domenica 10 settembre 2017

Un'Analisi delle Origini Cristiane (VI) — Paolo prima di Cristo?

(segue da qui)

Paolo prima di Cristo?

Un'opera del terzo secolo ci fornisce qualche informazione di cui, per quanto ne sappiamo, nessuno ha fatto uso. Si tratta delle Omelie Clementine. Lo scrittore era preoccupato dalla questione del dualismo; egli pensava che, sin da Adamo, l'elemento cattivo, che è femminile, ha sempre preceduto l'elemento buono, che è maschile, e fornì un elenco di opposti che erano apparsi dopo Adamo. Così, abbiamo Abele opposto da Caino, Mosè da Aronne, il Figlio dell'Uomo da Giovanni il Battista, Paolo da Pietro, e Cristo dall'Anticristo. Coerentemente, Paolo si era recato dai gentili prima di Pietro, e Pietro gli era “succeduto” come una luce contro l'oscurità, sapienza contro ignoranza, cura contro malattia. [10]
Ma ciò che ci interessa più di tutto è apprendere che il vangelo di falsità venne prima, insegnato da un menzognero, e poi, dopo la distruzione del luogo santo, venne il vangelo di verità, insegnato in segreto. Inoltre, è estremamente curioso che Cristo sarebbe giunto dopo Paolo secondo quest'elenco dei due princìpi compilati dalle Clementine.
Si ricordi il secondo passo da noi enfatizzato e che significa questo: Prima della caduta di Gerusalemme, Paolo, un menzognero, predicò un vangelo, ma dopo il 70, il vero vangelo venne a correggere quest'eresia. Esso non fu conosciuto fino a quel tempo “perchè era stato insegnato in segreto”, un edificante eufemismo da interpretarsi come un'ammissione che la scrittura posteriore dei vangeli fu intesa a riscrivere la Storia, che conferma i nostri dubbi riguardo l'esistenza di una Chiesa cristiana a Gerusalemme prima della caduta della città nel 70.
I primi testi delle epistole paoline e degli Atti non stavano parlando circa la Chiesa di Gerusalemme; è dopo la morte di Paolo e dello scrittore di Atti che gli editori vollero fornire informazioni su quest'antica comunità che essi furono i primi a immaginare; le loro inserzioni contradditorie forniscono solo informazioni vaghe, dubbie; in quanto giudaizzanti, essi vollero associarsi ad un gruppo antico più vicino alla città santa di quanto essi lo fossero davvero; il loro cristianesimo rivendicò di essere ebraico e cercò di essere il compimento di profezie; il risultato paradossale fu che essi non furono capaci di convincere gli ebrei, ma ebbero successo nel persuadere i gentili. Di fatto, il cristianesimo ebbe successo solo al di fuori della Giudea — prima nelle terre che parlavano greco, e poi in quelle che parlavano latino. Come si può credere, sotto quelle condizioni, che la Chiesa Madre del cristianesimo fosse capace di stabilirsi a Gerusalemme e di sopravvivervi  per circa quarant'anni, dal 30 fino al 70 ?

NOTE

[10] Si veda O. Cullmann, Problème littéraire et historique du roman pseudo-clémentin, Parigi, Alcan, 1930, in particolare pagina 88 e 89. L'anteriorità di Paolo è suggerita, d'altra parte, dal fatto che Paolo fu convertito da una luminosa visione e che si recò a predicare Cristo tra i gentili senza aver visto, udito, o consultato gli apostoli di Gerusalemme, che probabilmente non esistevano ancora al suo tempo.

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