domenica 25 marzo 2018

Gesù Cristo È Vissuto sulla Terra?


Il Dio di Coincidenza

Può qualcuno negare che

Una cosa dopo l'altra

In sequenza e logica

Mai vista prima

Non può essere che la

Interferenza di un Dio

Determinata a provare che

Ognuno che pretende

Di conoscere ora

Una cospirazione è

Demente?


(Kent Murphy)
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.
(Matteo 10:28)
 Ora l'essenza stessa dell'anti-creazione
Il guardiano dell'Abisso
Scelse di dimorare in un Serpente nell'albero.
È chiamato Satana, poiché si oppone a Geova.
È chiamato Lucifero, poiché porta la luce della conoscenza all'uomo.
È chiamato Cristo, perché è unto con le Acque di Tiamat.
(Dal Vangelo del Serpente, 13)


Nei tempi antichi vi erano stati uomini convinti che il mondo fosse il frutto di un'entità malvagia. Secondo quelle persone era un carcere di dolore per gli esseri umani. Un luogo nel quale gli uomini e le donne che popolano la Terra non avrebbero conosciuto altro che sofferenza.

Non tutti i cristiani primitivi erano stati monoteisti. Alcune comunità cristiane credevano in varie divinità, che potevano essere anche decine, e persino trecentosessantacinque, come i giorni dell'anno. Il dio degli ebrei, in particolare, tra quelle divinità, poteva essere, per l'appunto, l'entità che il filosofo greco Platone aveva chiamato demiurgo, e che era stato assimilato dagli gnostici, che lo trasformarono in un'entità malvagia. Era colui che aveva convertito l'essere umano in uno schiavo della materia e delle passioni. Gli gnostici credevano che l'anima e il corpo fossero impegnati in una battaglia dura e incessante. L'Inferno era la lontananza dal Cielo. E tale Inferno era la Terra, per la sua distanza dalla Gloria. Solo l'amore avrebbe potuto salvare l'uomo, liberandolo dalle catene della materia.

Molti sono i folli apologeti cattolici che deplorano il fatto che, in chiesa, della Bibbia non si legga altro che il Nuovo Testamento. Spesso invidiano i folli apologeti protestanti, che prendono le sacre scritture come una guida, secondo l'interpretazione che ne dà lo spirito. Ma in genere i folli apologeti cattolici che provano tale rammarico ignorano che l'Antico Testamento mostra un Dio giustiziere, vendicativo, sessista e implacabile, che inganna gli uomini, li castiga, li maledice, li stermina. Un Dio che, come nel caso di Giobbe, schiaccia l'uomo senza pietà per metterne alla prova la fede, fa scommesse con il Serpente sulla pelle degli esseri umani.

Scommesse con il Serpente.


Il miticista Gilbert T. Sadler è un altro miticista il cui merito principale è riscattare nella maniera più nobile e appassionata le origini gnostiche del cristianesimo, qualcosa che molti altri miticisti, perfino Richard Carrier, non intendono fare. Nel caso del dr. Carrier, posso capirlo benissimo dal momento che il suo intento dichiarato è proporre la versione in termini assoluti più minimale del miticismo, ovvero quella versione dell'ipotesi mitica che concede all'ipotesi di un Gesù storico il maggiore ventaglio di spazi possibili (e il mito gnostico è certamente quanto di più lontano vi possa essere dall'universo di un ipotetico Gesù storico) ... ...prima di farla evaporare del tutto sotto i colpi dell'evidenza storica rivelatasi ad oggi semplicemente quella più probabile in termini puramente bayesiani.

Il merito di Sadler è nell'aver dimostrato che, perfino se le lettere di Paolo fossero state il prodotto di una Scuola Paolina posteriore al 70 E.C., ebbene, perfino così, il miticismo rimane ancora più probabile rispetto alla storicità (perfino se non nella stessa misura in cui il miticismo sarebbe più probabile rispetto alla storicità nel caso in cui le lettere di Paolo fossero veramente autentiche come sostengono entrambi il dr. Carrier e il consenso degli studiosi). 

