domenica 27 maggio 2018

Gli Inizi del Cristianesimo Gnostico : Le Odi di Salomone: Loro Natura e Probabile Data (II) — Esse Sono Ebraiche

(segue da qui)

CAPITOLO II

LE ODI DI SALOMONE: LORO NATURA E PROBABILE DATA

1. ESSE SONO EBRAICHE

Il primo punto da stabilirsi è che la comunità che utilizzò le Odi era composta originariamente da ebrei e che quando vennero scritte era ancora prevalentemente ebraica. Pochi forse negherebbero questo; ma riguardo al testo c'è stata parecchia controversia. La controversia, comunque, è a qualche misura una controversia verbale che sorge a partire dall'ambiguità del termine ebreo. Quando Rendel Harris, per esempio, nega che le Odi siano ebraiche è evidente dal suo argomento che il suo significato reale è che esse non siano giudaiche — la qual cosa è certamente vera. Esse sono in realtà anti-giudaiche; ma la conclusione di Harris che dal momento che sono anti-giudaiche esse devono essere cristiane è debole; poiché abbiamo visto una ragione per credere che agli inizi del primo secolo esistevano sette ebraiche non-conformiste, alcune delle quali potrebbero essere state perfino anti-giudaiche. Come vedremo, avrebbero potuto chiamarsi cristiane in un certo senso; ma ciò dipenderebbe dalla nostra definizione del termine cristiano. Quando commenta sulle Odi senza alcun oggetto controverso in vista, Harris chiarisce che il suo riconoscimento della natura ebraica della comunità e dell'uomo che scrisse il suo libro di salmi è abbastanza definita. Così egli esprime l'opinione che “lo stile poetico, o la poesia, delle Odi è più ebraico e più siriaco antico che efraimita; e con qualche riserva ... ci spingeremo a aggiungere che è più ebraico che siriaco antico”. [1] In altra sede egli scrive: “l'Odista vive alla porta accanto alla Sinagoga e nel quartiere ebraico”, e conclude che le Odi vennero scritte ad un tempo “quando la Chiesa era ancora adiacente alla Sinagoga”.
Quelle sono le osservazioni di un acuto studioso; ma si deve ricordare l'obiezione che nell'utilizzo del termine “la Chiesa” Harris stava ragionando al di là della sua data. La conclusione ammissibile è che la comunità le cui dottrine sono incarnate nelle Odi, che per convenienza di riferimento io etichetterò la comunità O, fosse “adiacente alla Sinagoga” —in altre parole, non si era separata da molto tempo dall'ebraismo ortodosso. Non c'era nessuna “Chiesa” cristiana nel senso in cui Harris utilizza il termine perfino alla data a cui egli fa risalire le Odi — vicino la fine del primo secolo della nostra era. Come ha scritto il dottor W. Voelker, “La ʻgrande Chiesaʼ [secondo secolo] non è, come assumono gli studiosi, la Chiesa Cattolica, ma una sciolta federazione di comunità che non aveva ancora assunto le forme altamente organizzate di governo e teologia che si definiscono cattoliche”. [2] La comunità O era probabilmente una di quelle comunità; e se fosse ancora entrata nella “sciolta federazione” dipende dalla data in cui le Odi vennero scritte. Ci sono buone ragioni per pensare che la data di Harris sia troppo tarda.
Grimme ha sostenuto che la lingua originale delle Odi fosse l'ebraico. Il commento del dottor J. H. Bernard è che “gli argomenti di Grimme tendono a favorire la teoria di un originale semitico per le Odi — non necessariamente o probabilmente in ebraico biblico, ma in aramaico o siriaco”. Secondo il dottor Menzies esse sono completamente ebraiche. Qualche altro critico pensa che siano cristiane. Harnack, il quale considerò che nella loro forma originale esse fossero puramente ebraiche, suppose che furono interpolate da un cristiano intorno al 100 E.C. Anche Grimme ha avanzato la teoria di un'interpolazione cristiana. Il peso dell'opinione degli esperti è, comunque, opposta a quella teoria. È stata screditata dagli argomenti di Clemen [3] e di Dom. Conolly. [4] Harris pone enfasi sull'unità di stile che esibiscono le Odi e le considera l'opera di un singolo autore. In riferimento alla suggestione che siano da trovarsi strati di un pensiero teologico posteriore in alcune delle Odi egli osserva che sono quelle stesse Odi che potrebbero risultare in possesso della più antica attestazione letteraria. Il dottor Bernard ha scritto, “Lo stile e la maniera delle Odi sono gli stessi dappertutto”.
