mercoledì 11 ottobre 2017

Un'Analisi delle Origini Cristiane (XXXVII) — Vestigia del precedente Gesù divino.

(segue da qui)

Vestigia del precedente Gesù divino.

L'esistenza del dio Gesù è indiscutibile a nostro avviso, non solo nei termini del problema che abbiamo già esposto, ma anche dovuto a fatti che ora ricorderemo.
Secondo l'epistola ai Colossesi (1:15-17),  il Figlio è l'immagine del Dio invisibile, primogenito della creazione. Tutte le cose sono state create per mezzo suo ... e per la sua gloria. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. Egli esisteva già prima di qualsiasi altra cosa.
Il vangelo di Giovanni conferma che Gesù è esistito prima della nascita di Abramo (8:58), e mentre egli stava pregando, egli disse a Dio suo Padre: Rivela la mia gloria, quella gloria che avevo con te, prima ancora che il mondo esistesse (17:5).
Le prime credenze dei cristiani comportavano così un essere eterno — un dio, non un essere umano.
Secondo Barnaba, attorno al 115, Giosuè fu il predecessore di Gesù nella carne (12:20), che Giustino conferma (Dialogo con Trifone 113). Ma Giosuè (lo stesso nome di “Gesù”) si originò certamente come una divinità solare; quando egli fu umanizzato, egli cominciò la sua carriera nel giorno scelto per la scelta dell'agnello pasquale e la terminò a Pasqua. Egli scelse dodici uomini, come Gesù. Il rituale di circoncisione fu chiamato il rituale di Giosuè il Figlio, e secondo il Talmud, ci fu una  “Settimana del Figlio” (oppure di Gesù il Figlio) relativa alla redenzione del primogenito. [61] Giosuè (Gesù) fu considerato il Principe della Presenza, il Metatrone che venne assimilato pure all'arcangelo San Michele.
Una versione più antica dell'epistola di Giuda (versi 5 e 6) offre il testo seguente: Io voglio ricordare a voi, che già conoscete tutte queste cose, che questo Gesù (cioè “Giosuè” invece di “il Signore”) dopo aver salvato il popolo dalla terra d'Egitto una seconda volta,  (Mosè avendoli salvati la prima volta) fece perire in seguito quelli che non vollero credere, e che gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno… Non c'è più alcun dubbio: questo Gesù pre-cristiano è un essere divino.
Si può leggere negli Oracoli Sibillini il passo seguente:  E allora vi sarà di nuovo un uomo disceso dal cielo il quale stese le mani sul legno molto fruttifero, il più grande fra gli ebrei, e che un giorno fermò il Sole... . Così apprendiamo che il Giosuè dell'Antico Testamento fu un dio relativo alla croce e al Sole, che discese dal cielo per il genere umano.
Questo ci è confermato dalla quarantaduesima delle Odi di Salomone, il cui testo è come segue:
Io stesi le mie mani e mi accostai al mio Signore.
Lo spiegamento delle mie mani è il segno di lui.
Ed il mio stare eretto, il legno steso
che fu levato sul sentiero del retto.
Questo è confermato da altri versi: [62]
Stesi le mie mani e proclamai santo il mio Signore. 
Lo spiegamento delle mie mani è il segno di lui
ed il mio stare diritto, il legno retto.
(Ode 27)
Mentre l’anima mia saliva, io stesi le mie mani (Ode 35)
Il personaggio che sta parlando è un Salvatore, un Figlio di Dio; egli non è crocifisso da uomini, egli si consacra a Dio suo Padre attraverso la croce. Quelle Odi, che furono scritte probabilmente attorno all'anno 100, riflettono un culto che precede quello del Gesù evangelico, [63] il quale non previde la sua morte sulla croce ma piuttosto scelse la croce “durante la sua esistenza” come elemento di coesione. In effetti, egli avrebbe detto ai suoi discepoli: Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me (Matteo 10:38).

IL FIGLIO DI DIO COME SALVATORE SI PUÒ TROVARE:

a) ...nell'Apocalisse di Elia (§20), dove è detto che  “il dio della gloria mandò suo figlio nel mondo” e che  “egli fu trasformato in un uomo appena ci avvicinò”.
b) ...nell'Ascensione di Isaia (un'opera giudeo-cristiana di inizio secondo secolo) dove il “Prediletto” assieme allo Spirito Santo ha la forma di un angelo e adora la Grande Gloria (ossia Dio). Anche se persone furono presenti alla nascita di Cristo, alla sua condanna a morte e alla sua resurrezione, questo Cristo è divino; egli lasciò suo Padre per discendere sulla terra, passando attraverso i sette cieli che egli più tardi attraversa nella direzione opposta per ritornare da suo Padre e sedersi alla sua destra. Questo Cristo è un dio ebreo gnostico che precedette il cristianesimo. Un angelo ammonisce Isaia che il Principe di questo mondo ucciderà il Figlio di Dio e lo appenderà su un albero.
Si è giustificati nel notare in questo contesto che i nomi “Cristo” e “Gesù” appaiono in questo testo in una maniera sorprendente. [64] Innanzitutto, un angelo spiega ad Isaia (9:5) che egli sarà capace di udire il nome del Signore il Figlio di Dio solo una volta che egli è stato spogliato della sua carne. Egli gli annuncia che il Signore discenderà sulla terra alla fine dei giorni e che, una volta che assume un'apparenza rassomigliante ad un uomo e viene creduto di carne, egli sarà chiamato Cristo (9:13). In questa visione, Isaia si solleva più in alto del cielo e viene “trasfigurato, diventando simile ad un angelo” (9:30). Gli occhi del suo spirito si aprono ed egli scorge la Grande Gloria, il Padre del Signore, mentre invia Cristo il Signore, colui che sarà chiamato Gesù, in missione sulla terra.
È possibile che i nomi “Signore”, “Cristo”, e “Gesù” furono aggiunti al testo originale. [65] È nondimeno istruttivo sapere, anche se mediante un'interpolazione, che il Figlio di Dio ebbe il titolo di Signore e che il nome Cristo fu dato alla sua apparizione umana, che fu chiamata successivamente anche Gesù. Apprendiamo da Atti (2:36) che il suo redattore credeva ad un certo punto che fosse Dio ad aver reso Gesù “Signore” e “Cristo” dopo la sua crocifissione. L'epistola ai Filippesi (2:7-11) mostra anche che il nome di Gesù fu dato dai cristiani al “dio nella forma di un uomo” dopo la sua “morte”. Realizziamo che è un dio con cui abbiamo a che fare.
Se i nomi “Gesù” e “Cristo” non costituiscono interpolazioni nel testo dell'Ascensione di Isaia, questo testo — più antico dei vangeli — ci preserva una memoria di un dio redentore gnostico a cui vennero dati i titoli di Signore, Cristo, e Gesù.
c) ...nelle epistole di Paolo, dove si dichiara (1 Corinzi 2:7-8) che se i Prìncipi di questo mondo crocifissero il Signore della Gloria, è perché essi non conoscevano la misteriosa Sapienza di Dio ordinata dall'origine del tempo per la nostra gloria. Così, originariamente, questo figlio divino, dio di un mistero, fu squartato nei cieli dai demoni stellari. Questo evento, trasposto sulla Terra, diventa una crocifissione romana, con gli arconti celesti che vengono trasformati in nemici umani di cui Gesù disse: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno (Luca 23:34). [66] Paolo è un compagno della croce di Cristo (Galati 2:19 e 6:14), una situazione che non ci è presentata nei vangeli.
d) ...nella Didachè (16:6), dove è annunciato che alla fine del tempo, apparirà il segno dell'apertura del cielo.
e) ...nel Vangelo di Pietro, dove la croce luminosa si identifica con Cristo; essa è la Parola, ed egli è la croce, che è confermato negli Atti di Giovanni (Questa croce non è una croce di legno. [67] Né io sono quello che è sulla croce... Ciò che essi diranno di me è misero e non degno di me.).
f) ...negli Atti di Filippo, che descrive una voce che grida: Io avrò pietà di te sulla mia croce di luce.
g) ...nelle opere di Giustino (Apol. 60:5) il quale, interpretando Platone, dice che Dio estese suo Figlio nel mondo nella forma di una croce.
Quelli esempi si potrebbero moltiplicare.
Ippolito preservò per noi un Inno dei Naasseni, una setta che era probabilmente pre-cristiana, in cui Gesù chiede a suo Padre di lasciarlo discendere sulla terra per recare salvezza agli uomini:
Guarda, Padre, va sulla terra in cerca di mali una (l'anima) ch'è sorta dal tuo respiro. Al Caos amaro lei cerca di sfuggire, né vede in che modo salvarsi. Per questo, mandami, Padre! Avendo i sigilli scenderò, tutti gli Eoni percorrerò tutti i misteri rivelerò, le forme degli Dèi mostrerò, e i segreti del sacro cammino, chiamando alla Gnosi, trasmetterò. Non ci può essere nessun dubbio che questo Gesù è una divinità gnostica.
Un papiro magico, redatto da Wessely, contiene il seguente incantesimo: Io ti scongiuro per il Dio degli Ebrei, Gesù. Una conferma di questo fatto ci è dato da Atti (19:13):  Alcuni esorcisti itineranti giudei... tentarono anch'essi d'invocare il nome del Signore Gesù su quelli che avevano degli spiriti maligni, dicendo: «Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo annuncia». Sebbene collocato sotto gli auspici di Paolo, questo Gesù, dio degli ebrei, esisteva almeno dal principio del cristianesimo. Quando i dodici apostoli appaiono per la prima volta nel vangelo di Matteo (10:1), essi ricevono il potere di cacciare spiriti impuri e di guarire ogni malattia. Quei miracoli furono realizzati “nel nome di Gesù” (Luca 10:17; 16:17; 9:49; Atti 3:6), il nome che era  “il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra” (Filippesi 2:9–11). È possibile dubitare che abbiamo a che fare col nome di un dio? [68]
Abbiamo visto che alcuni ebrei credevano in un dio-guerriero di nome Gesù, ma è certo che altri ebrei furono legati ad un Gesù davvero diverso. I discepoli di Paolo furono oltraggiati dal fatto che si potesse predicare un altro Gesù diverso dal loro (2 Corinzi 11:4; Atti 17:3). E così poco del Gesù di Paolo era umano che l'apostolo fu preso per un predicatore di divinità straniere ad Atene (Atti 17:18).

