martedì 17 febbraio 2015

Perchè il futuro dimostrerà che il Cristianesimo Ortodosso è un MALE più di quanto lo fosse mai stato in passato

ORTODOSSE: Opinioni di coloro che hanno ragione, che non sono eretici, che hanno dalla loro principi, arcieri e boia. L'ortodossia, come i barometri, è soggetta a variare negli Stati cristiani: dipende sempre da che tempo fa a corte.
(Il Libero Pensatore Paul Heinrich Dietrich, barone d'Holbach, La théologie portative, 1768)
 
 Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre
”.

Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto XIX.



L'accademico miticista Robert Price ha pubblicato un suggestivo post dove  spiega perchè, da ateo, è neoconservatore in campo politico.

Ancora una volta, questo grande e prolifico studioso, di cui ho apprezzato moltissimo [1] la profonda analisi delle tensioni e delle rivalità più latenti riflesse dai testi neotestamentari (nonchè l'umiltà con cui ha riconosciuto il suo profondo debito intellettuale nei confronti del dr. Hermann Detering) non finisce mai di stupire, e stavolta per le sue opinioni politiche.


Come può, un prof che nelle sue fredde analisi dei testi ''sacri'' ha contribuito certamente a debunkare uno dopo l'altro  ogni mito piccolo o grande su cui si fondavano i cristianesimi antichi, sembrare totalmente un'altra persona quando si tratta di opinioni politiche?

Intendiamoci: anch'io, come lui, non mi sono mai mosso al di fuori dell'area politica del centro-destra, salvo quella singola volta per cui, alle europee, decisi di votare 5 stelle galvanizzato dall'erronea prospettiva (e malcelata speranza) di un utopico repulisti di tutta un'intera e corrotta classe dirigente.
Ma il punto è che in effetti trovo sinceramente irrazionale l'idea che gli atei debbano per forza essere progressisti di sinistra.
D'altro canto, come è vero che anch'io trovo semplicemente ostici atei come Odifreddi fin troppo compromessi con il loro progressismo di sinistra più politicamente corretto, riconosco però di provare medesimo disprezzo e diffidenza verso gli identitari di estrema destra, quei dementi cattolici tradizionalisti e neofascisti che sono nemici per definizione del libero pensiero e del miglior spirito europeo [2].

Mi considero sinceramente un libertario. Per me la libertà del singolo individuo è valore decisamente più sacro rispetto ad ogni fino a prova contraria utopica e astratta ''uguaglianza''. E riconosco che quella libertà era più difesa e garantita proprio ai tempi di Bush, quando il mondo sembrava dabbero diventato più sicuro grazie alla politica estera interventista di quel presidente americano. [3] Oriana Fallaci aveva ragione.

Sono parimenti convinto con Price che la bontà o cattiveria del singolo individuo preceda sempre per forza ogni pregiudizio di sorta sulla sua fede o non-fede.

Fin qui ho indicato i punti di principale accordo.

Tuttavia però vengo alla parte decisamente più critica e provocatoria del Price-pensiero, quella che richiede maggiormente un'apologia da parte mia, e che perciò, proprio per questo, è la parte naturalmente più interessante da esaminare.

Price dice di non avere problemi se a risiedere nella Casa Bianca è un cattolico o un mormone.

Un cattolico alla Casa Bianca? Mmmm..... L'ipotesi è (fortunatamente) irrealistica, e tuttavia scandalosa abbastanza da vedere quale sarebbe una mia possibile, magari suscettibile, reazione.

Intanto, il fatto stesso che Price consideri l'idea (così almeno a me sembra di capire, ma può sempre darsi che mi stia sbagliando) come extrema ratio o male minore, tradisce il suo o del lettore pregiudizio (apparentemente dato per scontato) che si tratti in effetti di un MALE, per quanto minore.

Ma perchè è un male? Perchè il cristianesimo proto-cattolico, grazie a Nicea, grazie a COSTANTINO, non considerò più un dovere il compromesso con le altre chiese in nome di una tendenziosa ma almeno pacifica Reductio ad Unum, ma passò subito all'attuazione più violenta e aggressiva di quella medesima Reductio ad Unum, con la negazione di ogni statuto ontologico a chi aveva il solo torto di aver fatto una scelta (hairesis) diversa rispetto all'irrazionale contenuto del Credo Niceno.