La teoria di un'estesa interpolazione si potrebbe perciò scartare; ma non è necessario concordare con i suoi avversari nell'assumere che non ci siano affatto interpolazioni. Un testo antico utilizzato dai cristiani per un considerevole intervallo di tempo del tutto libero da interpolazioni sarebbe una sorta di curiosità, e potremmo aspettarci di trovarne pochi. Le ragioni positive per caratterizzare le Odi come ebraiche, in aggiunta alle prove linguistiche riferita in precedenza, sono quelle: quattro libri dell'Antico Testamento, o canonici o apocrifi, erano attribuiti in tempi antichi a Salomone — cioè, i Proverbi, l'Ecclesiaste, i Cantici, e la Sapienza. Dal momento che tutti quelli sono indiscutibilmente ebraici, la presunzione è che le Odi di Salomone siano a loro volta un'opera ebraica. La presunzione è di gran lunga rafforzata dal fatto che nei manoscritti esistenti le Odi sono associate ai Salmi di Salomone, riguardo alla cui natura ebraica non c'è nessuna questione. In un catalogo del sesto secolo di testi sacri pubblicato sotto il nome di Atanasio, un elenco dei libri canonici dell'Antico Testamento è seguito (col. 239) da: “Oltre a questi ci sono anche altri testi dell'Antico Testamento, non considerati canonici ma letti ai catecumeni”. Questa frase è proprio simile a una frase dell'autentico Atanasio nel suo elenco di testi sacri, ed entrambi gli scrittori poi hanno continuato a menzionare i libri della Sapienza, dell'Ecclesiastico, di Ester, di Giuditta, e di Tobia. Ma pseudo-Atanasio aggiunge ad un periodo successivo (col. 432) “Maccabei ... Salmi e Odi di Salomone, Susanna”. [5] “La Sticometria di Niceforo è un elenco di testi scritturali ridotto alla sua forma presente, secondo Zahn, intorno all'anno 850. La seconda parte dell'elenco recita come segue: coloro che non sono respinti ma non accettati come canonici — Maccabei, Sapienza di Salomone, Sapienza del Figlio di Siracide (Ecclesiasticus), Salmi e Odi di Salomone, Ester, Giuditta, Susanna, Tobit, e Tobia. Quelli scrittori potrebbero essere stati a copiare una lista più antica”. [6] Sarà così visto che ad un'antica data non si fece nessuna distinzione tra le Odi di Salomone e altri testi non canonici dell'Antico Testamento. Inoltre, passi delle Odi sono citati come Scrittura da Lattanzio e in Pistis Sophia (270-300 E.C.). In quest'ultima opera le Odi sono citate proprio nella stessa maniera dei salmi canonici. E Harris ha mostrato [7] che Lattanzio attinse probabilmente la sua citazione da un Libro delle Testimonianze, in cui il dogma cristiano era supportato da citazioni dell'Antico Testamento. Harris conclude che agli inizi del secondo secolo le Odi si potevano citare come sacra scrittura. La sua conclusione è cauta, dal momento che nella sua opinione il Libro delle Testimonianze in questione era pre-evangelico. Da qui sarebbe irragionevole dubitare che le Odi siano un'opera ebraica e più strettamente collegate all'Antico Testamento che al Nuovo. Bisogna ammettere che la dottrina trovata in loro è di gran lunga lontana dall'ebraismo ortodosso rispetto a quella della Sapienza di Salomone. La conclusione da trarre dai fatti noti è che il testo fosse il libro dei salmi di una setta ebraica non-conformista. Il netto disaccordo dei critici riguardo al suo essere ebraico o cristiano prova che le circostanze della sua origine non sono state comprese. Una teoria che spiegherà e riconcilierà la differenza d'opinione possiede una rivendicazione di prima facie ad una considerazione favorevole.
Un'approssimazione alla soluzione corretta è stata raggiunta dal dottor Menzies, il quale ha concluso che le Odi siano interamente l'opera di ebrei, ma di ebrei gentili — con ciò potremmo intendere ellenistici — provvisti di una prospettiva universalista. Una certa misura di assenso si può anche concedere all'opinione di Harris secondo cui esse sono cristiane primitive, ma sarà prima necessario rispondere al quesito: quanto primitive? Cristiane nel senso pieno non lo sono di certo. Dogmi così specificamente cristiani come quelli dell'Espiazione Vicaria, della Giustificazione per Fede, della Resurrezione del Corpo, ivi comprese la Resurrezione di Cristo, e un Giudizio Finale, sono del tutto assenti dalle Odi. Il nome “Gesù” non vi occorre mai. E lo scrittore è completamente ignorante, non solo dei vangeli come letteratura, ma di tutti i dettagli della storia evangelica. Somiglianze come quelle che i commentatori hanno identificato risiedono interamente nella regione del dogma. Anche i dogmi che avrebbero potuto considerarsi cristiani non sembrano essere stati derivati da alcun documento cristiano conosciuto; al contrario, la forma nella quale sono presentate sembra essere indipendente e più primitiva. Di fatto, non è scopribile nessuna dottrina che non avrebbe potuto essere stata derivata dalla letteratura sapienziale, dai salmi, e da Isaia. L'ipotesi che lo scrittore fosse familiare con qualche letteratura cristiana è superflua e perciò logicamente ingiustificabile. In effetti, non ha semplicemente preso in mano la dottrina che ha trovato. Un notevole sviluppo è stato all'opera tra la data della Sapienza e quella delle Odi, ma le idee basilari sono essenzialmente le stesse. Nel caso dei salmi è diverso; là l'accordo è di frequente semplicemente verbale, dato che l'Odista utilizza le stesse parole in un senso diverso, oppure, dove necessario, varia la fraseologia. Allo scopo di mostrare quanto fosse completamente dipendente dall'Antico Testamento io collocherò in colonne parallele passi delle Odi e quelli che li suggerirono:
Ode 1

