili o probabili è scomparsa da sé. Non la si solleva più, perchè nessuno vi è interessato  se non quelli coinvolti nell'esposizione di fachiri, medium, e ciarlatani che pretendono di usare metodi simili alla magia di vecchia maniera.
Il problema ora ha assunto piuttosto un aspetto e grandezza differenti.
Ogni studente di antichi riti religiosi sa pienamente bene che l'immagine ideale di uno ingiustamente torturato e martirizzato; di uno tormentato per la stessa ragione di essere  buono e giusto; di uno scelto come vittima dalla malvagità umana e che porta le sue sofferenze per amore degli altri . . . che quest'immagine è stata derivata con devota passione molto prima del tempo in cui il Gesù storico è supposto di esser venuto in questo mondo. La figura del Messia sofferente fu la personificazione del popolo ebraico oppresso e maltrattato dai suoi vicini, e tuttavia più forte di quelli perchè era il portavoce di verità e giustizia. Questo ideale di maestà, di immeritata sofferenza, di superiore umanità, è già discernibile nel Secondo Isaia. In altra forma, lo stesso ideale si rivelò a Platone nella sua contemplazione della superiorità spirituale di Socrate, la cui ricompensa fu a sua volta una morte ignominiosa.
In altre parole, la figura di Cristo come un ideale di superiorità spirituale, di amore per l'umanità, di carità e purezza, fu di molti secoli più antica del popolare galileo di animo nobile che, millenovecento anni fa, fu detto di aver dato un'incarnazione storica a questo prototipo. La stessa figura gli sopravviverà per molti secoli a venire, anche se lui, come ora sembra probabile, non dovette mai essere esistito.
In ultima analisi, perciò, non è di alcuna importanza come è detta essersi formata la sua vita sulla terra. Noi non ci chiediamo più se Gesù fosse nato da un miracolo, se avesse operato cure miracolose, oppure se avesse cacciato spiriti maligni con mezzi miracolosi . . . noi non sappiamo più che cos'è un demonio più di quanto sappiamo che cos'è da intendersi per nascita verginale oppure ogni altro evento miracoloso. Quelle sono visioni spettrali mai contemplate da noi e mai presenti nelle nostre menti.

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