COSTANTINO. Uno dei personaggi storici che mi nausea di più in tutta la Storia umana.

L'uomo che riuscì, complice lo storiografo di corte e noto falsario Eusebio di Cesarea, nell'impossibile tentativo di provocare l'unico, minuscolo conflitto di religione venduto come tale dal folle apologeta al mondo greco-romano antico: la battaglia del ponte Milvio contro i sostenitori di Massenzio. Lo storico Jacob Burckhardt lo accusò di essere stato un «egoista con la porpora» che, a seguito di una «conversione solo esteriore», aveva praticato un culto assolutamente ipocrita, e non importa se non perseguitò i pagani, perchè fu a maggior ragione più subdolamente ipocrita: li ridusse al lumicino in termini di influenza politica e culturale, radicando per sempre il morbo cattolico nelle alte sfere romane.

Io non voterei mai un moderno Costantino. E perchè un politico odierno sia un Costantino redivivo, è sufficiente che si professi cattolico o ortodosso. Perchè solo l'appoggio di un pontefice rese Costantino il Costantino che sappiamo. Il potere temporale fece il resto.

Non ce la faccio. La mia cattofobia è troppo forte. Per un politico protestante il problema non si pone, neppure se fosse adepto di chissà quale cellula impazzita del variegato mondo protestante. Lutero fu genuino nel suo sincero tentativo di bere l'acqua alla fonte ritenendola (naturalmente, a torto, considerati i suoi rozzi strumenti ermeneutici) meno contaminata che a valle, nella (vana) speranza di ''vederci chiaro'' sull'originario vangelo contro le sporcizie di cattolica matrice, col risultato di innescare nella religione ciò che Cartesio, col suo radicale soggettivismo, scatenò in filosofia.  

Ed è sufficiente ricordarsi, a motivazione del mio congenito anticlericalismo e anticattolicesimo, ciò che produssero tra le altre cose i primi protocattolici in reazione a Marcione e al suo vangelo, ovvero quell'autentico obbrobrio che passa per ''Vangelo secondo Matteo'', il quale, lungi dal recuperare, com'era sua evidente intenzione, il filo spezzato di una chimerica ''Traditio'' (sotto mentite spoglie giudeocristiane), non fece altro che tessere un filo diretto che, dopo 1900 anni, portò dritto dritto alle tenebre dell'Olocausto e a ben altra, non meno bastarda, Traditio.

Pensa il lettore che stia forse esagerando nel mio odio anticattolico? E allora sfido lo stesso lettore a confutare questo parallelismo che io stesso, col suo autore, definisco MACABRO:

Matteo desideroso di convertire ebrei
Il macabro parallelo di Voskuilen
1) I romani occupano Israele e Giudea.
2) I romani crocifiggono il loro re-messia.
3) Gli ebrei dovrebbero pagare le tasse ai romani.
4) Gli ebrei dovrebbero porgere l'altra guancia ai romani.
5) Il re messia non è politico ma spirituale.
6) YHWH vuole che i romani governino su Gerusalemme.
7) Il re messia è adorato a Roma come una religione di stato.
8) Il Vaticano è a Roma.
9) Le chiese ostentano il re messia crocifisso.


1) I tedeschi occupano Israele e Giudea.
2) I tedeschi avvelenano col gas il loro re-messia.
3) Gli ebrei dovrebbero pagare le tasse ai tedeschi.
4) Gli ebrei dovrebbero porgere l'altra guancia alla Gestapo.
5) Il re messia non è politico ma spirituale.
6) YHWH vuole che i tedeschi governino su Gerusalemme.
7) Il re messia è adorato a Berlino come una religione di stato.
8) Il Vaticano è a Berlino.
9) Le chiese ostentano il re messia avvelenato col gas.