Il Signore è sul mio capo come corona; non mi separerò da lui. La vera corona è stata intrecciata per me.... Essa non somiglia a corona inaridita, che non germoglia.
Gli hai posto in capo una corona d'oro finissimo. Egli ti aveva chiesto vita, e tu gliel'hai data. (Salmo 21:3)
E la tua maestà era sulla corona della sua testa. (Sapienza 18:24)
La Sapienza metterà sul tuo capo un ornamento di grazia, ti circonderà di una corona di gloria (Proverbi 4:9) 
Ode 3

3. Io davvero non saprei amare il Signore, se lui non mi amasse. 5 Io ardo per l’amato e l’anima mia lo ama; dov’è la sua quiete, là son anch’io. 12. È questo lo spirito del Signore, senza inganno, che istruisce i figli dell’uomo, perché conoscano le sue vie.
 O Signore, mia forza, io ti amerò affettuosamente. Il Signore è la mia rocca, e la mia fortezza, e il mio liberatore. (Salmo 18:1) 
Amate il Signore, voi tutti i suoi santi! Il Signore preserva i fedeli. ( Salmo 31:23)
Perciò giurai nella mia ira: Non entreranno nel mio riposo. (Salmo 95:11)
La Sapienza è uno spirito amico degli uomini. (Sapienza 1:6)
Chi ha conosciuto il tuo pensiero, se tu non gli hai concesso la Sapienza? (Sapienza 9:17)
O Eterno, fammi conoscere le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. (Salmo 25:4)
Ode 5

Verranno i miei persecutori, ma non mi vedranno. Nube tenebrosa cadrà sui loro occhi. Ciò che han tramato, ricada sui loro capi. Con cattiva intenzione si san preparati; si sono trovati senza successo. Quand’anche ciò ch’é visibile perisse, io non morrei, perché il Signore è con me ed io sono con lui. E poiché il Signore è la mia salvezza, non temerò.
La loro malizia li ha accecati. (Sapienza 2:21)
Ma gli empi per i loro pensieri riceveranno il castigo. (Sapienza 3:10)
Certamente la luce del malvagio si spegnerà ... e i suoi progetti lo faran precipitare. (Giobbe 18:5,7)
Vana la loro speranza e le loro fatiche senza frutto, inutili le opere loro. (Sapienza 3:11)
Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio ... la loro speranza è piena di immortalità. (Sapienza 3:1, 4) L'Eterno è la mia luce e la mia salvezza; di chi temerò? (Salmo 27:1)
Ode 7

