martedì 11 luglio 2017

Circa «Jesus — A Myth» di Georg Brandes (XXXIV)

(per il capitolo precedente)

XXXIII
È del tutto chiaro che lo scrittore del vangelo di Giovanni non può essere l'apostolo Giovanni menzionato nei vangeli. Se sia possibile pensare di lui come ancora vivente, egli dovrebbe aver avuto allora 150 anni quando lo scrisse. La circostanza decisiva, comunque, è che i giudeocristiani di quel tempo presentarono l'apostolo Giovanni come loro autorità nella celebrazione della Pasqua in linea con le loro opinioni, mentre lo scrittore del quarto vangelo considera non valide e irrilevanti quelle opinioni.
Non sappiamo chi fosse l'autore. Ma sappiamo che non ebbe niente a che fare coll'apostolo. Quindi, per esempio, difficilmente poteva essere stato colpevole di una simile mancanza di gusto come la menzione di sé in quanto discepolo amato dal Signore, da Lui preferito a tutto il resto. Egli dovrebbe aver ricordato senza dubbio
il passo di Matteo 18:1, dove i discepoli domandano a Gesù: Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?. E allo scopo di umiliare il loro orgoglio, Gesù invita da lui un piccolo bambino e replica: se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”.
L'autore del quarto vangelo inizia da una semplice premessa di non grande profondità: Dio è luce, e il mondo ha camminato nell'oscurità. L'unica possibilità di prevenire un disastro universale risiede sul Logos, la Parola . . . . quella concezione così cara agli gnostici del suo tempo . . . che è più forte del caos e capace di sconfiggere il diavolo. Davvero caratteristico del periodo quando questo vangelo fu scritto è il riferimento costante allo spirito che rimane anche dopo la dipartita di Gesù dalla vita su questa terra; il Paraclito, come egli fu chiamato; l'avvocato nell'uomo alla presenza di Dio (Giovanni 14:16 e 26; 15:26; 16:7). Egli rappresenta un principio spirituale ampiamente adorato in Asia Minore intorno alla metà del secondo secolo, e qui è descritto in una maniera che tende a rendere superflua la seconda venuta del Cristo. Il Paraclito prende il suo posto.
Vi si presenta anche un singolo passo (Giovanni 5:43), dove è posta una profezia sulle labbra di Gesù che sembra avere un definito portato storico. Ma la posizione isolata di questo passo lo priva della sua importanza. Gesù dice:
Io sono venuto nel nome del Padre mio, e voi non mi ricevete; se un altro verrà nel suo proprio nome, quello lo riceverete”. Sembra possibile che questo si possa riferire a Bar-Kokhba, il capo della rivolta contro Adriano. Queste speculazioni, comunque, sono al di là della questione e non davvero fruttuose.

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