L'influenza di Sadler sui miticisti (nonchè critici radicali) Robert M. Price ed Hermann Detering è notevole (sebbene, stranamente, a mia conoscenza nè Price e neppure Detering hanno ricordato da qualche parte il loro profondo debito a Sadler — e questa dimenticanza di Sadler, lo dico con rammarico, mi sembra alquanto ingiusta da parte loro, dato che l'influenza mi sembra indubbia). 

Sadler stesso offre un semplice diagramma che riassume la sua ricostruzione delle Origini:

tradotto da G. T. Sadler, The Origin and Meaning of Christianity, 1916, pag. 80.
Nelle sue parole: 
 Così Cristo nelle epistole paoline è un essere divino che fu ritenuto vagamente vissuto sulla terra e morto e risorto. L'idea di Cristo qui non è la più antica idea mistica di Cristo invisibile “nel mezzo” della Comunità, ma non è neppure l'idea pienamente storicizzata che noi troviamo in Marco. Mostra la transizione da una all'altra. La Scuola Paolina insegnò Cristo come un aspetto di Dio, ma quest'idea fu introdotta come se Cristo fosse nato e morto e asceso di nuovo. La “crocifissione” fu in realtà quella di Dio, un processo cosmico, condiviso dai cristiani, e scoperto dall'antica Comunità quando quella Comunità venne perseguitata. Ma si parlò della crocifissione nelle epistole come se fosse di un uomo Cristo sulla terra, e la resurrezione “dev'essere stata” di un corpo letterale dalla tomba, poichè nessun altro tipo poteva essere immaginato dagli ebrei, riguardo ad ogni uomo. 
(G. T. Sadler, The Origin and Meaning of Christianity, 1916, pag. 39-40, mia libera traduzione)

Entrambi Sadler e il prof Price riconoscono che la Parabola del Seminatore è pre-cristiana e riflette il mito gnostico della creazione:

Giacché il fine — spiegano [i Naasseni] — sono i semi sparsi nel mondo dal Senza-forma, attraverso cu tutto il mondo viene realizzato. Da lui infatti ha cominciato la sua esistenza. E in tal senso — dicono è stato detto: “Uscì il seminatore a seminare: alcuni semi caddero lungo la strada e furono calpestati; altri su un terreno sassoso e germogliarono, ma poiché non avevano profondità si seccarono e morirono; altri infine caddero sulla terra ferma e fruttificarono, chi cento per uno, chi sessanta, chi trenta. Chi ha orecchi per intendere, intenda”. La loro spiegazione è la seguente: nessuno diventa discepolo di questi misteri eccetto i soli gnostici perfetti.
(il folle apologeta proto-cattolico Ippolito, Confutazione di tutte le eresie, 5:8, mia enfasi)

 ...ma solo Price, a differenza di Sadler ed è qui dove riconosco pienamente il genio del grande accademico americano
vede in quel mito stesso la forma embrionale della stessa crocifissione celeste dello gnostico “Uomo di Luce” in quella medesima creazione del mondo. Nelle sue parole: 
Il demiurgo, imitando la suprema divinità, di cui fu nondimeno ignorante, procedette a creare la materia e una serie di creazioni materiali, un genere di volgare sostituto per il pleroma di luce. Egli creò un mondo, ma esso era inerte e caotico, “privo di forma e vuoto”. Per innescare qualche azione, egli riuscì a rubare parte della luce spirituale dal pleroma. Secondo qualsiasi testo gnostico di tua scelta, questo potrebbe essere stato realizzato assalendo e smembrando l'Uomo di Luce, il Figlio dell'Uomo, l'Uomo Primordiale (4 Ezra 13:1-4), oppure un altro degli eoni, oppure la luce potrebbe essere stata presa dall'immagine riflessa di Sofia. In ogni caso, il demiurgo e i suoi malvagi scherani, gli arconti (i figli di Dio o angeli caduti delle versioni apocrife ebraiche di Genesi 6:1-6), utilizzarono quelle scintille di luce aliena come qualcosa di simile ad un DNA per programmare un ordine auto-replicante nell'altrimenti non ancora nato cosmo o materia.
(Robert M. Price, The Amazing Colossal Apostle, 2012, pag. 132-133, mia traduzione e mia enfasi) 

