lunedì 9 ottobre 2017

Un'Analisi delle Origini Cristiane (XXXV) — Due fazioni di scribi del “vangelo”.

(segue da qui)

Due fazioni di scribi del “vangelo”.

Quelle pie modifiche furono certamente non altrettanto semplici, veloci e premeditate come loro appaiono dalla nostra prospettiva, ma sembra certo che esse furono realizzate. Ireneo, che morì all'incirca nell'anno 200, asserisce che il vangelo di Marco fu scritto per correggere gli errori di Cerinto, quello di Matteo fu scritto per convertire gli ebioniti, quello di Luca per correggere Marcione, e quello di Giovanni in opposizione a Valentino. [58]
Fu indubbiamente durante la seconda metà del secondo secolo che i vangeli furono armonizzati, fondendo nei testi l'uomo Gesù con il dio gnostico per creare un singolo personaggio di nome Gesù Cristo. Nonostante la sua apparente unità, l'eroe cristiano si divide facilmente in due esseri completamente diversi (si veda la nota a pagina 91).
Il dio salvatore discese dal cielo in una forma umana; il galileo nacque da altri esseri umani. Il dio ritornò al cielo; il corpo dell'uomo fu sepolto. [59]
Il dio Gesù fu il Figlio divino, un'emanazione di Dio Padre. I seguaci del galileo immaginarono che lo spirito di Dio fosse venuto ad incarnarsi nel corpo di un bambino, oppure che Dio avesse adottato l'uomo come suo figlio al momento del suo battesimo. Altri ne fecero un figlio di Davide nonostante quella stirpe regale si fosse estinta da lungo tempo.
Il dio gnostico si oppose al Principe di questo Mondo, il Dio degli ebrei, alla Legge, e al Sabato. I ribelli ebrei adorarono Yahweh e rispettarono la Legge e i suoi rituali. 
Il dio recò una salvezza spirituale a tutte le nazioni; il galileo cercò solo la liberazione materiale di Israele.
Il Gesù gnostico si proclamò il pane della vita, disprezzò la carne, e offrì una promessa della resurrezione delle anime. Il suo regno non fu di questo mondo. Il nazionalismo ebraico, d'altra parte, reclutò partigiani ebrei che dovevano aiutare a stabilire una nuova Gerusalemme terrena che fosse indipendente e libera da tutti i pagani.
Il dio Gesù volle essere riferito solamente come il Cristo. Egli desiderò pace e difese il perdono alle offese come pure la povertà. Il signore della guerra rivendicò di essere messia e prese il potere con la forza.
Una leggenda evangelica ha preservato la memoria di quei due Gesù e del frangente in cui si ritrovò Pilato. Infatti quando gli ebrei gli portarono un Gesù, egli ne aveva un altro già detenuto, “un noto carcerato”, ci viene detto (Matteo 27:16-17). Egli allora disse loro,  “Chi volete che vi liberi, Gesù Barabba (Figlio del Padre) o Gesù che è detto Cristo (Messia)?” Naturalmente, Pilato non avrebbe potuto prendere possesso del figlio di un dio, ma questo episodio stabilisce che ci fu da subito una differenza tra il dio Gesù e l'uomo Gesù, perfino riguardo alla crocifissione.
Questa leggenda si può spiegare egualmente nella maniera seguente: Pilato è l'arconte terreno, il diavolo che pensò di aver messo le sue mani sul figlio di Dio, ma questo prigioniero celeste gli sfuggì. Infatti, egli lasciò andare il Cristo spirituale e tenne solo il suo corpo, la sua apparenza. Questa spiegazione è confermata quando leggiamo il quarto vangelo. Il Cristo che (in 2:4) aveva detto alla sua presunta madre: “Che ho da fare con te, o donna?” le disse al momento della sua morte sulla croce (19:26-27): “Donna, ecco il tuo figlio” e a Giovanni, “Ecco tua madre.” Questi era l'essere spirituale che parla ad esseri umani facendoli comprendere che essi possono essere parenti a vicenda, e se sono interessati, egli lascia loro il suo corpo al momento in cui la sua natura celeste abbandona la sua apparenza carnale per ritornare al cielo.
Giustino disse a Trifone: “Sono alcuni della vostra razza che riconoscono che egli è il Cristo, ma dichiarano che è un uomo nato da uomini”, che significa che altri non credevano che l'uomo Gesù fosse il Cristo celeste.
E Ireneo: “Quelli che invece distinguono Gesù da Cristo e sostengono che Cristo rimase impassibile mentre fu Gesù a patire, e preferiscono perciò il Vangelo secondo Marco, se lo leggono con l'amore della verità, possono correggersi.” Questo conferma che il vangelo di Marco fu corretto per confutare la “falsa” dottrina dei seguaci di Cerinto, che visse attorno all'anno 100.
Così se, come è certo, alcuni cristiani si confusero tra un dio e un uomo, noi comprendiamo l'avviso dato ai critici in tutta serietà da Albert Schweitzer: I difensori della storicità di Gesù devono considerare seriamente l'importanza della loro posizione... essi corrono il rischio di sostenere i ruoli storici di un personaggio che potrebbe essere completamente diverso da quello che si aspettavano quando si accinsero a difendere quella posizione. [60]
Nondimeno, si potrebbe fare la seguente obiezione: invece di vedere Gesù come un dio trasformato in un uomo, non si potrebbe sostenere l'esistenza di un uomo che fu divinizzato? Inoltre, è possibile provare che il dio Gesù è esistito?
Noi risponderemo che ogni qualvolta due personaggi vengono fusi assieme, si deve scoprire quale fu il più antico; e nel caso di Gesù, è innegabile che il dio precede l'uomo. Comunque, perché un uomo venga divinizzato, egli ha bisogno di essere esistito come minimo. E non abbiamo nessuna dimostrazione che egli esistette; al contrario, abbiamo ogni ragione di pensare che il Gesù dei vangeli sia una creazione teologica.

NOTE

[58] Per Cerinto, il Cristo divino era disceso nell'uomo Gesù. Per gli ebioniti, si trattava dello Spirito Santo. Per Marcione, Gesù era il Figlio di Dio. Per Valentino, Gesù era un'emanazione del Pleroma divino che venne a salvare Sofia. Si fecero dei tentativi per provare l'opposto tramite le Scritture; ossia, che Gesù fosse un uomo di carne scelto da Dio.

[59] Il vangelo di Giovanni (3:13) spiega che nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, che prova che i primi cristiani credevano solo in un uomo che potesse ascendere al cielo. Attorno al 300, rabbì Abbahu dichiarò: Se qualcuno ti dice: “Io sono Dio”, egli è un mentitore; “Io sono il figlio dell’uomo”, alla fine dovrà pentirsene; “Io ascenderò al cielo”, egli ha detto questo, ma non lo compirà.


[61] Albert Schweitzer, Gesch. d. Leben, Jesu Forschung, pag. 151.

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