sabato 23 dicembre 2017

Sull'Evoluzione del Cristianesimo (di Louis G. Rylands) — Prefazione




Il Dio di Coincidenza

Può qualcuno negare che

Una cosa dopo l'altra

In sequenza e logica

Mai vista prima

Non può essere che la

Interferenza di un Dio

Determinata a provare che

Ognuno che pretende

Di conoscere ora

Una cospirazione è

Demente?


(Kent Murphy)


La prossima volta che qualcuno vi dice qualcosa che sembra importante chiedetevi: “È quel genere di cosa che la gente probabilmente conosce perché è provata? O è quel genere di cosa che la gente crede soltanto per ragioni di tradizione, di autorità o di rivelazione?” E la prossima volta che qualcuno vi dice che qualcosa è vero, perché non dirgli: “Che prove ci sono di questo?” Se non sa darvi una risposta valida mi auguro che ci pensiate molto attentamente prima di credere a una sola parola di quello che dice.
(Richard Dawkins, Il cappellano del diavolo, Raffaelo Cortina, Milano, 2004)

Volendo tentare nel campo delle origini cristiane qualcosa di simile a quanto aveva detto Rychard Feynman sulla Fisica:
 “Se, per qualche cataclisma, tutta la conoscenza scientifica fosse distrutta, e solo una frase potesse passare alla generazione successiva, quale dichiarazione conterrebbe il massimo di informazione con il minimo di parole? Credo che sia l'ipotesi atomica (o il fatto atomico, o comunque tu lo voglia chiamare) che le cose sono fatte d'atomi, piccole particelle che si muovono intorno in moto perpetuo, attraendosi quando sono a distanza ravvicinata, ma respingendosi quando sono schiacciate l'una contro l'altra. In questa sola frase vedrai un'enorme quantità di informazione sul mondo, se soltanto un po' di immaginazione e pensiero sono applicati”.
(Richard Feynman, “The Feynman Lectures on Physics”, Addison Wesley Longman, 1552 pp., 1970)
...ovvero, tentare di condensare il meglio possibile in una sola frase tutto ciò che è necessario davvero sapere per definirsi veramente “esperti del cristianesimo primitivo” — con la stessa prudente avvertenza data da Feynman ai suoi lettori, e cioè:  “se soltanto un po' di immaginazione e pensiero sono applicati” — allora io penso di individuare quella frase in questa citazione dal libro del miticista Louis Gordon Rylands, The Evolution of Christianity: 
Le religioni del mondo si sono sviluppate mediante un processo di evoluzione. Certo, hanno avuto origine nella mente degli uomini; e senza dubbio i loro aspetti principali furono elaborati da pochi uomini di talento che insegnarono ai loro simili. Perché il cristianesimo non dovrebbe aver avuto uno sviluppo simile? In un certo senso si può dire che il cristianesimo ebbe un fondatore o dei fondatori nella misura in cui alcuni uomini del primo secolo svilupparono e diffusero idee in circolazione che erano giunte  loro da un tempo precedente. Essi veicolarono una propaganda e stabilirono comunità. E la base della loro propaganda fu la divinità di Gesù. Il  problema principale dell'origine del cristianesimo è rintracciare la fonte di questo Gesù divino. Noi non la troveremo in un oscuro ebreo.
(Louis Gordon Rylands, The Evolution of Christianity, pag. 6, mia libera traduzione)


La parola magica qui è EVOLUZIONE. Non cesserò mai di sottolinearlo. I miticisti hanno fatto con Gesù ciò che Darwin ha fatto in biologia: hanno spiegato come si sono generate le cose facendo a meno dell'“uomo Gesù”, come Darwin ha fatto a meno dell'ipotesi “Dio”. A mio avviso, ci sono riusciti.

Lo stesso Rylands offrì una sua profonda esemplificazione della concezione evoluzionistica del cristianesimo:
 Il professor D. Stromholm, dell'Università di Upsala, in due articoli pubblicati sull'Hibbert Journal durante l'anno 1926, ha esposto una serie di passi del Nuovo Testamento che puntano fortemente all'esistenza di due partiti principali nel movimento cristiano davvero assai presto nel primo secolo. Quei partiti, che corrispondono ai movimenti gnostici ed ebraico-messianici, lo scrittore definisce rispettivamente “stefanista” e “apostolico”. Per riconciliare con l'ipotesi tradizionale l'esistenza di quei partiti in un periodo così prematuro, egli è costretto a datare la Crocifissione molto prima di quanto è stato fatto nei vangeli, e a presumere che gli Apostoli non fossero compagni personali di Gesù, ma furono erroneamente descritti da Marco come tali. Da alcuni indizi deduce che, prima della pubblicazione del racconto della Crocifissione, come l'abbiamo noi ora, Gesù fu considerato dai cristiani di età apostolica come un martire che aveva sofferto nel lontano passato. Le conclusioni raggiunte dal professor Stromholm possono essere spiegate più chiaramente sull'ipotesi sostenuta in questo libro che sulla visione tradizionale; e la posizione qui difesa, che il cristianesimo è il risultato di una sintesi di dottrine precristiane, è confermata dalle prove da lui addotte per un processo che egli chiama “riconciliazione”, ma che può essere meglio inteso come una “fusione”. È possibile che il nome “Gesù” sia stato applicato da alcuni gnostici al Logos prima che prese luogo la fusione generale di idee.   
(ibidem, pag. 125-126, mia libera traduzione, mia enfasi)

L'idea espressa nell'ultima proposizione non è affatto peregrina e marginale al problema delle “Origini”, visto che il concetto è ribadito dallo stesso serio e competente studioso Richard Carrier:
Ciò che rimane è un fatto: l'angelo di Filone è lo stesso essere che i primi cristiani credevano fosse il loro Gesù.

