martedì 27 giugno 2017

Circa «Jesus — A Myth» di Georg Brandes (XX)

(per il capitolo precedente)


XIX
 In Matteo quelle due coppie di fratelli sono evidentemente gli unici discepoli. Sono quattro in tutto, e a loro è aggiunto più tardi un quinto. In Giovanni 1:35-49 il battesimo di Gesù da parte di Giovanni è seguito dal reclutamento di un altro gruppo di discepoli in circostanze soprannaturali. Due di questi lo avvistarono. Egli chiede loro: “Che cercate?” La loro risposta è un'altra domanda: “Rabbì, dove abiti?”. Gli viene mostrato, e poi dicono: Abbiamo trovato il Messia”. Allora Gesù dà a Simone il nome Cefa, che è interpretato Pietro, e così via. In Giovanni 6:69, Pietro dichiara che Gesù ha “le parole di vita eterna” e che lui, Pietro, ha riconosciuto Gesù come “Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
In questo vangelo, che deve essere considerato una trascrizione poetica davvero libera, replica allora Gesù:  “Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!”. Le ultime parole si riferiscono, naturalmente, a Giuda come colui che doveva tradirlo.
A poco a poco, gli originali quattro discepoli diventano dodici . . . Un evidente pezzo di mitologia. In Marco 1:16, ci sono solo due di loro, Simone e Andrea, che stanno pescando con le reti. Da qui il gioco di parole: “Vi farò diventare pescatori di uomini”. A fini di simmetria, sembra che un paio di fratelli, Giacomo e Giovanni, pure pescatori, siano aggiunti in Giovanni 1:18. Inoltre nello stesso vangelo, 2:14, un'altra aggiunta è fatta sotto forma di Levi il pubblicano, il figlio di Alfeo, che in Matteo 9:9 ha cambiato nome e viene chiamato Matteo come lo stesso scrittore evangelico.
Più tardi, in Matteo (12:2), quei quattro pescatori e un pubblicano, come per un colpo di magia, sono trasformati in dodici apostoli. In Marco 3:13 et seq., abbiamo chiaramente il mito che prende forma. Gesù sale su una montagna e ordina ai  dodici che devono avere il potere di guarire malattie e di cacciare demoni. 
Il bisogno è stato sentito di circondare il figlio della divinità con una considerevole corte; dodici apostoli e settanta discepoli. Ma mai nessuno divenne abbastanza sicuro dei nomi. In Marco 3:18, Levi è andato, e il suo posto è preso da Giacomo, figlio di Alfeo. In Luca 5:27, Levi il Pubblicano riappare. Nel prossimo capitolo dello stesso vangelo, il suo posto come figlio di Alfeo è ancora una volta preso da Giacomo. Tra gli apostoli troviamo qui due di nome Giuda, uno dei quali è il fratello di Giacomo e l'altro il futuro traditore. Taddeo, d'altra parte, è completamente scomparso. La confusione è così grande che diventa impossibile accettare quei racconti come documenti storici. L'origine del numero dodici resta oscuro. Robertson potrebbe aver ragione a credere di aver scoperto un culto pre-cristiano di Gesù organizzato sotto forma di dodici partecipanti raggruppati intorno al tredicesimo, che fu chiamato l'Unto (Cristo). Quei dodici hanno poi considerato sé stessi “i fratelli di Nostro Signore”. Tracce di questo culto pre-cristiano di Gesù si potrebbero trovare in Atti 19:3, dove gli efesini dicono a Paolo di essere stati battezzati “col battesimo di Giovanni”.  Le dottrine relative erano state comunicate loro dalla visita di un ebreo, Apollo di Alessandria, che fu un uomo eloquente e fervente nello spirito, sebbene “conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni (Atti 18:24).
Sotto tutte le circostanze, dovrebbe essere chiaro ad ogni uomo ragionevole che la storia dei dodici apostoli come l'abbiamo nei vangeli è un mito.
La leggenda riguardante uno di quelli apostoli ha causato un grande danno. Che fosse creduta  non parla bene dell'acume dell'uomo. Per quasi duemila anni questa leggenda di Giuda, come espressione dell'odio provato da un gruppo di uomini verso un altro, ha dato origine ad orrori indicibili. Non c'è alcuna esagerazione nel dire che questa leggenda, che contrappone un diavolo contro la figura di luce per un effetto efficace, ha causato la tortura e l'assassinio di centinaia di migliaia di esseri umani.
Secondo le sue stesse premesse, questa storia è impossibile. La premessa principale è, naturalmente, che un uomo dalle qualità soprannaturali, un dio o semidio, va in giro giorno dopo giorno piuttosto apertamente in una certa città e i suoi dintorni. Egli si preoccupa così poco di nascondere i suoi movimenti che qualche tempo prima era entrato in quella città alla piena luce del giorno, ed è anche detto che fosse stato salutato con entusiasmo dal popolo, così da essere conosciuto da ognuno, da ogni donna e ogni bambino. Egli passeggia in giro in compagnia dei suoi discepoli, predicando di giorno, e dormendo all'aperto di notte, con quelli stessi discepoli attorno a lui. Nondimeno è ritenuto necessario comprare uno di quei discepoli per il suo tradimento, e allo scopo di un maggiore effetto drammatico, questo deve accadere con un bacio! Immagina le autorità poliziarie di Berlino nel 1988 assoldare un socialista per la rivelazione del nascondiglio di Bebel! La polizia avrebbe potuto proprio altrettanto bene risparmiare la sua moneta usando l'elenco telefonico.
Se ci fosse stato detto che Gesù aveva cercato rifugio in una grotta o un sotterraneo, ci sarebbe potuto esserci, dopo tutto, qualche sorta di flebile senso associato al racconto. Ma sotto le circostanze a noi riferite, quelli che lo cercavano dovevano solo chiedere: “Chi di voi è Gesù?”. Ed egli certamente non avrebbe tentato di negare il suo nome con una bugia.
Non solo Giuda è più inutile della quinta ruota di un carro, ma egli è un'assurdità, comprensibile solamente come manifestazione dell'odio nutrito dal cristianesimo gentile contro i giudeo-cristiani durante il secondo secolo, quando era diventato utile dimenticare o negare che Gesù stesso, Maria, Giuseppe, tutti gli apostoli, tutti i discepoli, tutti gli evangelisti, erano stati ebrei.

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