Thijs Voskuilen: "Il lato macabro del caso è forse evidente solo quando i Romani sarebbero sostituiti da un'altra potenza occupante in Israele. Se ipotizzi che i tedeschi avessero avvelenato col gas un potenziale re, che la gassificazione del Messia venisse venerata da Berlino in una religione di stato tedesca (Il Re dei Giudei doveva morire per esecuzione di soldati tedeschi, tu paghi le tasse ad Hitler una volta che porgi l'altra guancia alla Gestapo, il Messia non è più politico ma spirituale, e il Dio di Israele vuole che i tedeschi governino Gerusalemme Amen), con un ebreo venerato sopra l'altare in una chiesa del Vaticano a Berlino, il lato politico del caso è improvvisamente chiaro, credo. È come guardare l'immagine in tre dimensioni. Se avete visto l'immagine da un solo lato, non si vede più.

 “On the one side it [Luke-Acts] secured the retention of the Hebrew Scriptures for Christian use. On the other hand it opened the way to a Christian interpretive strategy that supported virulent and frequently disastrous forms of anti-Judaism.” (Joseph B. Tyson)
Fortunatamente, non vedo in giro Costantini moderni. Almeno non tali da destare lo stesso raccapriccio del Costantino storico.


Mi sbaglio.

Purtroppo ne vedo uno.

Il dittatore della Russia Putin è un moderno Costantino. Anzi, è di più: è un novello Costantino.

Contro Price, mi domando, se lui fosse russo e non americano, se la sentirebbe di votare per Putin? Non lo credo proprio possibile.

La verità è che l'America, a causa della sua meravigliosa netta separazione tra Stato & Chiesa e congenita diffidenza antipapista, non permetterà mai che un cattolico oppure un ortodosso repubblicano vada alla Casa Bianca.

L'albero di certo si riconosce dai frutti. Questo vale per l'Islam, ma anche per il cristianesimo ortodosso. Costantino usò la religione protocattolica come mero instrumentum regni, e così pure Putin sta ripetendo le sue orme. La cosa non sarebbe di per sé un problema (in fondo, in questo Putin non è né il primo né l'ultimo) se non fosse che così diventa sempre più chiaro, ad uno sguardo il più possibile profondo ed esteso insieme, che l'America, rispetto alla Russia di Putin, emerge più chiaramente come nazione atea e anticristiana.

La Terza Roma, Mosca, è e aspira ad essere la capitale dell'ultimo, sopravvissuto, impero romano cristiano. Come e più di quel Vaticano che al Cremlino assomiglia, certo, ma a quello decadente del fu Impero sovietico.

Il nuovo conflitto tra Russia e Occidente appare ai miei occhi, al di là degli interessi (sempre sporchi) in gioco, un conflitto sul piano ideologico più ''vero'' e ''sincero'', come potrebbe esserlo un conflitto, di ogni possibile divergenza sull'Islam e di ogni stantio logoro discorso su destra e sinistra.

Non è certo un caso che tutti i partiti politici identitari guardano favorevolmente in modo nemmeno tanto malcelato a Putin e alla sua vergognosa politica espansionistica ai danni del vicino ucraino. Come non è neppure un caso che gli autentici partiti libertari e liberali in Europa si guardano bene dallo scrollarsi di dosso il protettorato americano.

Ricordiamo che il dittatore Putin ha più volte dichiarato pubblicamente che la NATO è il suo principale avversario e che la Russia si riserva in ogni momento il diritto di rispondere alle minacce convenzionali con armi sia nucleari che convenzionali.  Chi pensa che l'Occidente, indotto dagli USA, possa devastare indisturbato l'economia della Russia attraverso apposite sanzioni per trattenerla dalla sua aggressione dell'Ucraina, pecca di ingenuità e di eccessiva fiducia nel cosiddetto soft power americano, finora l'unica arma usata da Obama per contrastare Putin.  

Chi nega che siamo in una nuova, piena Guerra Fredda (e per Guerra Fredda intendo il costante pericolo, da un momento all'altro, che scoppino le ostilità con tanto del ricorso all'atomica) di solito porta come argomento a suo sostegno la presunta assenza da ambo le parti di ideologie nel dissidio in corso tra USA e Russia. Se la Russia e l'Usa condividono più o meno lo stesso paradigma in economia, qualunque dissidio in materia di contese territoriali alla lunga troverebbe soluzione diplomatica.

In realtà Putin un'ideologia, una folle ideologia con tanto di ancor più folle apologia appresso, la possiede eccome: quel dittatore russo si considera chiaro e tondo l'oppositore principale, nel mondo, a tutto ciò che rappresenta l'Occidente, e in particolare l'America, sulla scena mondiale.