Così Sadler è certamente in errore quando nega che prima del 70 Era Comune ci fosse stato un mito di un Cristo crocifisso nei cieli inferiori prima della creazione del mondo — e necessaria (necessità che solo un mito gnostico poteva spiegare) a quella stessa creazione. Eppure in un altro libro (quello che ora mi appresto a pubblicare in questo blog nella sua traduzione italiana) lo stesso Gilbert ravvisa le tracce di quell'antico mito in un misterioso passo dell'Apocalisse (13:8): 
L'adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti nel libro della vita dell'Agnello che è stato ucciso  fin dalla creazione del mondo.
...a cui offre il seguente, convincente commento (rispondendo implicitamente all'ovvia obiezione dei folli apologeti cristiani che soltanto il “Libro della vita” era stato scritto “fin dalla creazione del mondo”  e non la morte dell'Agnello):
 In Apocalisse 13:8, supponendo che le parole “fin dalla creazione del mondo” siano prese con “scritti”, e non con “ucciso”, noi ricaviamo ancora quest'idea che i “nomi (di coloro che salvò) furono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello che è stato ucciso”.  
Così che il Libro esistette alla fondazione del mondo (confronta 17:8), e dal momento che esso fu il Libro dell'Agnello ucciso, Cristo era l'Agnello immolato a sua volta da prima della creazione. 
(Gilbert T. Sadler, Has Jesus Lived on Earth?, Cassell and Co., Londra 1914, pag.30, mia traduzione)

Richard Carrier ha sollevato dei dubbi sulla possibilità che il mito cristiano originario prevedesse la crocifissione celestiale di Gesù prima della creazione del mondo. Secondo lui, l'idea non si adatterebbe perfettamente con la teodicea ebraica, che prevede un'espiazione di sangue solo dopo un mondo corrotto, e non prima della sua corruzione, tantomeno prima della sua creazione. Eppure la Parabola del Seminatore, letta alla maniera dei pre-cristiani Ofiti, ci consegna proprio la miglior ragione possibile del perchè l'“Uomo di Luce” o “Adamante” o “Logos” (totalmente aldilà se venisse chiamato “Cristo” oppure “Gesù” già in tempi pre-cristiani, perchè è un fatto che ad un certo punto fu chiamato così almeno in tempi cristiani) doveva essere crocifisso dagli arconti — e da uno di loro in particolare: il dio degli ebrei — prima della creazione del mondo. Perchè solo così il malvagio Demiurgo, “YHWH”, il dio degli ebrei, poteva permettersi di animare la sua squallida creazione (in realtà, la vera Caduta). Perchè solo così il Serpente della Genesi poteva essere riscattato dagli Ofiti (letteralmente: “Serpentisti”) come lo stesso “Uomo di Luce” o “Adamante” o “Logos”, sprigionatore prometeico dei suoi semi di luce nella materia informe per darle quella vita altrimenti mai concessa dall'impotente Demiurgo e dai suoi scagnozzi arconti. Se il Demiurgo non avesse mai ucciso il Serpente (ovvero: Cristo stesso!), egli non sarebbe mai riuscito a creare il mondo dalla materia, l'uomo dall'argilla, lo spirito dall'uomo. E di conseguenza, non avrebbe neppure permesso al medesimo Serpente di svolgere il suo ruolo di “Lucifero” (=Portatore di Luce: la luce della Gnosi) tra la stessa umanità creata dal Demiurgo, ai fini della liberazione di quella parte di essa che fosse riuscita a risalire, grazie alla gnosi salvifica (e “luciferina”!) consegnata dallo stesso Serpente, al Pleroma di un Più Alto Dio, superiore al Demiurgo, opposto alla sua creazione e ignoto alle sue creature.

