martedì 12 settembre 2017

Un'Analisi delle Origini Cristiane (VIII) — La Chiesa di Gerusalemme è una creazione artificiale successiva.

(segue da qui)

La Chiesa di Gerusalemme è una creazione artificiale successiva.

Questi sforzi patetici, evidenti, goffi, e contraddittori per individuare le origini cristiane in Palestina e per tentare, senza successo, di creare un'immagine del primo “governo” della Chiesa di Gerusalemme mostrano in realtà che gli scrittori del Nuovo Testamento non avevano nessun'informazione su questa materia a loro disposizione.
Quando leggiamo gli Atti degli Apostoli, la raffigurazione di Gerusalemme come centro di attività degli apostoli sembra essere davvero artificiale. Dopo la resurrezione, gli apostoli prendono rifugio permanente all'interno della città; non la lasciano mai, se non per farvi ritorno; senza di loro, Gerusalemme cessa di essere il centro della Chiesa. Diventa di nuovo il centro in occasione del famoso concilio di Atti 15, ma quella è l'ultima volta. D'ora in poi, non è più la Chiesa di Gerusalemme che manda i rappresentanti a sorvegliare l'espansione del cristianesimo come lo era stato fino ad allora (Atti 8:14, 9:32, 11:22, 15:1, 15:30); è Paolo che visiterà le chiese ogni qualvolta lo ritiene necessario, ed è Paolo che scrive per loro.
Dal giorno in cui non risiedono più a Gerusalemme, gli apostoli scompaiono. Dopo 16:4, la parola “apostolo” non appare più nel libro degli Atti; Paolo non sarà più un apostolo, e nessuno sarà più grande di lui.
Comunque, se ricordiamo che quello che i vangeli ci dicono circa Gesù è più tardo di ciò di cui ci informano le epistole circa Paolo, noi possiamo osservare che Paolo è il primo eroe religioso di cui sanno le scritture cristiane.
Ci è permesso di supporre, allora, che la Chiesa di Gerusalemme fu inventata per “riabilitare” Paolo e le sue attività, e per retrodatare lo sviluppo dell'apostolato e della propaganda giudeo-cristiana ad un tempo anteriore a Paolo; una volta che sono raggiunti quei risultati, non c'è ulteriore necessità di raccontare il resto della storia attorno ad una chiesa che non è mai esistita.
A. Loisy, avendo identificato alcune serie interpolazioni che si possono trovare in Atti, disse questo del suo editore: Egli ha avuto pienamente successo nell'ingannare la Chiesa su alcune delle circostanze che circondavano le sue origini, che essa era già pronta a dimenticare.
Maurice Goguel (La naissance du Christianisme) ci conferma che non abbiamo nulla su cui procedere per la storia più antica del cristianesimo gerosolomitano se non il libro di Atti, in cui lo scrittore utilizzò varie tradizioni in apparenza leggendarie... che egli appare di non aver sempre capito... Più seriamente, egli proiettò rozzamente la situazione del suo stesso tempo nella sua descrizione dell'antica Chiesa di Gerusalemme.... perciò una critica davvero attenta è necessaria...
Un esempio ci illustra che è necessaria un'estrema cautela riguardo le tradizioni cristiane. Si crede che già nel 44, Erode Agrippa I avesse ucciso solo l'apostolo Giacomo e imprigionato Pietro, ma che quest'ultimo sfuggì miracolosamente; fu arrestato anche lui? Non ci furono difficoltà ulteriori per Pietro o per i Dodici a Gerusalemme, dove la Chiesa era guidata ora da un altro Giacomo che fu a sua volta condannato a morte o nel 62 o nel 70 oppure alla vigilia della guerra. Questo Giacomo, che appare solo dopo la morte di Giacomo il fratello del Signore, sarebbe stato lui stesso un figlio di Maria; [14] al pari dell'altro Giacomo, egli fu chiamato all'apostolato attorno all'anno 29; egli diventò il vescovo della città mentre il primo Giacomo tenne una posizione prominente al Concilio di Gerusalemme (che accadde nel 44). Entrambi furono uccisi da Erode Agrippa; essi sembrano essere stati la stessa persona, divisa in due, e furono in grado di morire nel 44 come pure nel 62 oppure alla vigilia della rivolta del 66-70, il che dimostra l'incoerenza delle storie che ci raccontano di loro.
Sul soggetto del secondo Giacomo — la cui morte è raccontata in due maniere diverse — Goguel osserva che quelli che morirono con lui non furono cristiani, perché se lo fossero stati, la Chiesa di Gerusalemme, con la sua grande scarsità di martiri, li avrebbe ricordati; inoltre, questo sarebbe il solo episodio di uno spargimento di sangue per il periodo tra il 44 e il 70. Saremmo tentati, allora, di concludere che se un Giacomo fosse esistito, fu solo il primo Giacomo. Ma Origene esclude questa conclusione. [15] Egli dice in tre occasioni che la distruzione di Gerusalemme fu una punizione inflitta agli ebrei per l'assassinio di Giacomo. Un credo simile mostra l'enorme importanza del personaggio. Comunque, c'è un passo interpolato in Flavio Giuseppe (Antichità 20:9) di non piccolo interesse. Questo Giacomo, “fratello di Gesù chiamato il Cristo”, andò incontro alla sua morte per colpa del Sommo Sacerdote Anania, che fu poi sostituito da Gesù figlio di Damneo, che fu a sua volta sostituito da Gesù figlio di Gamaliele, al succedersi di quelli eventi attorno al 62-63, ossia alla vigilia della rivolta ebraica.
Qualunque cosa egli possa essere stato, questo Giacomo non fu un cristiano. Secondo Eusebio (Hist. Eccl. 2:23.6), Egesippo secondo quanto riferito affermò (ed Eusebio conferma) che Giacomo fu il sommo sacerdote e sacerdote principale dei sacrifici, vale a dire il capo degli ebrei. Perciò, egli non sarebbe stato un cristiano.

NOTE

[14] “Les Apôtres et saint Pierre”, Cahier Renan, Numeri 15–16.

[15] Contra Celsum, 1:47, 2:13; Commentario a Matteo, 10:17.

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