E oramai Putin ha fatto cadere la maschera: con l'aggressione della Crimea, ha risvegliato esplicitamente il nazionalismo etnico russo e lo stesso misticismo ortodosso, con tanto di citazioni di santi dei millenni passati. L'espansionismo nazionalista russo unificato all'ortodossia russa: ecco qual è l'ideologia di Putin. Dietro la spada russa si nasconde la Terza Roma: per molti russi, una visione del mondo plausibile. Che tutto questo abbia effetto sul pianeta in primo luogo con una rinnovata ostilità anti-occidentale è ormai evidente.

Chiaramente Putin è come Costantino qui. In cuor suo probabilmente non gliene frega un emerito cazzo del cristianesimo ortodosso, eppure se ne serve indisturbato in funzione anti-occidentale. Le immagini contano più di mille parole. 

Ricorda che non c'è peggior burattino di quello che si lascia volentieri usare dal suo burattinaio, finendo per essere alla fine quest'ultimo il vero burattino. È lo stesso argomento che avanzai contro un idiota sprovveduto del net che sospettava qualche cellula impazzita della CIA di aver facilitato l'attacco alle Torri Gemelle da parte dei bastardi kamikaze islamici: ''ammesso e non concesso che fosse stata pure la CIA, il Mossad o Satanasso in persona a dare mano libera ai terroristi nel fare quello che hanno fatto, alla fine sono loro, i terroristi islamici, i veri responsabili del male''. Non esiste tentatore peggiore di chi non perde un attimo ad essere tentato al male.
La responsabilità di Giuda nel tradire con un bacio Gesù non sarà mai meno grave del peccato di chi pagò Giuda con 33 denari. E se Putin bacia icone, accende candele, tiene in alta stima i religiosi ortodossi, questo ai miei occhi rende colpevoli quest'ultimi non meno di chi li vuole utilizzare per i suoi meri calcoli politici.

Putin ha dichiarato che "lo scudo spirituale" della Russia è importante per la sua sicurezza al pari del suo scudo nucleare.
Il tema dello "scudo spirituale" ha offerto alla Russia di Putin un modo per difendersi da ciò che è stato a lungo visto come l'invasione di decadenti valori occidentali postmoderni.

Quasi tutti gli esperti occidentali, essendo per lo più laici quando non atei, non hanno prestato alcuna attenzione a queste chiare indicazioni di dove sta portando la Russia il suo dittatore Putin: torna alla mente lo spregiudicato appello di Stalin alla chiesa ortodossa perchè combattesse per lui contro l'invasore nazista, per rinforzare il regime con la fede e il patriottismo - tutto strettamente controllato dalla polizia segreta.   Non si può negare che gli stretti legami del Patriarcato di Mosca col Cremlino garantiscono un rapporto molto speciale tra Putin e i cristiani ortodossi russi. Si tratta, ancora in forma embrionale, dell'auspicata unità in stile bizantino tra Stato e Chiesa, tutto il contrario della separazione americana tra Stato e Chiesa. L'Ortodossia è diventata il principale partner ideologico del Cremlino in questi ultimi anni, un veicolo preferito dalla più esplicita propaganda anti-occidentale.
La propaganda di Putin dipinge l'Occidente in calo demografico e a rischio di collasso per mano della decadenza e del peccato, impantanato nell'incredulità dilagante e nel nichilismo, nel più totale declino spirituale. I religiosi russi proclamano senza posa che la "principale minaccia" per la Russia è "la perdita della fede" in stile occidentale, mentre i portavoce di Putin denunciano costantemente il femminismo e l'omosessualismo come creazioni sataniche dell'Occidente che mirano a distruggere la fede, la famiglia, e la nazione.  Guardano con rammarico al fatto che la gente in molti paesi europei prova timore o imbarazzo a parlare della sua appartenenza religiosa. 
Questi fanatici proclamano che l'obiettivo della Russia secondo la volontà di Dio è di fermare il "progetto americano" della globalizzazione. Ecco le parole di un demente folle apologeta ortodosso russo:
Non è un caso che abbiamo spesso, a prezzo della propria vita ... fermato tutti i progetti globali che erano in disaccordo con la nostra coscienza, con la nostra visione della storia e, direi, con la nostra verità di Dio .. Questo era il progetto di Napoleone, come era il progetto di Hitler. Noi fermeremo il progetto americano anche.
Senza contare il rispolveramento di tutti i soliti luoghi comuni sulla decadenza occidentale rispetto alla forza spirituale russa. Le parole citate sono del portavoce ufficiale del Patriarcato di Mosca, che ha un rapporto molto stretto con il patriarca Kirill; egli appare nei media regolarmente e ha ricevuto una serie di decorazioni da parte dello Stato russo.