Egli [il Logos] simile a me fu creduto, perché lo potessi rivestire. La conoscenza invero egli ha stabilito come suo sentiero. Vi ha posto sopra le tracce della sua luce e dal principio ho raggiunto la fine. Per poterla salvare, ogni cosa prenderà.
Te ne rivestirai [della Sapienza] come di una veste di gloria. (Ecclesiastico 6:31)
Se cerchi la giustizia, la raggiungerai e te ne rivestirai come di un manto di gloria. (Ib. 27:8)
Tu mi mostrerai il sentiero della vita. (Salmo 16:11)
Paragonata alla luce, risulta superiore. Questa ho amato e ricercato fin dalla mia giovinezza, ho cercato di prendermela come sposa, mi sono innamorato della sua bellezza. (Sapienza 8:2)
Egli armerà il creato per castigare i nemici. (Sapienza 5:17)
Ode 14

Come gli occhi del figlio son rivolti al padre, così i miei occhi sono rivolti a te, o Signore, in ogni tempo. Stendimi ognora, Signor mio, la tua destra; siimi guida fino alla fine, conforme al tuo volere.
Ecco, come gli occhi dei servi guardano la mano del loro padrone ... così gli occhi nostri sono rivolti al Signore, al nostro Dio. (Salmo 123:2)
Poiché questo Dio è il nostro Dio in sempiterno: egli sarà la nostra guida fino alla morte. (Salmo 48:14) 
Ode 15

La sua luce ha tolto ogni tenebra dal mio volto. Ho avuto orecchi ed ho udito la sua verità. La via dell’errore ho abbandonato; Col suo nome ho rivestito l’immortalità. La morte è scomparsa dinanzi al mio volto; lo Sheol è stato abolito dalla sua Parola.
Il Signore è Dio e risplende su di noi. (Salmo 118:27)
Per i tuoi santi risplendeva una luce vivissima. (Sapienza 18:1)
I malvagi diranno: Abbiamo dunque deviato dal cammino della verità; la luce della giustizia non è brillata per noi. (Ib. 5:6)
O Signore, insegnami la tua via; io camminerò nella tua verità. (Salmo 86:11)
O Dio, salvami per amor del tuo nome. (Salmo 54:1)  
Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Né gli inferi regnano sulla terra, perché la giustizia è immortale. (Sapienza 1:13)
Poiché tu non abbandonerai l'anima mia in potere della morte, né permetterai che il tuo santo subisca la decomposizione. (Salmo 16:10)
Ode 16

Aprirò la mia bocca e il suo Spirito annunzierà per mezzo mio la gloria del Signore e la sua bellezza, l’opera delle sue mani, e la forza della sua Parola. La Parola del Signore scruta ciò che è invisibile. La camera del tesoro della luce è il sole; tesoro delle tenebre è la notte. E, con l’alternarsi a vicenda, la bellezza divina proclamano. I mondi esistettero per la sua Parola. Le creature corrono per i loro corsi e non conoscono riposo o inazione; le sue armate celesti ubbidiscono alla sua Parola.
Ma nell'uomo c'è uno spirito, ed è il soffio dell'Onnipotente che gli dà intelligenza ... Parlerò e mi sfogherò, aprirò le labbra e risponderò. (Giobbe 32:8, 20)
Ricorderò ora le opere del Signore. Con le parole del Signore sono state create le sue opere. Della gloria del Signore è piena la sua opera. (Ecclesiastico 42:15,16)
Egli scruta l'abisso e il cuore ... nessun pensiero gli sfugge. (Ecclesiastico 42:18)
Puoi tu, come lui, distendere i cieli? (Giobbe 37:18)
Sei forse entrato nei depositi della neve? Li hai visti i depositi della grandine? (Giobbe 38:22)
I cieli raccontano la gloria di Dio. Un giorno rivolge parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra.(Salmo 19:1, 2)
I cieli furono fatti dalla parola del Signore. (Salmo 33:6) Tu hai predisposto una strada anche nel mare, un sentiero sicuro anche fra le onde. ... Tu non vuoi che le opere della tua sapienza siano inutili. (Sapienza 14:3, 5)
Ode 17