NOTE

[61] Secondo Robertson, Pagan Christs, pag. 165-166, che si riferisce a  Tal. Bab. Tract. Baba Bathra, Yevamoth, Josephoth; anche sottolineato da Hershon, Genesis with a Talm. Comm., pag. 24–26.

[62]  Gli stessi greci sapevano di un arresto del Sole. Secondo un inno di Callimaco, il Sole fermò il suo carro per osservare Artemide danzare con le sue ninfe.

[63] Scrisse Harnack: Quelle Odi contengono già così molti elementi cristiani, che la storicità di Gesù sembra essere seriamente minacciata. (Die Oden Salomos, 1910).

[64]  Si veda Marc Stéphane, La Passion de Jésus, pag. 69, 70, 71, 124, 248, 249, e 250.  Egli osserva che il testo latino e il testo slavo dell'Ascensione di Isaia non contengono da nessuna parte i nomi “Gesù” o “Cristo”.

[65] Ancor più importante, il nome “Gesù”, il quale appare più tardi rispetto a “Cristo” nei nostri testi.

[66] Prima di Gesù, lo stesso Orfeo fu immolato dai Prìncipi di questo mondo, i Titani, che lo smembrarono e divorarono. Non dimentichiamoci — come sottolinea di passaggio Guignebert (Probl. de Jésus, pag. 94) — che anche le braccia protese della croce simboleggiano una rigenerazione mistica e che, in alcuni amuleti, l'albero della croce di Osiride è fissato a braccia umane.
Un papiro contiene la formula seguente: Possa questo vino diventare il sangue di Osiride e un altro mostra Osiride nella forma di una coppa di vino, che offre il suo sangue da bere a Iside e Osiride. Inoltre, noi conosciamo le parole da dire sulla coppa: Diciassette volte: Tu sei vino, e tu non sei vino, ma la testa di Atena. Tu sei vino, e tu non sei vino, ma le viscere di Osiride, le viscere di Iao. (V. Guignebert, Le Christ, pag. 373). Così il Figlio di Dio fu paragonato alla coppa (Odi di Salomone 19).

[67] Questa cosmica croce di luce (che diventerebbe in seguito la croce dei manichei) dovette essere rappresentata senza dubbio mediante una croce di legno con rami uguali; successivamente, essa fu sostituita dal crocifisso (Concilio di Costantinopoli, 692). È solo nel 12-esimo secolo che appare Cristo sulla croce all'ingresso di una chiesa.

[68] Attorno al 150, Giustino scrive che per tutto il mondo e a Roma, molti di noi, cristiani, esorcizzarono demoni col nome di Gesù Cristo crocifisso sotto Ponzio Pilato. Osserviamo che il nome del dio è stato sostituito con quello del dio-uomo, con quest'ultimo che viene localizzato nella Storia. Una volta che  diventò un ebreo di Gerusalemme, Gesù stesso sarebbe stato accusato (nei vangeli) di avere un demone dentro di lui e di cacciare altri demoni coll'aiuto di Belzebù. Questa favola mostra che, per gli scribi di Gerusalemme, il culto di Gesù fu pagano (Belzebù fu un rivale del culto di Jahvè; egli fu il dio filisteo di Ekron, una città dove si recarono gli ebrei dopo la distruzione di Gerusalemme da parte dei romani).

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