Costui fa regolarmente dichiarazioni che riflettono un atteggiamento patriottico e religioso su, praticamente, tutta la linea. Per citare solo alcune delle sue esternazioni ai media, ha recentemente denunciato una promozione del film The Hobbit a Mosca come simbolo satanico che avrebbe recato il male sulla città; ha dichiarato che il caso Pussy Riot è la prova che "l'Occidente dà il suo sostegno alla divisione del popolo russo"; ha sostenuto un codice di abbigliamento nazionale per la Russia, citando l'aumento dell'immoralità ("È sbagliato pensare che le donne dovrebbero decidere autonomamente cosa possono indossare in luoghi pubblici o al lavoro ... se una donna si veste come una prostituta, i suoi colleghi devono avere il diritto di dirglielo."); ed è stato particolarmente duro nella sua opposizione all'omosessualità difesa dall'Occidente: "è uno dei peccati più gravi perché cambia lo stato mentale delle persone, rende la creazione di una famiglia normale impossibile, e corrompe le giovani generazioni. Tra l'altro, non è un caso che la propaganda di questo peccato si rivolge ai giovani e ai bambini a volte. Priva le persone della beatitudine eterna". La separazione tra Chiesa e Stato negli USA costituirebbe "un fenomeno mostruoso che si è verificato solo nella civiltà occidentale e ucciderà l'Occidente, sia politicamente e moralmente". Il trionfo del matrimonio omosessuale significa che l'Occidente non ha nemmeno 50 anni di vita prima del suo crollo, e compito della Russia poi di salvare il salvabile, per  "rifare di nuovo l'Europa cristiana, cioè, tornare agli ideali che hanno fatto una volta l'Europa."

Mentre si è tentati di liquidare questi discorsi come delirio, anche quando provengono dal portavoce ufficiale della chiesa ortodossa di Putin, hanno tuttavia profonda risonanza tra gli intellettuali che Putin ammira. Ivan Ilyin, un filosofo russo fuggito ai bolscevichi e morto durante il suo esilio svizzero, è stato seppellito al famoso monastero di Donskoj di Mosca nel 2005 con onoranze pubbliche; Putin personalmente pagò per la nuova lapide di Ilyin. Non abbastanza occidentali hanno prestato attenzione a quel gesto onorifico. 