Che significa:

 ... l'angelo col quale i cristiani identificarono il loro Gesù proveniva definitivamente dall'angelologia ebraica.
(Richard Carrier, On the Historicity of Jesus: The Daniel Gullotta Review)

I miticisti possono avere mille e una opinioni diverse, tutte egualmente probabili, intorno al particolare processo evoluzionistico di come questo angelo venne ad essere chiamato “Gesù” e ad acquistare una biografia fittizia sulla Terra. Questa diversita di opinioni sul “come” non muta la semplice verità del fatto principale: ad un angelo ebraico fu dato prima o poi il nome “Gesù” e gli fu quindi procurata un'intera vita leggendaria sulla Terra.

In questo blog è mia intenzione da oggi presentare in serie una mia traduzione in italiano del libro di Louis Gordon Rylands, The Evolution of Christianity.

Cominciando dalla sua introduzione.




 Se mi permetto di credere a qualcosa sulla base di prove insufficienti, non ci può essere alcun grande danno fatto dalla semplice fede; potrebbe essere vera dopotutto oppure forse non avrò mai occasione di esibirla in atti esteriori. Ma non posso fare a meno di recare questo grave torto nei confronti dell'Uomo, di rendermi credulone.          
              — W. K. Clifford

Londra:
WATTS & CO., JOHNSON’S COURT,
FLEET STREET, E.C.4
Prima pubblicazione a Marzo, 1927

Stampato in Gran Bretagna
per la Rationalist Press Association Limited
daWatts & Co., Johnson's Court, Fleet Street,
Londra, E.C.4




PREFAZIONE

Lo scopo di questo libro è dichiarare tanto chiaramente e tanto concisamente quanto possibile, e coordinare, i risultati ottenuti di recente lungo differenti linee di inchiesta da investigatori delle origini del cristianesimo. Il soggetto è ampio e complesso, e diversi investigatori si sono necessariamente specializzati in diverse direzioni. Risultati sufficienti sono ora stati assicurati per realizzare una coordinazione possibile ed utile. Io desidero dire enfaticamente che il libro non è in alcun senso un attacco alla religione in generale, o al cristianesimo in particolare. Esistono, in realtà, uomini che credono che la scomparsa del Gesù storico avrà l'effetto di rendere la religione più spirituale e più libera. Il Professor Schmiedel ha affermato che le sue più personali convinzioni religiose non soffrirebbero nessun danno perfino se egli si sentisse obbligato a concludere che Gesù mai visse; e io non ho alcun dubbio che quando colti teologi hanno accettato questa conclusione, come essi hanno accettato molte altre che per un lungo tempo furono aspramente ostacolate, scopriranno che, nondimeno, il cristianesimo può continuare ad esistere.

Kalthoff, in effetti, sostenne che quando un  ideale — oppure, per usare la sua espressione, un profetico — Cristo è stato sostituito al teologico Cristo, il cristianesimo sarà liberato dai vincoli che ostacolano il suo sviluppo spirituale ed etico, e sarà capace di sollevarsi ad un piano più elevato.
Il motivo che indusse la stesura di questo libro, comunque, non era il supporto di questo o quell'altro punto di vista. Io intrapresi lo studio del quale esso è frutto solamente col desiderio di scoprire la verità. E dovrebbe essere ovvio che quello sforzo può aver successo solo nell'assenza di un ulteriore motivo e del desiderio di stabilire qualche conclusione particolare. Io fui attratto al soggetto del libro per la sua importanza e fascino come un problema puramente storico. Nella misura in cui non possedevo affatto alcun pregiudizio, esso fu in favore della storicità di Gesù, poichè precedentemente non avevo visto una ragione sufficiente per dubitarla: ma io trovai quest'ipotesi insostenibile. E più ulteriormente procedetti più impressionato divenni dall'inadeguatezza dei teologi e critici tradizionalisti, nei quali la ricerca della verità sembrava subordinata al mantenimento di un particolare punto di vista. Fin tanto in cui è interessata la critica testuale, in effetti, il lavoro che è stato svolto è ammirevole; ma nel trattamento dei problemi storici e mitologici coinvolti gli studiosi teologici sono stati deprecabilmente superficiali, se non a volte volontariamente ciechi.

Nonostante questo studio fosse originariamente intrapreso per mia soddisfazione personale, io ho pensato  che avrebbe potuto costituire un servizio ad altri cercatori della verità sottoporre loro risultati di cui loro potevano altrimenti  divenir familiari soltanto attraverso la lettura di un numero di libri molto più grandi di questo, alcuni dei quali sono in tedesco e non sono ancora stati tradotti. Io non ho considerato necessario occupare molto spazio con l'argomento puramente negativo, in quanto questo è stato esaustivamente dichiarato da altri scrittori, col risultato che l'assenza completa di una prova storica dell'esistenza di Gesù è ora stata stabilita al di là di discussione. Questo è diventato chiaro specialmente dalla pubblicazione del libro del Professor Drews, I Testimoni della Storicità di Gesù. Pur di evitare un sovraccaricamento del testo con riferimenti, io desidero qui riconoscere il mio debito particolare alle opere dei Professori W. B. Smith, Hermann Raschke, e Arthur Drews, e del signor J. M. Robertson. Si dovrebbe aggiungere che io non ho accettato tutte le conclusioni di ciascuno di quelli scrittori, e che io mi son avventurato a fare un pò di suggestioni personali. Io devo anche ringraziare Mr. Thomas Whittaker per l'assistenza molto preziosa nel vedere il lavoro dato alla stampa.

L. G. R.

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