venerdì 22 settembre 2017

Un'Analisi delle Origini Cristiane (XVIII) — Posizioni cattoliche critiche.

(segue da qui)

Posizioni cattoliche critiche.

Un numero importante di teologi e critici cristiani — in altre parole, quelli che credono nell'esistenza storica dell'uomo Gesù — riconoscono l'impossibilità che affrontano nello scrivere una vita di Gesù.
Ciò è la ragione per cui Bultmann scrisse nel suo libro intitolato Gesù nel 1926: “Noi non possiamo più conoscere la natura di Gesù, la sua vita, e la sua personalità... Non abbiamo una sola delle sue parole la cui autenticità si possa dimostrare... Nella mia stima, qualsiasi cosa possiamo sapere circa la vita e la natura di Gesù, non è davvero molto”.
E Betram, nel suo Nouveau Testament et Méthode historique (1928): “La figura di Gesù non è accessibile direttamente attraverso la Storia. È futile tentare di integrarla in sviluppi storici... Ciò che è rivelato al credente non è il Gesù che fu, ma il Gesù che è; lo storico deve limitarsi a questa osservazione”.
In modo simile,  Erik Sjöberg (Der verborgene Menschensohn in den Evangelien, 1955, pag. 216) scrisse: “Ma perfino se Gesù fosse veramente un personaggio storico e noi fossimo capaci di apprendere qualcosa circa la sua natura storica, il Gesù proclamato dalla Chiesa e raffigurato nei vangeli è ancora una figura mitologica. Il suo nome è tutto ciò che egli ha in comune col Gesù della Storia, che ci rimane totalmente sconosciuto. E il messaggio del Nuovo Testamento è mitologico in un modo più radicale di quanto sia implicito nella discussione attuale riguardo la demitizzazione del vangelo”.
Potremo parimenti citare  Käsemann, il quale mostrò, nella sua Analyse critique de l’Epître aux Philippiens, che l'inno in 2:5-11 non è per nulla interessato all'individuo che diventò un uomo ma all'evento teologico di salvezza che colloca il Salvatore “in una cornice mitica, sovra-storica”.
In un articolo recente, [23]  un ecclesiastico riconobbe che è comunemente riconosciuto che scrivere una vita di Gesù non è più possibile, ed osserva: Paradossalmente, noi ci troviamo d'accordo nell'affermare che non sappiamo niente della vita di Gesù. Per i teologi, è perché egli è Dio; per i professori della Formgeschichtlicht Schule, è perché egli è un'idea della comunità cristiana. Il povero diavolo che scrive una vita di Gesù dimostra di non avere il minimo complesso di inferiorità e di non fermarsi davanti a niente.... Egli non realizza che Gesù non possiede alcuna vita sua propria... Che Gesù è solo una storia... 
Per criticare questa opinione, egli cita un giornale cattolico [24] che va così lontano da porre domande pericolose: Cosa può essere e cosa dev'essere il nostro ideale? Noi replichiamo: una Storia di Gesù... Il chiarimento strettamente positivo di fatti che siano ancora piuttosto riconoscibili — forse poche sequenze di eventi, qualche relazione causale se possibile. 
Tutto ciò che desideriamo illustrare da questo dibattito è che la critica cristiana è essa stessa abbastanza imbarazzata dalla biografia di un Gesù storico. [25]

NOTE

[23] Jean Steinmann, “Peut-on écrire la vie de Jésus?”, La Table Ronde, Numero 154, Ottobre 1960. L'autore non temette, tuttavia, di scrivere una “Vita di Cristo”; il suo libro fu censurato nel 1962 perché mostrava che la natura di Gesù è “confinata da limiti che erano troppo umani”.

[24] L’ami du clergé, Agosto 11, 1960.

[25] Il problema di Gesù fu esposto chiaramente in un libro recente: La Passion de Jésus, di Marc  Stephane, Dervy, Parigi, 1959.

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