lunedì 19 giugno 2017

Circa «Jesus — A Myth» di Georg Brandes (XII)

(per il capitolo precedente)

 XI

La speranza messianica e la fede messianica non sono le uniche fonti del cristianesimo originario. Vicina a quelle risiede un'altra, differente . . . il credo che a noi sembra così strano, non nelle dottrine predicate da un giovane entusiasta della Galilea, ma nella sua resurrezione dai morti. 
È estremamente difficile per un uomo del presente  cogliere il mondo delle idee paradossali in cui, duemila anni fa, vivevano in Anatolia, in Siria e in Egitto, in tutti i paesi a est del Mediterraneo, uomini senza alcun background di cultura greco-romana. È sorprendente trovare in 1 Corinzi 15:4-15 che Paolo fondò tutta la sua predicazione sulla convinzione che un giovane ritenuto figlio di Dio. . . e quindi egli stesso un essere divino, invulnerabile e immortale . . . si fosse lasciato seppellire dopo aver simulato l'apparenza di un cadavere, solo per risorgere il terzo giorno dalla tomba. Paolo dice: “Egli è resuscitato il terzo giorno secondo le Scritture. Apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta. . . .  Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me”. Più avanti dice: “Ora, se si predica che Cristo è resuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste resurrezione dei morti? Se non esiste resurrezione dai morti, neanche Cristo è resuscitato! Ma se Cristo non è resuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede”.
In altre parole, i culti  di Adone, Attis, Osiride, e così via, ci conducono al punto di partenza del cristianesimo originario, che fu il credo nella resurrezione. Ciò che risiede al cuore dell'adorazione di Adone ed Attis in Siria e in Palestina, e di simili culti religiosi in Anatolia ed in Egitto, fu l'idea che un giovane dio per la durezza del fato fosse costretto a morire nel fiore della sua giovinezza; che venisse pianto da donne, seppellito nella terra o nel Nilo, e di nuovo portato in vita, facendo sì che il lutto si mutasse in gioia.

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