Così il crimine originario commesso dal Demiurgo — la creazione di questo mondo mediante la crocifissione celeste del Serpente — avrebbe permesso provvidenzialmente (vedi qui la provvidenza di un dio non di questo mondo) da ultimo la consegna della gnosi rivelatrice alle stesse creature del Demiurgo, ritorcendo contro di lui le sue stesse creature (o almeno, soltanto quelle che avrebbe “rubato” mediante l'infusione della gnosi). I semi del “seminatore” rappresentano i brandelli del Logos, quando il Logos venne smembrato spietatamente dagli arconti del Demiurgo, pezzi che servirono a creare l'umanità senziente dalla volgare materia.   

Le implicazioni sono devastanti.

Di tutti gli enigmi evangelici, il più complesso è a mio avviso quello derivante dal luogo della crocifissione di Gesù: il “Golgota” o “luogo del cranio”. Si tratta di un mistero che forse non troverà mai una soluzione, qualcosa che gli evangelisti giudaizzanti riportarono senza riflettere sul suo (reale) significato gnostico, forse perchè non lo compresero appieno (proprio come si inventarono “Nazaret” per spiegare perchè Gesù veniva chiamato “nazareno” in tempi ancora pre-cristiani).

Il “cranio” infatti è allegoria per gli Ofiti della materia informe in cui venivano rinchiusi i fotoni divini del Serpente Cristo, dopo il suo smembramento celeste da parte del Demiurgo (per permettere la creazione del mondo a partire dalla materia informe). Così il folle apologeta cristiano Ippolito descrive il ruolo del “cranio” nell'allegoria del mito gnostico: 

Per pietra — secondo loro — si intende Adamante. Perché questo appunto è Adamante: la pietra angolare messa a capo dell'angolo. Nel capo infatti sta il cervello che dirige, l'essenza “da cui ha tratto distinzione ogni paternità che — dicono — io pongo come pietra preziosa a fondamento di Sion”: ecco — secondo loro — come si esprime allegoricamente la creazione dell'uomo. L'Adamante così “posto” è l'“uomo interiore”, le fondamenta di Sion sono i denti, come anche Omero dice “la chiostra dei denti”, cioè il muro e la fortificazione dentro cui sta l'uomo interiore, caduto quaggiù dall'Uomo originario celeste Adamante, “colui che è stato tagliato senza opera di mani atte a tagliare”, portato giù nel creato dove regna la dimenticanza, ovvero il terreno, la dimensione “d'argilla”. 
(Confutazione di tutte le eresie, 5:7, mia enfasi)

La croce piantata sul Golgota quindi rappresenta una Caduta (di chi viene crocifisso) che è (gnosticamente) anche una Creazione (mediante quel crocifisso). E proprio come ai primi giorni della creazione non c'era la luce (il Demiurgo, dicendo “sia la luce!”, doveva evidentemente implorarla da un Dio Più Alto, secondo gli gnostici), così, al momento della crocifissione, “si fece buio su tutta la terra” (Marco 15:33). Per chi aveva “occhi per vedere”, i due momenti erano in realtà gli stessi. Se l'avatar inventato a tavolino del Cristo celeste fu crocifisso sotto Pilato, lo stesso Cristo celeste fu crocifisso dal Demiurgo prima della creazione del mondo.

