lunedì 11 settembre 2017

Un'Analisi delle Origini Cristiane (VII) — I primi cristiani non sapevano dei “Dodici Apostoli”.

(segue da qui)

I primi cristiani non sapevano dei “Dodici Apostoli”.

Il Nuovo Testamento offre un squarcio delle origini del cristianesimo: i primi discepoli e la piccola cerchia di Gesù, e poi diaconi e apostoli; ma sono gli apostoli, nei testi cristiani, a ricevere ogni attenzione e speculazione rispetto agli altri. Come scrisse un apologeta nel 1926, dopo la morte di Gesù, la storia degli apostoli diventò la storia della Chiesa stessa, [11] ma se questa storia sia vera o meno è precisamente ciò che desideriamo sapere.
Secondo i vangeli, Gesù si circondò di discepoli e non di apostoli al principio della sua predicazione; furono i discepoli ad essere chiamati cristiani, non gli apostoli, e furono i diaconi ellenistici a partire per evangelizzare le nazioni, non gli apostoli; essi sono inseriti nei nostri testi in una maniera artificiale — il loro titolo di “apostolo” si trova solo dieci volte nei nostri vangeli, mentre il termine “discepolo” appare 238 volte — e formano una specie di giuria suprema permanente composta da dodici membri, un numero simbolico. Dei dodici individui i cui nomi ci sono stati detti (compreso Giuda), noi non sappiamo quasi nulla a parte certi fatti riguardanti Simon Pietro, Giacomo, e Giovanni.
In realtà, prima dell'invenzione dei Dodici, ci furono altri apostoli (di cui Paolo è il più famoso) che non sono menzionati nei vangeli — per esempio, Apollo, Barnaba, Silvano, Epafrodito, Andronico, e Giunia. Paolo ignorò i Dodici, ma l'interpolatore dei Dodici escluse Paolo e i suoi compagni dalla Camera Alta,  nei cui dintorni egli cui collocò Gesù, un uomo terreno.
Ed è precisamente questa rappresentazione dei cosiddetti “Dodici Apostoli” che ci permette di dubitare della loro esistenza e, in ogni caso, dell'origine palestinese degli insegnamenti di Gesù.
Che quest'ultimo contrapponga gli ebrei di Gerusalemme e la sua stessa famiglia contro di lui già sembrerebbe abbastanza sorprendente, ma che i discepoli che lui avrebbe scelto sarebbero completamente dimentichi del suo insegnamento va al di là dei limiti del plausibile.
Gli evangelisti fanno dire a Gesù ai suoi discepoli e apostoli:  siete ancora incapaci di comprendere… non capite ancora… (Matteo 15:16; 16:9–11; Marco 6:52, 7:18, 8:17-21). Luca aggiunge (18:34): I discepoli non capirono nulla di tutto questo; quel discorso era per loro oscuro, e non capivano ciò che Gesù voleva dire, mentre i sinottici riferiscono un altro fatto: Pietro, che non comprese per nulla la dottrina cristiana, fu rimproverato severamente da Gesù:  Vattene via da me, Satana... Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini (Matteo 16.23; Marco 8.33). Sotto queste condizioni, possiamo credere ragionevolmente nella scelta di Gesù di simili propagandisti — i quali, per di più, erano in procinto di aspettare la sua morte per diffondere la loro stessa predicazione limitata — e nello sviluppo dei suoi insegnamenti in un ambiente simile?
I vangeli sinottici sono ignari del tutto delle missioni che sarebbero state eseguite dai Dodici. Quella è la ragione per cui Luca li pone sulla strada nel verso  9:6 e poi immediatamente li fa ritornare nel verso 10 (i versi intermedi contengono un'interpolazione riguardante Erode) senza farci sapere dove si fossero recati gli apostoli, oppure i risultati delle loro missioni — dal momento che egli stesso non ne sapeva niente di più.
Nondimeno, si tenti di scoprire quale sarebbe stata la funzione di questo comitato dei Dodici. Le epistole di Paolo raffigurano il governo della Chiesa come una realtà centralizzata a Gerusalemme e composta da tre pilastri: Giacomo, il fratello del Signore, assistito da Cefa Pietro e Giovanni. I vangeli presentano Pietro a volte come “alzatosi in mezzo ai fratelli”, che significa che non presiedeva su di loro, e a volte come il capo indiscusso dei Dodici, i quali non avrebbero compreso Giacomo. [12] Comunque, le epistole dipingono un Paolo che è superiore ai tre pilastri, [13] i cosiddetti super-apostoli, e che sta recando ai gentili una religione che gli fu rivelata personalmente, e che non deve nulla a Mosè o alla Legge.
Quando esaminiamo i testi che danno risposte contradditorie a domande essenziali, ci rendiamo conto che essi mostrano una prova di accesi dibattiti che accaddero tra le sette del secondo secolo. Qui, gli apostoli, i Dodici, sostituiscono i primi discepoli; là, è Pietro che viene inserito nei versi; altrove, è Giacomo, mentre in molti punti vediamo trasformare Paolo, il nemico della circoncisione, in un ebreo che viene a Gerusalemme per richiedere un'autorizzazione da Giacomo, Pietro e Giovanni, che sono riuniti per l'occasione, e per ricevere da loro il diritto a predicare una dottrina contraria alla loro, il che è inconcepibile.

NOTE

[11] “Apôtres” (col. 785), Dict. de la Bible, di E. Le Camus.

[12] Solamente se, come pensiamo, l'apostolo Giacomo, figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni, sia lo stesso personaggio Giacomo, fratello del Signore e dignitario della Chiesa a Gerusalemme. Si veda Cahier Renan, Numeri 15–16, “Les Apôtres et saint Pierre.”

[13] Quanto ai “pilastri”, c'è n'è uno di troppo. L'entrata del tempio aveva solamente due pilastri.

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