Mi sono liberato dalle vanità. Viso e somiglianza di nuova persona ho ricevuto; quanti mi videro, furono stupiti; come straniero sembrai loro. Il pensiero della verità mi ha guidato; gli sono corso dietro e non mi smarrii. Ed io aprii le porte che eran serrate. Le sbarre di ferro io infransi.
Detesto quelli che si affidano alle vanità ingannatrici.(Salmo 31:6)
La sua vita [del giusto] è diversa da quella degli altri, e del tutto diverse sono le sue strade. (Sapienza 2:15)
Per amor tuo io sopporto gli insulti, la vergogna mi copre la faccia. Io sono diventato un estraneo per i miei fratelli. (Salmo 69:7)
Sono diventato per molti come un prodigio. (Salmo 71:7)
O Signore, fammi conoscere le tue vie. Guidami nella tua verità. (Salmo 25:4)
Abbiamo dunque deviato dal cammino della verità.(Sapienza 5:6)
Io spezzerò le porte di bronzo, romperò le spranghe di ferro. (Isaia 45:2)
Ode 20

Non cercare di ingannare il tuo prossimo né privarlo di ciò che copra la sua nudità. Tu riceverai parte della sua dolcezza e del suo favore e davvero sarai rigoglioso con la lode della sua santità.
Senza motivo infatti hai angariato i tuoi fratelli e delle vesti hai spogliato gli ignudi. (Giobbe 22:6)
Quanti confidano in lui comprenderanno la verità; coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell'amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti.(Sapienza 3:9)
Ode 21

Il mio aiuto mi ha sollevato verso la sua pietà e la sua redenzione. Aiuto straordinario mi fu il pensiero del Signore e la comunione di lui imperitura. Il mio cuore uscì fuori e si trovò sulla mia bocca ed apparve sulle mie labbra.
O Eterno, sii tu il mio aiuto! (Salmo 30:11)
Ti esalterò, o Eterno, perché tu mi hai tratto in alto. (Ib. 1) Il rispetto delle leggi [della Sapienza] è garanzia di immortalità e l'immortalità fa stare vicino a Dio. (Sapienza 6:18)
Mi sgorgano dal cuore parole soavi. La mia lingua sarà come la penna di un veloce scrittore.... Le tue labbra sono ripiene di grazia. (Salmo 45:1, 2)
Ode 23

L’amore appartiene agli eletti, il suo volere scese dall’alto. Esso fu inviato come freccia dall’arco, scoccata con vigore. Ora, una ruota la ricevette e quella scese su essa. Tutto ciò che la ruota impediva, essa lo mieteva e lo recideva. Era la lettera con l’ordine che tutti i paesi insieme si radunassero..... Questi tutto ereditò e prese.
Grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti.(Sapienza 3:9)
La tua Parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il tuo ordine inesorabile. (Sapienza 18:15)
Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova, munita di molte punte; tu trebbierai i monti e li stritolerai, ridurrai i colli in pula. (Isaia 41:15, LXX)
Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra. (Salmo 2:8)
Ode 25

Divenni del Signore nel nome del Signore. Fui reso giusto per la sua cortesia.
Io lo leverò in alto al sicuro, perché conosce il mio nome. (Salmo 91:14)
La tua benignità mi ha reso grande. (Salmo 18:35)
Ode 26

Chi può spiegare le meraviglie del Signore? Quegli difatti che spiega passerà, ma rimarrà colui che è spiegato.
La potenza della sua maestà chi potrà misurarla? ... Non è possibile indagare le meraviglie del Signore. Quando uno ha finito, allora comincia; quando si ferma, allora rimane perplesso. (Ecclesiastico 18:4-7)
Ode 30