Dovrebbero. Un devoto ortodosso, Ilyin sposò una visione unica, un attacco slavofilo alla modernità e alla situazione della Russia sotto gli atei militanti. Sposò il neo-tradizionalismo etnico-religioso, in mezzo a un gran parlare di una gloriosa "anima russa". Di grande attualità, ha profetizzato che la Russia si sarebbe ripresa dall'incubo bolscevico e avrebbe riscoperto sé stessa, prima spiritualmente poi politicamente, risparmiando così il mondo intero dalla distruzione. Come ha spiegato:
L'Occidente ha esportato questo virus anti-cristiano in Russia ... Dopo aver perso il nostro legame con Dio e la tradizione cristiana, l'umanità è stata moralmente accecata, attanagliata dal materialismo, dall'irrazionalismo e dal nichilismo ... Al fine di superare la crisi morale globale, dobbiamo tornare a valori morali eterni, che sono la fede, l'amore, la libertà, la coscienza, la famiglia, patria e nazione, ma soprattutto la fede e l'amore.
Sebbene Ilyin sia morto 60 anni fa, resta ai suoi ammiratori "il profeta della nuova Russia ortodossa che sta nascendo e che sola può dare al mondo contemporaneo un futuro sostenibile, a condizione che sia dato il tempo di crescere a buon fine nella Russia contemporanea." Come Ilyin scrisse a un amico poco prima di morire, quando la caduta del comunismo era ancora lontana di decenni:
Cosa dobbiamo fare, stretti tra i cattolici, massoni e bolscevichi? Rispondo: Rimanete forti, in piedi con la mano sinistra, che viene dal cuore, per Cristo Signore, per la sua tunica indivisa, e, con la mano destra, lotta fino alla fine per l'Ortodossia e la Russia ortodossa. E, soprattutto, in modo vigile guardatevi da quei gruppi che preparano per l'Anticristo. Tutto questo - anche se siamo minacciati dall'apparente impotenza completa e totale solitudine.
Il tipo di fede senza compromessi che Ilyin rappresentava, che porta poco somiglianza con il cristianesimo occidentale e molto meno a nozioni post-moderne di "tolleranza", è reso evidente nei suoi numerosi scritti e discorsi. Di particolare interesse è un discorso che Ilyin recitò nel 1925, esaltando Lavr Kornilov, un generale russo Bianco che è caduto nella lotta contro il bolscevismo (e, non a caso, esattamente il tipo di credente ortodosso, anche se non nobile, nonchè  Bianco controrivoluzionario molto ammirato da Putin). Ilyin definì ciò che per la Russia e l'ortodossia erano ora necessarie: "Questa idea è più di un solo uomo, più di un'impresa di un eroe. Questa idea è grande come la Russia e il sacro, come la sua religione. Questa è l'idea della spada ortodossa". Elencò i difetti fatali della Russia prerivoluzionaria nel "vacuo sentimentalismo, il nichilismo spirituale e la pedanteria morale" per contrastare i quali la Russia aveva bisogno di una forte dose di fede combattente. Come Ilyin ha spiegato:
Chiamando ad amare i nostri nemici, Cristo aveva in mente nemici personali dell'uomo, non nemici di Dio, e non molestatori che bestemmiano, per loro fu consigliato l'annegamento con una macina al collo. Esortando a perdonare le offese, Cristo si riferiva agli insulti personali ad una persona, non a tutti i possibili reati; nessuno ha il diritto di perdonare le offese subite da altri o perdonare i cattivi per aver recato offesa ai deboli, per aver corrotto i bambini, per aver profanato le chiese e distrutto la Patria. Così dunque il cristiano è chiamato non solo a perdonare le offese, ma a combattere i nemici dell'opera di Dio sulla terra. Il comandamento evangelico di "non resistenza al male" insegna l'umiltà e la generosità in questioni personali, e non la fiacchezza di volontà, non la codardia, non il tradimento e non l'obbedienza a malfattori.
Questa è la visione - una fede e un patriottismo senza compromessi, senza sentimentalismi o debolezze di sorta - che anima i guerrieri santi della Russia di oggi, da Vladimir Putin in poi. La chiesa militante russa è una chiesa che mira a diffamare gli occidentali. Certamente l'Occidente trova il gruppo eterogeneo di avventurieri ortodossi sostenuti dal Cremlino e i mercenari che combattono nel Donbass siano ad un tempo greottescamente comici e sinistri, eppure hanno una ideologia che difficilmente nasconderanno. Quello contro il quale stanno combattendo quei ribelli filorussi non è il governo ucraino, né i neoconservatori americani, piuttosto il Diavolo in persona. L'obiettivo del nemico di Mosca è perfettamente chiaro agli occhi della ''fede'':
La creazione del dominio satanico planetario. Che cosa sta accadendo qui è l'inizio di una guerra globale. Non per le risorse o il territorio, questo è secondario. Questa è una guerra per la distruzione del vero cristianesimo, l'ortodossia. La visione del mondo degli uomini più ricchi che possiedono quasi tutti i beni materiali del mondo è il satanismo. Dopo aver sintetizzato gli elementi della prima e seconda guerra mondiale e di una Terza Guerra di Informazione, e dopo aver posto centinaia di milioni di uccisi sull'altare del loro padre, Satana, hstanno avviandosi alla quarta guerra mondiale. Essi stanno intenzionalmente affrettando il regno dell'Anticristo.
Lo so. Stai tentando di liquidare tutto questo come il delirio di un pazzo solitario, ma questi non sono più opinioni marginali nella Russia di Putin. La Jihad non è una parola da usare con cautela, date le sue sinistre connotazioni in Occidente dopo l'11 settembre, ma è l'unico concetto a disposizione che reca qualche vaga somiglianza con quello di Guerra Santa nella versione russa e ortodossa. Il fatto che Putin creda davvero a tutto questo può essere irrilevante, dal momento che il suo regime ha creato e alimentato un'ideologia violenta, un amalgama esplosivo di xenofobia, anti-americanismo e ortodossia militante che giustifica le azioni del Cremlino e spiega perché l'Occidente dev'essere contrastato a tutti i costi. Data la crisi economica in cui è impantanata ora la Russia, grazie alle sanzioni occidentali, dobbiamo aspettarci di più, non di meno, che i russi trovino rifugio in questa delirante e apocalittica visione del mondo, che risuona come un eco sinistro nella storia della loro nazione e spiega la radice di tutta la loro sofferenza.

