giovedì 12 ottobre 2017

Un'Analisi delle Origini Cristiane (XXXVIII) — Gesù come un “essere collettivo”.

(segue da qui)

Gesù come un “essere collettivo”.

Si deve notare un'altra figura di Gesù, intermedia tra quella del dio e quella dell'essere umano. In certi contesti mandei, gnostici e paolini, Gesù sostituiva la Madre di Tutti i Viventi, Miriam, la quale aveva simboleggiato la Comunità, la Chiesa. Lei fu considerata la sposa o promessa del Cristo, la Madre Ecclesia, la vergine immacolata da qualsiasi contatto impuro; lei fu chiamata anche Gerusalemme. Lei diventò il corpo di cui il Cristo era il capo e di cui i credenti erano membri.
Così lui fu un essere collettivo (1 Corinzi 12:12-30; Romani 12:4-5), e Paolo disse:
Voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.
Questo Cristo potrebbe non essere stato un dio, ma egli non può considerarsi una persona fisica che aveva vissuto ad un certo tempo in qualche villaggio ebraico.
Non è solo in questo senso che Gesù si può considerare un essere collettivo; egli incorpora numerose entità religiose. Egli è spesso Dio stesso (l'Alfa e l'Omega, il Signore, il Re, il Giudice Supremo); egli è Sua Emanazione (il Figlio, la Sapienza, l'Angelo del Patto, il Mediatore, il Marito, il Sommo Sacerdote celeste, il secondo Adamo...); egli è il Messia (Abia, Davide, Sciloh, il Germoglio, il Consigliere...); egli è la Vittima (il Servo, il Giusto, l'Agnello, il Capro Espiatorio, Abele)... Questa semplice enumerazione illustra il lavoro, gli sforzi della fantasia, i sogni, e la confusione che lo crearono e arricchirono. [
69]

NOTE

[69] Un altro esempio: quando San Paolo parla di Gesù nostra Pasqua, ciò non si può considerare un evento storico. Così Henri Labbé ha detto (Bulletin Renan, Numero 76, Dicembre 1960) che è un adattamento unico di un'antica liturgia a nuove credenze. Si veda anche:  Jean Pain, Jésus dieu de la Pâque, Rieder.

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