Attingete acqua per voi dalla fonte viva del Signore, perché vi è stata aperta. Venite, voi tutti, assetati, e prendete la bevanda; ristoratevi alla sorgente del Signore. Le sue acque sono più dolci del miele; il favo delle api non è paragonabile con essa. Dalle labbra del Signore zampilla. Senza limiti e non vista arrivò.
Voi attingerete con gioia l'acqua dalle fonti della salvezza.(Isaia 12:3)
O voi tutti assetati venite all'acqua. (Isaia 55:1)
Poiché il ricordo di me è più dolce del miele, il possedermi è più dolce del favo di miele.... e quanti bevono di me, avranno ancora sete. (Ecclesiastico 24:20)
Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo. (Ib. 3)
Ho ricoperto come nube la terra. Su ogni popolo e nazione ho preso dominio. (Ib. 3, 6)
Io sono come un canale derivante da un fiume. Ed ecco il mio canale è diventato un fiume, il mio fiume è diventato un mare. (Ib. 30, 31)
Ode 33

La bontà si levò sull’alta vetta e fece uscire la sua voce dai confini ai confini della terra. Sorse però una vergine intatta, che annunciò, gridò e disse: «Figli dell’uomo, convertitevi e voi, loro figlie, venite! Abbandonate i sentieri di questa corruzione ed affrettatevi a me! Io entrerò in voi, vi farò uscire dalla distruzione e vi istruirò nei sentieri della verità. Non vi corrompete e non rovinate. Il vostro giudice io sono. Chi mi ha rivestito non sarà ingannato, ma possederà incorruttibilità nel nuovo mondo. Miei eletti, camminate in me! A chi mi cerca farò conoscere i miei sentieri».
La Sapienza forse non chiama? ... In cima alle alture essa si è posta. (Proverbi 8:1,2)
Difatti lo spirito del Signore riempie l'universo. (Sapienza 1:7)
Essa si estende da un confine all'altro con forza. (Ib. 8:1)
La Sapienza esclama.... A voi, uomini, io mi rivolgo, ai figli dell'uomo è diretta la mia voce. (Proverbi 8:4)
Volgetevi alle mie esortazioni: ecco, io effonderò il mio spirito su di voi. (Ib. 1:23)
Perché la sapienza entrerà nel tuo cuore ... l'intelligenza veglierà su di te, per salvarti dalla via del male. (Ib. 2:10-12)
Venite, mangiate il mio pane. Abbandonate la stoltezza e vivrete. (Ib. 9:5,6)
Infatti, chi trova me trova la vita. (Ib. 8:35)
Così furono raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; essi furono salvati per mezzo della Sapienza. (Sapienza 9:18)
Te ne rivestirai come di una veste di gloria.(Ecclesiastico 6:31)
Il rispetto delle leggi è garanzia di immortalità. (Sapienza 6:18)
La Sapienza facilmente è contemplata da chi l'ama e trovata da chiunque la ricerca. (Ib. 6:12)
Ode 35

La rugiada del Signore di quiete mi ha coperto.... E redenzione così io ebbi. Scossi tutti furono e spaventati; da loro usciron fumo e giudizio. Io però tranquillo mi trovavo per ordine del Signore e lui fu per me più che ombra, più che fondamento.
I morti risorgeranno e si leveranno nelle tombe, e quelli che sono sulla terra saranno allietati; poiché la tua rugiada è come la rugiada dell'aurora. (Isaia 26:19, LXX)
Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito l'interno di Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato con lo spirito di giustizia e con lo spirito dello sterminio. Allora l'Eterno creerà su ogni dimora del monte Sion e sulle sue assemblee una nuvola di fumo durante il giorno ... perché su tutta la gloria vi sarà una protezione. E vi sarà una tenda per far ombra contro il caldo di giorno, e per servire di rifugio e di asilo contro la tempesta e la pioggia. (Isaia 4:5, 6)
Ode 38

Salii sulla luce della Verità come su carro e la Verità mi condusse e mi trasportò. E da scogliere e marosi mi ha salvato. Essa divenne per me porto di salvezza. Le mie fondamenta furon poste per mano del Signore, perché è lui che mi piantò. Egli difatti pose la radice, la inaffiò, le diede consistenza e la fece attecchire. I suoi frutti durano in eterno. Il Signore soltanto fu lodato, per la sua piantagione e la sua coltura.
Manda la tua luce e la tua verità, perché mi guidino. (Salmo 43:3)
Egli riduce la tempesta al silenzio e le onde del mare si calmano. Ed egli li conduce al porto tanto sospirato. (Salmo 107:29, 30)
Ma io sono come un olivo verdeggiante nella casa di Dio; io confido per sempre nella bontà di Dio. (Salmo 52:8)
Quelli che sono piantati nella casa del Signore fioriranno nei cortili del nostro Dio. Porteranno ancora frutto nella vecchiaia; per annunciare che il Signore è giusto; egli è la mia rocca. (Salmo 92:13-15)
Ode 39