La cattiva notizia, tuttavia, è che la visione del mondo senza compromessi di Putin ha più di un paio di estimatori in Occidente, ben oltre il regno cristiano-ortodosso. Molti di coloro che rifiutano il misticismo ortodosso di Mosca, tuttavia, ammirano la sua disponibilità ad affrontare l'America direttamente e ad offrire un appoggio anti-globalizzazione negli affari mondiali. Come ho già spiegato, molti partiti di estrema destra europei hanno una vera e propria cotta per l'uomo del Cremlino, forse a causa del denaro che quel dittatore dà loro, ma la sincerità di alcuni europei filo-Putin non è in discussione. In Francia, Marine Le Pen sta portando il suo Fronte Nazionale a sempre più maggiori altezze di influenza politica, e il suo affetto per Putin è palese. "In Russia oggi c'è un mix di esaltazione del nazionalismo, della chiesa e dei valori cristiani", ha spiegato un politico francese: "Ora stanno sostituendo la stella rossa con la croce, e loro stessi stanno rappresentando l'ultima barriera contro l'islamizzazione del continente." Dal momento che non è affatto impossibile che Le Pen sarà presidente della Francia, un giorno, le implicazioni di tutto questo per la NATO e l'Occidente meritano seria considerazione.

Sarebbe estremamente ironico se l'ultimo difensore dell'Europa e dei valori europei proviene dall'Oriente, da un Cremlino controllato da un ex ufficiale del KGB, che piange il crollo dell'Unione Sovietica, ma ha riscoperto i valori della fede e della famiglia tradizionale. Nella misura in cui il malcontento verso l'impero americano serpeggia sempre più in Europa, l'opzione russa può sembrare plausibile a più europei, preoccupati dell'immigrazione, della loro identità, e del crollo dei loro valori e delle economie (è il caso dei folli apologeti identitari Matteo Salvini e Le Pen, per fare solo due nomi). 

Se la Terza Guerra Mondiale scoppierà, sarà combattuta su suolo europeo tra un Occidente de facto ateo e non più cristiano, e una Russia che si vende e si pavoneggia come estremo baluardo ortodosso dell'''autentico cristianesimo'' più reazionario e retrogrado che si possa immaginare, dalla Rivoluzione Francese ad oggi.

Dunque io, indossando i panni del profeta apocalittico, penso e credo che il cristianesimo ortodosso alla temibile riscossa in Russia si rivelerà, alla prova dei fatti, complice il suo burattinaio/burattino Putin, o un qualsiasi suo successore che ne segua in piena coerenza le orme, una delle cause, se non in definitiva la principale, della Terza Guerra Mondiale e perciò per mero corollario della fine della stessa Civiltà Occidentale.


L'Islam sarà pure violento (ed è evidente) ma a possedere la Bomba è probabilmente ad usarla per prima nel prossimo o remoto futuro contro il nemico occidentale reo di ateismo pragmatico sarà una Nazione Cristianissima e Ortodossa: quale prova migliore, a quel punto, della natura da ultimo essenzialmente malefica del cristianesimo?

[1] Se il lettore non troverà in questo blog una sezione dedicata al prof Price, è perchè ritengo impossibile racchiuderne tutte le più profonde suggestioni e implicazioni in una singola serie di post.

[2]Qui il pensiero va a quel babbione apologeta cattolico di Vincenzo di Mauro.

[3] Da questo punto di vista, la politica estera di Obama è decisamente demenziale.

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