Così i primi rozzi giudaizzanti di quel mito originariamente gnostico, potevano solo vedere un “giusto” sacrificio espiatorio — il sacrificio di suo Figlio da parte di Jahvè — laddove gli gnostici avrebbero visto invece (prima di loro) un crudele assassinio, nel caos primordiale, da parte del dio degli ebrei, del Serpente Cristo. Ma scrivendo quell'espressione così inconciliabile in un universo ebraico agli occhi del dr. Carrier:
L'adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti nel libro della vita dell'Agnello che è stato ucciso  fin dalla creazione del mondo.
(Apocalisse 13:8)

...il giudaizzante avrebbe tradito goffamente l'impronta del mito gnostico precedente che lui stava cercando di cooptare in un'ottica sacrificale ebraica: l'impronta altrimenti inspiegabile (in termini puramente ebraici) di un “Agnello immolato fin dalla fondazione del mondo”.         

Evidentemente non bastava.

Ben quattro vangeli, fabbricati a forza di midrash dalle scritture ebraiche, avrebbero assicurato, perfino agli occhi degli stessi gnostici, l'appartenenza “totale” del Cristo celeste al dio degli ebrei, e non al suo mortale nemico: il Serpente rivelatore (e non redentore) che fu adorato come “Cristo” dai pre-cristiani Ofiti. Ma quell'autentica ossessione nel far realizzare a tavolino al Gesù di carta il maggior numero possibile di sacre scritture e profezie ebraiche tradiva in realtà il loro più recondito timore che il Cristo celeste, in realtà, non fosse davvero il figlio e il Messia del dio degli ebrei, la loro segreta e malcelata speranza che l'astuzia del Serpente non fosse ancora più grande e più terribile di quanto loro stessi avrebbero mai potuto immaginare.

Di seguito pubblicherò in una serie di post la traduzione italiana di uno dei libri di Gilbert T. Sadler, Has Jesus Lived on Earth?, Cassell and Co., Londra 1914.  




Gesù Cristo È Vissuto sulla Terra?
Un Saggio che cerca di dimostrare che Gesù Cristo non fu la seconda Persona divina una volta incarnata, e né un uomo sulla terra che divenne deificato, ma un aspetto di Dio, il Suo Amore Ideale, esperito, personificato e drammatizzato dalla Chiesa antica
di 
GILBERT T. SADLER


SINOSSI

(1) I Logia o Insegnamenti di “Gesù” nella comunità della Chiesa antica furono compilati da cristiani, selezionati (dal “Cristo”, ossia il nuovo Spirito d'Amore nei loro cuori) dall'Antico Testamento, il Libro di Enoc, e da detti e parabole rabbiniche. . . . .

(2) Le idee di Paolo concernenti la storia di Cristo provengono dalle Religioni Misteriche e dallo Gnosticismo, e dicono dello Spirito d'Amore personificato come se questo “Cristo” fosse una volta vissuto sulla terra. . . .

(3) Il vangelo di Marco (incorporato anche in Matteo e Luca) è una descrizione più completa della vita di Cristo sulla terra, le cui storie erano composte da passi “messianici” nell'Antico Testamento, e da discussioni nella Chiesa e tra la Chiesa e gli ebrei. . . .

(4) In Matteo 1 e 2, Luca 1 e 2, ricaviamo più arte, non Storia, composizioni di quel che la nascita del “Cristo” “dev'essere stata”; ma le storie sono fabbricate da quelle di Samuele e Mitra, e dai passi “messianici” dell'Antico Testamento.

(5) Il Quarto Vangelo è pieno di storie simboliche e discorsi dottrinali (nello stile dell'autore, che scrisse anche 1 Giovanni), mentre la storia della crocifissione mostra di nuovo l'influenza dell'Antico Testamento.

La conclusione è che Gesù Cristo non fu mai un uomo sulla terra, ma fu un altro termine per la “Sapienza” o “Logos” di Dio, e fu la personificazione dell'Ideale di Amore Illimitato (il principio del “morire-per-vivere”), che è la Legge di Dio e la legge più profonda di ogni esistenza umana. . . .

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