Fiumi impetuosi son le forze del Signore.... Quelli però che con fede li attraversano, non saranno scossi. Il Signore con la sua Parola ha gettato un ponte su essi... Le sue impronte rimanevano nell’acqua e non si guastarono....
Scorra piuttosto il diritto come acqua e la giustizia come un torrente perenne! (Amos 5:24)
Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno. (Isaia 43:2)
Così dice il Signore che offrì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti (Ib. 16)
Tu apristi la tua via in mezzo al mare, i tuoi sentieri in mezzo alle grandi acque. (Salmo 77:19)
Ode 41

Lodino il Signore tutti i suoi figli.... Noi viviamo nel Signore per il suo favore e per il suo Unto [la Parola] vita riceviamo. Nella sua luce i nostri volti rifulgano; meditino i nostri cuori nel suo amore notte e giorno. Quanti mi scorgono rimarranno stupiti. La luce rifulse dalla Parola, da tempo in essa presente. L’Unto è uno davvero e fu conosciuto, già prima della fondazione del mondo, come colui che vita avrebbe dato alle anime in eterno.
Con l'aiuto di Dio celebrerò la sua Parola. (Salmo 56:10)
Perché tu hai liberato l'anima mia dalla morte. (Ib. 13)
Infatti li conoscerà perché sono tutti figli del loro Dio. (Salmi di Salomone 17:30)
[I malvagi dicono] la luce della giustizia non è brillata per noi. (Sapienza 5:6)
La sua legge medita giorno e notte. (Salmo 1:2)
Io sono per molti come un prodigio. (Salmo 71:7)
Come molti erano stupiti di te. (Isaia 52:14)
La rivelazione delle tue parole illumina. (Salmo 119:130)
Fui generata quando non c'erano ancora abissi.(Proverbi 8:24).
Sebbene unica, essa può tutto, attraverso le età entrando nelle anime sante. (Sapienza 7:27)

Si sarà notato che l'Odista non cita quasi mai. La sua mente era ricolma della conoscenza di certi testi dell'Antico Testamento, ed egli espone quella conoscenza nella sua maniera personale, riassumendo liberamente, ed esprimendo le sue idee personali in una lingua che nel suo contesto originario potrebbe aver avuto un significato diverso. In alcuni casi la rassomiglianza è leggera, e se le rassomiglianze fossero state poche esse potrebbero ritenersi accidentali. Ma il loro stesso vasto numero pone abbastanza fuor di questione una coincidenza. Per quella ragione io ho considerato necessario citare abbondantemente. Alcuni antichi scrittori cristiani citano liberamente dall'Antico Testamento; ma il loro metodo è abbastanza diverso. Le loro citazioni sono fatte col fine di provare la correttezza della loro posizione dogmatica. E i dogmi che cercano di stabilire sono definiti più precisamente di quelli che incontriamo nelle Odi, in cui le idee della letteratura sapienziale sono in processo di essere modellate in una teosofia coerente. L'Odista è più vicino alle sue fonti di qualsiasi scrittore cristiano conosciuto. Egli non le impiega a favore di una dottrina in precedenza esistente, ma sta sviluppando una nuova forma di dottrina a partire da loro. Nella mente dell'Odista — e senza dubbio anche nella mente di alcuni dei suoi contemporanei —le idee della letteratura sapienziale sono state a subire un cambiamento; tuttavia là appare che siano essenzialmente nuove. La conoscenza dei Salmi ha contribuito allo sviluppo, ma quelli sono stesso troppo ebraici da essere congeniali. Da qui, mentre c'è una reminiscenza frequente della fraseologia originale, il contenuto non è più sempre lo stesso.

Sarà utile intanto notare alcune differenze che illustrano il metodo dello scrittore e fornire un indizio della sua prospettiva mentale. Nell'Ode 14 abbiamo il riassunto di un verso del salmo 123, dove l'attitudine degli uomini verso Dio è descritto come quello dei versi verso il loro padrone. Dal momento che l'Odista considerò la relazione di Dio con gli uomini al pari di quella di un padre amorevole coi suoi figli, egli coerentemente modificò il paragone. Ma questa visione della relazione non fu raggiunta spontaneamente da lui. È data nella Sapienza di Salomone, e quella in nessun limitato senso ebraico. La gentilezza amorevole di Dio è espressa in alcuni dei salmi, e anche se una limitazione potrebbe essere stata intesa, l'Odista, col suo approccio mentale universalistico, l'avrebbe necessariamente trascesa. Nella stessa Ode c'è una citazione quasi alla lettera delle parole “egli sarà la nostra guida fino alla morte” del Salmo 48. Ma l'Odista obiettò all'implicazione contenuta nella dichiarazione introduttiva che Dio è particolarmente il Dio degli ebrei, “nostro Dio”; così egli volse la dichiarazione in una preghiera al “mio Signore”. E, sebbene fosse ebreo, Dio non era per lui il “mio Signore” in virtù di ciò, come apparirà quando esaminiamo più in dettaglio la sua dottrina. La sua prospettiva universalista è in effetti apparente negli estratti già dati. Un indizio di questo si può constatare in particolare nell'Ode 38, dove l'idea di “piantare” è stata chiaramente suggerita dal salmo 92:13-15. Ma le espressioni “casa del Signore” e “cortili del nostro Dio” sono accuratamente evitate poiché significano il tempio di Jahvè a Gerusalemme. Lo scrittore le sostituisce con “mano del Signore”. Un'altra distinzione qui trovata è a sua volta importante. Per il salmista l'esistenza era terminata con la morte del corpo, così che il “portare del frutto” non poteva continuare nella sua visione più oltre della “vecchiaia”. L'Odista, che credeva nell'esistenza continua dello spirito, corresse la sua dichiarazione in “i suoi frutti durano in eterno”.
L'approccio anti-giudaico dello scrittore si vede nella sua omissione delle parole “patto” e “legge”. Vediamo questo nell'Ode 20, ma l'omissione è specialmente marcata e chiaramente deliberata nell'Ode 41, dove una frase dal salmo 1 è citata quasi letteralmente, e dove l'Odista al posto diSulla sua legge medita giorno e notte scrisse “meditino i nostri cuori nel suo amore notte e giorno”. Nell'Ode 17 le parole “mi sono liberato dalle vanità” sembrano essere state scritte col salmo 31:6 in mente; e la soppressione della frase “io odio quelli” si potrebbe prendere per un indizio che sebbene l'Odista non ritenesse sbagliato pregare che le trame dei suoi persecutori potessero ricadere su di loro (Ode 5), non pensava che fosse giusto odiare qualcuno. Non c'è nelle Odi la minima traccia della crudeltà che sfigura così tanti dei salmi. Un'altra alterazione interessante è osservabile nell'Ode 16, dove lo scrittore ha corretto l'espressione del salmista “I cieli sono stati fatti per la parola del Signore” in “i mondi esistettero per la sua Parola”. Ma allo scopo di preservare la menzione dei “cieli” egli ha aggiunto in seguito “le armate celesti ubbidiscono alla sua Parola”. L'aggiunta mostra che egli aveva in mente il verso del salmo quando egli scriveva. La descrizione della creazione nella stessa Ode, non tutto di cui è stato citato, era dipesa dai due capitoli di Giobbe, 37 e 38. I capitoli sono stati riassunti davvero liberamente e la rassomiglianza verbale è leggera; ma l'espressione “camera del tesoro” è una riproduzione di “depositi” in Giobbe 38:22. Evidentemente lo scrittore pensava che la parola tesoro sarebbe stata applicata in maniera più appropriata al sole e alla luna più che alla neve e alla grandine, dal momento che egli riteneva Dio preminentemente il datore di “luce”.

NOTE

[1] The Odes and Psalms of Solomon, Vol. II, pag. 131.

[2] Das Bild vom nichtgnostischen Christentum bei Celsus.

[3] Theologische Rundschau, gennaio, 1911.

[4] Journal of Theological Studies, gennaio, 1912.

[5] Dottor Bernard, Texts and Studies, Vol. VIII, Numero 3.

[6] Ibid.

[7] Opera citata, Vol. I, pag. 8 s.

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